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12 Novembre 2025 - 17:36
Irene Pivetti, nuova inchiesta per evasione Iva: un milione di euro non versato
Nuovo capitolo giudiziario per Irene Pivetti, l’ex presidente della Camera dei Deputati che oggi si ritrova ancora una volta davanti a un tribunale. La Procura di Roma le contesta il mancato versamento di quasi un milione di euro di Iva relativa all’importazione di mascherine dalla Cina, durante i mesi più drammatici dell’emergenza Covid. È l’ennesimo filone di una lunga vicenda che incrocia pandemia, affari internazionali e finanza opaca.
Secondo le indagini, le operazioni sarebbero state condotte attraverso la società Only Italia Logistics, di cui Pivetti era amministratrice e che nel frattempo è fallita. Il sospetto degli inquirenti è che la società abbia omesso di versare l’Iva dovuta sulle forniture di dispositivi di protezione individuale importati dal mercato cinese. Una cifra che si aggira attorno a un milione di euro, ma che si inserisce in un quadro più ampio: quello della gestione di commesse per decine di milioni, alcune delle quali giudicate irregolari.
Già al centro del cosiddetto “caso mascherine”, Pivetti era finita a processo a Milano con l’accusa di frode e autoriciclaggio, dopo che la Guardia di Finanza aveva scoperto che una parte dei dispositivi acquistati non rispettava gli standard sanitari richiesti e che i pagamenti avevano seguito un percorso poco trasparente. In quell’inchiesta, le autorità avevano ricostruito transazioni per oltre 35 milioni di euro, a fronte di prodotti stimati di valore reale inferiore a 10.
Ora, con l’apertura del nuovo processo nella Capitale, l’ex terza carica dello Stato torna al centro dell’attenzione giudiziaria e mediatica. Il suo avvocato, Nicola Cocco, ha spiegato che la difesa “rispetta la decisione del tribunale di Roma di tenere separati i due filoni, ma non la condivide”, sottolineando che la sua assistita “risponderà a tutte le domande” e che “non c’è nulla da nascondere”.
Durante una recente intervista a Belve, su Rai2, Irene Pivetti ha respinto ogni accusa: “Le mascherine erano tutte regolari e certificate. L’indagine non doveva nemmeno partire. È stato un trauma”. Una frase che restituisce la misura della distanza tra la sua percezione e quella dei pubblici ministeri, che invece la considerano il fulcro di un sistema di affari irregolari costruito durante l’emergenza sanitaria.

Irene Pivetti in tribunale a Milano nel 2024
Ma chi è oggi Irene Pivetti, e come si è arrivati fin qui?
Classe 1963, milanese, laureata in lingue e letterature straniere, Pivetti è stata una delle protagoniste più sorprendenti della politica italiana degli anni Novanta. Militante della Lega Nord, rappresentava la corrente cattolica e conservatrice del movimento di Umberto Bossi. Nel 1994, a soli 31 anni, diventa Presidente della Camera dei Deputati, la più giovane nella storia della Repubblica. Il suo stile severo e istituzionale le guadagna rispetto ma anche inimicizie, e dopo pochi anni finisce ai margini del partito, fino all’espulsione.
Lasciata la politica, Pivetti tenta altre strade: fonda piccoli movimenti centristi, si avvicina all’area moderata, ma senza più tornare in Parlamento. Nel frattempo diventa un volto televisivo fisso, ospite e conduttrice di talk show e programmi d’attualità, fino a reinventarsi imprenditrice nel settore dell’export e della logistica con il marchio Only Italia, nato per promuovere il Made in Italy nel mondo.
È proprio in questa veste che il suo nome ricompare nelle cronache giudiziarie. Prima per un’indagine su operazioni commerciali sospette, culminata nel 2024 con una condanna a quattro anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio. Poi per la maxi fornitura di mascherine cinesi, e ora per il nuovo procedimento sulla presunta evasione Iva. Una sequenza che ha trasformato l’immagine dell’ex icona leghista in quella di un personaggio controverso, sospeso tra potere e decadenza.
C’è in Irene Pivetti una parabola tipicamente italiana: quella di chi passa dai vertici istituzionali alla ribalta televisiva, e da lì alla cronaca giudiziaria. Figura colta e determinata, spesso definita intellettuale anomala dentro la Lega, ha cercato di costruirsi una seconda vita nel mondo degli affari globali. Ma le inchieste hanno finito per sovrastare ogni altra narrazione, fino a farne un simbolo di quella miscela di ambizione e disillusione che accompagna molti protagonisti della Seconda Repubblica.
Oggi, mentre i processi seguono il loro corso, Pivetti continua a dichiararsi innocente e a difendere la propria reputazione pubblica. “Sono tranquilla”, ha detto in una recente intervista, “perché ho sempre agito in buona fede”. Ma il suo nome resta intrappolato tra passato e presente: quello di una donna che fu la più giovane presidente della Camera e che oggi deve difendersi da accuse pesanti, davanti a una giustizia che sembra non volerla dimenticare.
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