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14 Novembre 2025 - 11:27
Ceretta corre ai ripari: cantieri aperti sullo Stura per fermare nubifragi e alluvioni che minacciano il territorio
A Ceretta il movimento non si ferma. Camion che entrano ed escono, escavatori che affondano nel terreno, operai impegnati senza sosta tra la zona della Pollona e l’argine dello Stura. È l’immagine concreta di un’opera che la città attendeva da anni: il nuovo canale scolmatore, progetto cardine per mettere in sicurezza un territorio che negli ultimi tempi ha mostrato più volte tutta la sua fragilità di fronte ai fenomeni meteorologici estremi.
Il cantiere è partito a ottobre, dopo una trafila burocratica complessa, segnata anche da espropri necessari per consentire l’avvio dei lavori. Un passaggio inevitabile per avviare un intervento considerato ormai non più rimandabile, in un contesto climatico che sta cambiando in modo rapido e spesso violento. I numeri parlano chiaro: secondo le rilevazioni di Legambiente, tra gennaio e agosto in Piemonte si sono verificati 23 eventi meteo estremi, con un aumento del 27,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. La provincia di Torino è risultata la più colpita, con dieci episodi tra nubifragi, allagamenti e grandinate di forte intensità.
Il nuovo scolmatore nasce proprio per rispondere a quella vulnerabilità. L’intervento prevede l’ampliamento della portata del canale, così da evitare che l’acqua, durante i nubifragi, tracimi dal letto dello Stura provocando esondazioni e danni alle aree agricole e alle frazioni circostanti. Parallelamente, si sta lavorando alla costruzione di una scogliera rinforzata, pensata per proteggere le sponde e contenere l’erosione, fenomeno sempre più accentuato dal ripetersi di precipitazioni intense e ravvicinate.

Il progetto, realizzato in collaborazione con il Consorzio Riva Sinistra Stura, ha un valore complessivo di 2 milioni e 500 mila euro, interamente finanziati con fondi pubblici. Il Comune di San Maurizio Canavese è capofila dell’intervento, che coinvolge anche i comuni limitrofi di Ciriè e Caselle, a conferma di quanto il problema della sicurezza idraulica superi i confini amministrativi e richieda una gestione coordinata.
Le condizioni meteorologiche favorevoli di questo inizio autunno hanno permesso alle squadre di procedere spedite: la portata d’acqua del torrente è stata temporaneamente ridotta per agevolare gli scavi e consentire la posa delle prime strutture. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: completare l’opera entro la primavera del 2026, così da consegnare al territorio un sistema idraulico capace di rispondere alle sfide dei prossimi anni.
Una volta terminato lo scolmatore, gli agricoltori della zona potranno continuare a usare l’acqua del torrente per l’irrigazione estiva. Non sono infatti previste modifiche alla quota di scorrimento, né restrizioni nell’accesso alle derivazioni esistenti. Il nuovo impianto non solo non limiterà l’approvvigionamento agricolo, ma garantirà una maggiore protezione a campi e infrastrutture durante le ondate di maltempo.
Il progetto di messa in sicurezza non si esaurisce a Ceretta. A Malanghero è già prevista la realizzazione del nuovo canale di ritorno, un’altra opera attesa dalla comunità e ritenuta essenziale per completare la rete idraulica dell’area. I canali saranno inoltre dotati di un sistema tecnologico avanzato, che permetterà di alzare e abbassare le paratie da remoto, regolando il flusso d’acqua in base alle necessità e riducendo i rischi legati ai temporali improvvisi.
In un Piemonte sempre più colpito da piogge violente e repentini picchi di piena, questo intervento rappresenta uno dei cantieri più importanti degli ultimi anni. Non è soltanto un’opera pubblica: è un’assicurazione sul futuro di un territorio che ha visto troppe volte la forza del clima trasformarsi in allarme.
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