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Ex pesa pubblica, un anno di transenne: l’interrogazione di Progettiamo Gassino arriva in aula

L’interrogazione punta a chiarire responsabilità, tempi e interventi mancati sull’area

Ex pesa pubblica, un anno di transenne

Ex pesa pubblica, un anno di transenne: l’interrogazione di Progettiamo Gassino arriva in aula

Tre stalli transennati, un’ordinanza rimasta sulla carta e lavori mai avviati. A Gassino Torinese la vicenda dell’ex pesa pubblica arriva in aula dopo dodici mesi di silenzio. La minoranza vuole spiegazioni.

Il caso dei parcheggi chiusi in via Bussolino non è più un semplice problema di quartiere. È diventato un dossier politico, con nomi, date e atti protocollati. A portarlo in Consiglio comunale sono i consiglieri Giuseppe Molinari e Andrea Morelli, della lista Progettiamo Gassino, che hanno firmato un’interrogazione formale indirizzata al Sindaco Cristian Corrado e alla presidente del Consiglio Roberta Macaluso. Nel documento contestano un dato preciso e difficilmente confutabile: da oltre un anno tre parcheggi restano inutilizzabili, nonostante una messa in sicurezza e un’ordinanza che affida alla proprietà privata il compito di ripristinare la piattaforma danneggiata.

La ricostruzione parte dall’ottobre 2024. In quella data, a seguito di verifiche tecniche, il Comune interviene sull’area dell’ex pesa pubblica, dove la struttura rialzata risulta compromessa. Il 17 ottobre 2024 viene disposta la messa in sicurezza: transenne, divieto di sosta e chiusura dei tre stalli adiacenti. Una misura presentata come temporanea, in attesa dei lavori definitivi. Pochi giorni più tardi, con l’ordinanza n. 140 del 27 novembre 2024, l’amministrazione stabilisce che l’area resterà interdetta fino al ripristino della piattaforma, indicando con chiarezza il soggetto tenuto a intervenire: la proprietà privata, “in accordo con il Comune”. Nel testo si invita la proprietà a prendere contatto “con urgenza” con gli uffici.

Fin qui, la procedura è lineare. Ma è proprio da questo punto che, stando all’interrogazione, tutto si blocca. La piattaforma non viene riparata, i tre parcheggi restano off limits, le transenne diventano parte del paesaggio. Nessuna comunicazione ufficiale annuncia l’avvio dei lavori, nessun cronoprogramma viene reso pubblico, nessun aggiornamento filtra ai residenti. L’unica certezza, oggi, è che il divieto di sosta e di utilizzo dell’area è ancora pienamente in vigore.

Nel frattempo, i consiglieri di Progettiamo Gassino avevano già sollevato il caso. Il documento protocollato richiama un’interrogazione precedente, datata 16 giugno 2025, con cui la minoranza chiedeva spiegazioni sui ritardi del ripristino. Anche dopo quel passaggio, però, non risultano interventi. Nel nuovo atto, Molinari e Morelli annotano che, nonostante le richieste, “la situazione risulta sostanzialmente invariata”: la zona dell’ex pesa pubblica continua a essere interdetta al transito e alla sosta, e la piattaforma danneggiata non è stata oggetto di alcun lavoro visibile.

Sullo sfondo, c’è la vita quotidiana di chi quella zona la frequenta ogni giorno. Via Bussolino è un’arteria in cui la domanda di sosta è alta. Tre stalli in meno, in un contesto già congestionato, significano una ricerca più lunga del parcheggio, più auto che girano, più difficoltà per chi abita, lavora o gestisce attività commerciali nella zona. Nel testo dell’interrogazione si parla esplicitamente di “disagi per residenti e commercianti” che, dopo oltre un anno, hanno ormai la percezione di una situazione cristallizzata.

Il punto centrale sollevato dalla minoranza è la sproporzione tra la dimensione del problema e la durata dello stallo. Non si tratta di un’opera complessa né di un’infrastruttura strategica. Si tratta di una porzione limitata di suolo, una piattaforma da ripristinare e tre parcheggi da restituire alla loro funzione. Eppure il tempo trascorso è quello tipico di un cantiere di grande scala. È su questo cortocircuito che Molinari e Morelli concentrano la loro iniziativa, chiedendo all’amministrazione di uscire dall’ambiguità e chiarire se la procedura sia ferma per inerzia, per conflitti con la proprietà o per altri motivi.

Le domande poste in Consiglio sono tre, e vanno dritte al punto, senza giri di parole. I consiglieri chiedono innanzitutto quali azioni concrete abbia intrapreso il Comune dopo la messa in sicurezza dell’area e l’emissione dell’ordinanza. Domandano poi se, e in che forma, la proprietà sia stata sollecitata a intervenire, richiamando il passaggio in cui si parlava di contatto “urgente” con gli uffici. Infine, chiedono quali siano le tempistiche previste per il ripristino dell’area, ovvero se esista un orizzonte temporale definito per la riapertura dei parcheggi.

Non si tratta, nelle intenzioni della minoranza, di un semplice atto di testimonianza. Il documento protocollato è costruito per mettere l’amministrazione di fronte a una scelta: o spiegare perché, nonostante gli atti, la situazione non si sia sbloccata, oppure assumersi la responsabilità politica di un immobilismo percepito come ingiustificato. Il tono è quello di una critica netta, ma ancorata ai dati: protocolli, numeri di ordinanza, date, effetti concreti sul territorio.

In aula, la maggioranza sarà chiamata a rispondere non solo nel merito, ma anche sul metodo. La gestione dei piccoli interventi, infatti, è uno degli indicatori più chiari dell’efficienza amministrativa. Se un caso limitato come quello dell’ex pesa pubblica resta sospeso per oltre dodici mesi, la domanda che inevitabilmente si apre è quanto il Comune sia in grado di seguire e chiudere pratiche che coinvolgono privati, sicurezza dei luoghi e uso quotidiano degli spazi.

Il Consiglio comunale rappresenterà quindi un passaggio chiave. Da una parte Progettiamo Gassino, che punta a trasformare una vicenda locale in un banco di prova sulla credibilità dell’azione amministrativa. Dall’altra la giunta e gli uffici, chiamati a dimostrare che non si tratta di un caso dimenticato, ma di una pratica in corso con motivazioni precise e passaggi formali documentabili.

Nel frattempo, via Bussolino continua a offrire la stessa immagine da oltre un anno: le transenne, il nastro, la piattaforma dell’ex pesa apparentemente immutata, i tre stalli vuoti e irraggiungibili. Per i cittadini, al di là delle formule tecniche e delle responsabilità giuridiche, il punto è semplice: capire quando quell’angolo di strada tornerà a essere utilizzabile. E se servirà un’ulteriore spinta politica perché, dopo dodici mesi di attesa, qualcuno si decida a intervenire davvero.

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