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14 Novembre 2025 - 14:34
Regione Piemonte, un convegno su diritti, solitudine e fragilità di una popolazione sempre più anziana (immagine di repertorio)
A Palazzo Lascaris, il 14 novembre, una mattinata di studio sulla condizione degli anziani in Piemonte è diventata una sorta di appello collettivo. Il convegno “Le persone anziane: quali figure di garanzia in Piemonte?”, promosso dal Soroptimist International d’Italia Club di Torino insieme alla Consulta femminile regionale, ha prodotto un messaggio chiaro: la Regione deve dotarsi al più presto di un Garante regionale delle persone anziane, una figura capace di rappresentare, tutelare e monitorare i diritti di una fascia di popolazione sempre più numerosa e spesso fragile.
I promotori insistono su un dato di partenza semplice e inquietante: l’invecchiamento demografico non è più un futuro ipotetico ma un presente strutturale. Secondo le stime citate durante l’incontro, il nostro Paese conta oggi 23.548 centenari e ultracentenari, il secondo dato più alto al mondo dopo il Giappone. L’allungamento della vita, osservano le relatrici, è senza dubbio un progresso, ma rende ancora più urgente la necessità di tutelare chi vive una fase della vita in cui i bisogni sanitari, psicologici e sociali aumentano.
Da qui l’appello diretto alla politica. Il consigliere regionale Silvio Magliano, intervenuto in apertura, ha ricordato che «in merito al tema degli anziani c’è una questione di welfare importante, di cui la politica deve farsi carico guardando alle evidenze dei dati demografici». Magliano ha insistito sulla necessità di affrontare le ricadute della denatalità, dell’assenza crescente di caregiver familiari, dell’isolamento sociale e del bisogno di una rete integrata tra istituzioni, terzo settore e sanità. «Mi auguro che, qualora istituito, il Garante regionale degli anziani abbia il necessario potere di agire», ha aggiunto, sottolineando l’importanza di una figura che possa dialogare con il Difensore civico e con tutti gli attori della rete socio-sanitaria.
Assenti per altri impegni, il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco e la consigliera segretaria Valentina Cera hanno comunque inviato un messaggio indirizzato ai partecipanti. Nicco ha ricordato che «l’età media del nostro Paese cresce costantemente» e che tutelare gli anziani significa «assicurare a ogni persona la possibilità di vivere con dignità, autonomia e partecipazione». Una riflessione condivisa da Cera, che ha ribadito come «le esigenze legate alla cura e all’invecchiamento attivo richiedano la massima attenzione da parte delle istituzioni».
Uno dei momenti centrali del convegno è stato l’intervento della presidente della Consulta femminile regionale Fulvia Pedani, che ha ricostruito il percorso avviato già nel 2021 dal gruppo di studio nato per analizzare la condizione anziana e formulare una proposta normativa. «La tendenza all’allungamento della vita è in costante crescita», ha spiegato, «ma fa emergere nuove fragilità, non solo fisiche ma anche psicologiche e sociali, che richiedono un’adeguata assistenza e tutela». Da qui la proposta di una figura “adeguatamente riconosciuta e normata” che possa intervenire come presidio di garanzia.
Ad aprire la parte tecnica del convegno è stata Ivana Celona, presidente del Soroptimist Club di Torino, mentre la moderazione è stata affidata a Maria Agnese Vercellotti, già presidente della Consulta. La relazione introduttiva è stata curata dall’avvocata Alessandra Fissore, che ha tracciato un quadro dettagliato della normativa nazionale e regionale sulla tutela degli anziani, evidenziando le aree in cui l’assenza di una figura terza rischia di lasciare scoperte persone vulnerabili. Fissore ha insistito sul ruolo che il Garante potrebbe svolgere come sistema di vigilanza sulle violazioni, ma anche come facilitatore del dialogo tra istituzioni, famiglie e servizi.
Le voci degli esperti hanno completato il quadro. M. Pia Schieroni, primario emerito dell’AOU Città della Salute, ha analizzato i bisogni sanitari della popolazione anziana, sottolineando come l’aumento della longevità porti con sé patologie croniche, necessità di riabilitazione e difficoltà nella gestione quotidiana. La sociologa Eugenia Mercuri, dell’Università del Piemonte Orientale, ha invece riportato i dati e gli scenari relativi alla solitudine, alle reti sociali indebolite e all’impoverimento culturale e affettivo che spesso colpiscono chi invecchia senza supporti familiari.
A portare un esempio già operativo è stato Paolo Tanganelli, Garante dei diritti degli anziani del Comune di Genova, che ha raccontato lo sviluppo del suo incarico e le azioni concrete realizzate sul territorio ligure. A chiudere i lavori è stata Morena Savian, responsabile per la Pastorale famiglia e anziani della Diocesi di Torino, che ha parlato del “prendersi cura” come di un dovere etico e comunitario, prima ancora che istituzionale.
Nel complesso, dal convegno è emersa un’unica conclusione condivisa: il Piemonte non può più permettersi di rimandare. La creazione del Garante regionale degli anziani non è una scelta simbolica, ma un passaggio necessario in una regione che, come il resto del Paese, invecchia rapidamente. Una figura che, nelle intenzioni dei promotori, dovrà vigilare, ascoltare, intervenire e rappresentare una popolazione che rischia troppo spesso di essere invisibile. Una figura che, nelle parole dei partecipanti, potrebbe trasformare un convegno in un punto di svolta reale.

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