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Guasto a Montanaro e viaggio sospeso: la Ivrea-Chivasso-Torino mostra ancora tutti i suoi limiti

Guasto a un passaggio a livello a Montanaro: treno 2735 fermo a Chivasso, attese e servizi igienici fuori uso

Linea Ivrea–Chivasso–Torino, pomeriggio di disagi: passaggio a livello in tilt e coincidenze a rischio

Guasto a Montanaro e viaggio sospeso, la Ivrea-Chivasso-Torino mostra ancora tutti i suoi limiti

Il pomeriggio dei pendolari della Ivrea-Chivasso-Torino è diventato ancora una volta un percorso a ostacoli, segnato da guasti tecnici, attese forzate e condizioni di viaggio che continuano a far discutere. Anche ieri la linea ferroviaria ha registrato un nuovo blocco, questa volta a causa di un passaggio a livello guasto all’altezza di Montanaro, con inevitabili ripercussioni su chi, ogni giorno, affida ai regionali la propria routine lavorativa o di studio.

Il treno 2735, partito da Torino Porta Nuova alle 16.25, è riuscito ad arrivare soltanto fino a Chivasso, dove la sua corsa è stata definitivamente interrotta. Una decisione obbligata, comunicata a bordo tra lo sconcerto e la rassegnazione di chi conosce fin troppo bene la fragilità di questa tratta. I passeggeri sono stati costretti a scendere e ad attendere i successivi collegamenti, riprogrammati appena la circolazione è stata ripristinata.

Il punto è che nulla, per i pendolari della Ivrea-Chivasso-Torino, sembra ormai sorprendente. Le segnalazioni che arrivano da anni, in modo costante, riguardano soprattutto le condizioni dei treni: convogli obsoleti, carrozze che mostrano tutta la loro età e servizi essenziali che troppo spesso non funzionano. Le toilette, in particolare, vengono indicate come un problema cronico. Molti passeggeri riferiscono che «non sono utilizzabili nella maggior parte delle corse», una criticità che va ben oltre il disagio momentaneo.

Il nodo diventa ancor più evidente per chi, una volta sceso a Ivrea, deve proseguire il viaggio verso Aosta utilizzando i pullman sostitutivi. Lì non c’è margine per pause o soste “organizzative”: la coincidenza con gli autobus è rigida, e chi deve cambiare mezzo deve correre per non perdere l’ultima tratta del percorso. Se i bagni del treno non funzionano, non c’è un piano B. Una condizione che può sembrare marginale ma che, per pendolari e studenti che viaggiano ogni giorno, incide sulla qualità complessiva del servizio tanto quanto ritardi e guasti.

La speranza, condivisa da chi percorre quotidianamente la linea, è che l’arrivo di materiale rotabile più moderno possa finalmente risolvere almeno parte delle criticità. Convogli nuovi significherebbero non solo bagni funzionanti, ma anche una maggiore affidabilità generale, minori guasti tecnici e una qualità di viaggio più dignitosa. Perché il tema, ormai evidente, non riguarda un singolo episodio: ciò che sta emergendo è l’immagine di una linea che continua a cedere su più fronti, lasciando i pendolari soli di fronte a un servizio che dovrebbe essere stabile, efficiente e prevedibile.

Il guasto di Montanaro, con il suo carico di attese e coincidenze sfumate, non è stato un incidente isolato ma un nuovo tassello di una serie di disservizi che sembrano ripetersi con una frequenza crescente. In una tratta che rappresenta un collegamento fondamentale per l’area canavesana, ogni stop, ogni corsa interrotta e ogni toilette fuori uso diventa il simbolo di un sistema che fatica a tenere il passo con le esigenze di chi lo utilizza ogni giorno.

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