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10 Novembre 2025 - 11:56
Da Chieri all’Italia intera, il battito dei tamburi di Drum Theatre
Applausi, tamburi e un’emozione condivisa hanno riempito il Pala San Martino di Chieri, dove domenica 9 novembre è stato consegnato a Sergio Cherubin il Premio Chieri D+, riconoscimento dedicato a chi contribuisce, con creatività e impegno civile, a costruire una comunità più inclusiva. Un premio che celebra la forza della musica come strumento di dialogo e libertà, assegnato a un uomo che da anni fa del ritmo un linguaggio capace di unire generazioni, culture e abilità diverse.
Il palco della 47ª Fiera Nazionale di San Martino è diventato così un punto d’incontro tra arte e solidarietà, tra radici locali e orizzonti nazionali. Cherubin, fondatore dell’associazione Drum Theatre, ha ricevuto il premio tra una pioggia di applausi, circondato da percussionisti e allievi che hanno trasformato la cerimonia in una festa di suoni e colori.
Nato come progetto artistico e formativo, Drum Theatre è oggi una rete di laboratori e performance che da Chieri si è estesa in tutta Italia, da Pordenone alla Sicilia, coinvolgendo bambini, ragazzi e persone con disabilità in esperienze dove la musica diventa scoperta, gioco e libertà espressiva. Non una scuola nel senso tradizionale, ma un laboratorio permanente di inclusione, dove ogni battito di tamburo è una voce che trova il suo spazio.
Cherubin ha saputo coniugare la formazione artistica con l’impegno sociale, trasformando il ritmo in una metafora di equilibrio e ascolto reciproco. Nei laboratori che conduce con il suo gruppo, il suono non è fine a se stesso, ma un modo per costruire relazioni, per scoprire la bellezza della diversità. È in quei momenti, lontano dai riflettori, che — come ha detto lui stesso — accade “la magia”: quando i ragazzi, attraverso la musica, tirano fuori qualcosa di unico, una parte di sé che la parola spesso non sa esprimere.

Eppure Drum Theatre non è una realtà sconosciuta al grande pubblico. Il gruppo ha calcato palcoscenici importanti, dall’Arena di Verona, dove ha accompagnato Jovanotti, ai talent show televisivi come Italia’s Got Talent. Ma la vera missione, spiega Cherubin, non è il successo mediatico: è la crescita delle persone, il suono condiviso che diventa esperienza comunitaria.
Durante la cerimonia, alla presenza del sindaco Alessandro Sicchiero, dell’assessora alla Cultura e alla Promozione del Territorio Antonella Giordano e del direttore del Corriere di Chieri Mirto Bersani, il fondatore di Drum Theatre ha voluto ringraziare la città che lo ha visto nascere artisticamente. Chieri, ha detto, è stata la culla di un sogno che ha saputo viaggiare senza mai perdere il suo battito originario. Ricevere questo premio, ha aggiunto, è un incoraggiamento a continuare, un segno tangibile che il messaggio di inclusione e creatività lanciato anni fa trova oggi nuova forza.
Il Premio Chieri D+, promosso dal Comune insieme al Corriere di Chieri, si conferma un riconoscimento non solo al talento, ma alla capacità di generare valore sociale e culturale. Cherubin rappresenta una visione della musica che va oltre l’esecuzione: una pratica collettiva che unisce chi ascolta e chi suona, chi impara e chi insegna, in un dialogo continuo tra corpo e ritmo, tra diversità e armonia.
L’evento, parte della kermesse organizzata da SGP Grandi Eventi, è stato inserito nel ricco calendario della Fiera di San Martino, appuntamento storico che ogni anno richiama a Chieri migliaia di visitatori. L’iniziativa gode del patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del MAB UNESCO CollinaPo, con il contributo della Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia, il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese e il DUC Chieri.
La serata di premiazione si è trasformata in un dialogo tra istituzioni, cittadini e artisti. Non una celebrazione sterile, ma la conferma che la cultura, quando è accessibile e partecipata, può davvero cambiare il modo di vivere le comunità. Drum Theatre, con le sue cinque realtà attive sul territorio nazionale, ne è la prova: i suoi concerti e laboratori sono piccoli centri di energia sociale, dove la musica diventa terapia, educazione e libertà.
In un tempo in cui la parola “inclusione” rischia di ridursi a un’etichetta, il lavoro di Cherubin restituisce concretezza al termine, trasformandolo in azione. Ogni laboratorio è un’esperienza di rispetto reciproco, ogni tamburo suonato insieme è una lezione di empatia. La sua storia, partita dai locali di Chieri e arrivata fino ai teatri nazionali, racconta che l’arte può davvero essere un ponte, un modo per ascoltare e per farsi ascoltare.
Nell’applauso finale, mentre i tamburi continuavano a risuonare, si percepiva qualcosa di più di una semplice gratitudine. Era la consapevolezza che la musica, nelle mani giuste, può diventare comunità. E che da una città come Chieri, con la sua lunga tradizione culturale, può partire un messaggio destinato a risuonare lontano: quello del ritmo come linguaggio universale dell’inclusione.
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