AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
14 Novembre 2025 - 10:34
Volkswagen valuta la vendita di Italdesign e i lavoratori scendono in presidio per difendere il loro futuro
È un giorno che pesa. Un giorno atteso con inquietudine dentro e fuori lo stabilimento di Italdesign, a Moncalieri, dove 1.300 lavoratori guardano verso Wolfsburg con una domanda semplice e terribile: che ne sarà di noi? Oggi il Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen potrebbe decidere la vendita della maggioranza dell’azienda fondata da Giorgetto Giugiaro, storica eccellenza italiana nel design e nell’ingegneria automobilistica. E davanti ai cancelli, da ore, c’è un presidio di dipendenti e sindacati che non vuole restare in silenzio mentre si gioca il futuro del sito piemontese.
La tensione è evidente. I delegati sindacali parlano apertamente di una possibile operazione senza garanzie, con messaggi definiti “contraddittori” da parte del gruppo Volkswagen e un’assenza totale di un piano industriale che possa rassicurare lavoratori, famiglie, fornitori, e un territorio che da decenni considera Italdesign un presidio di innovazione e competenze uniche. Il timore è duplice: perdere un’azienda simbolo e trovarsi di fronte a un precedente che potrebbe, in futuro, toccare altre realtà italiane del gruppo tedesco.
Il nome del possibile acquirente circola da settimane, e non è un mistero che in pole position ci sia UST Global, multinazionale americana a capitale indiano che sviluppa servizi informatici e soluzioni digitali per diversi settori, compreso l’automotive. Già lo scorso 9 ottobre, i rappresentanti dell’azienda — insieme ai sindacati italiani e alla potente IG Metall tedesca — avevano visitato lo stabilimento di Moncalieri. Una visita che aveva confermato le indiscrezioni e aperto scenari nuovi, ma che non aveva sciolto i nodi principali: quali garanzie occupazionali? Quali investimenti? Quale strategia industriale?
Le risposte, per ora, non ci sono. E questa assenza alimenta un clima di incertezza che i sindacati denunciano con forza. ITALdesign, nata nel 1968 e divenuta un pilastro della progettazione automobilistica globale, non è una realtà qualunque. È un laboratorio di stile, un centro di sviluppo, un punto di riferimento per marchi da sempre legati al design italiano. Per questo lavoratori e sigle chiedono che la vendita, se mai sarà decisa, sia accompagnata da un pacchetto di garanzie solide: tutela dei posti di lavoro, continuità delle attività, prospettive di crescita e non di smantellamento.

Una preoccupazione che non riguarda solo Moncalieri. In queste ore, la solidarietà ai lavoratori dell’azienda piemontese arriva da tutte le realtà italiane del gruppo Volkswagen, in particolare da Lamborghini e Ducati, dove molti temono che questa operazione possa aprire la strada a una strategia di disimpegno dal territorio italiano. Una deriva che, se confermata, segnerebbe un cambio di paradigma per il colosso tedesco, storicamente legato alle sue eccellenze fuori dai confini nazionali.
Il presidio ai cancelli non è una protesta occasionale. È un segnale politico e simbolico. Perché qui si parla di lavoratori altamente qualificati, progettisti, ingegneri, tecnici che da anni contribuiscono allo sviluppo di progetti globali del gruppo Volkswagen. E che oggi temono di essere sacrificati in una fase di ristrutturazione internazionale in cui il digitale e le piattaforme software diventano centrali, mentre la progettazione “tradizionale” rischia di essere considerata un costo più che un valore.
La partita che si gioca oggi non riguarda solo l’equilibrio industriale del Piemonte, ma anche il ruolo dell’Italia nei piani futuri dei grandi gruppi automobilistici. La transizione tecnologica sta ridisegnando gerarchie e priorità. E il rischio, per realtà come Italdesign, è di essere inglobate in conglomerati globali dove l’identità originale potrebbe perdersi, insieme alla capacità di innovare con lo stile e il metodo che hanno reso celebre il nome Giugiaro nel mondo.
Nelle prossime ore, dal Consiglio di Sorveglianza Volkswagen potrebbero arrivare conferme, smentite, o un rinvio strategico. Ma una cosa è chiara: la comunità di Italdesign non accetterà decisioni calate dall’alto senza garanzie. Lo ripetono i lavoratori in presidio, lo ribadiscono i delegati: il futuro dell’azienda non può essere trattato come una semplice voce di bilancio.
Finché da Wolfsburg non arriverà una parola definitiva, Moncalieri resterà in attesa. Una lunga, tesa attesa. Ma la voce dei lavoratori, almeno oggi, non potrà essere ignorata.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.