Cerca

Attualità

Nonostante le polemiche, il convegno sulla "Russofobia" si farà. Arriva anche Di Battista

Dopo lo stop del Polo del ’900, l’evento si sposta al circolo Arci La Poderosa

Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista

Alla fine a Torino il convegno contro la "Russofobia" si farà. E promette di diventare in un boomerang per gli oppositori perché, come proclama uno dei protagonisti, lo storico Angelo D'Orsi, "la censura moltiplicherà il pubblico".

Inizialmente l'evento era in programma nel Polo del '900, centro culturale ricavato in un antico palazzo del centro cittadino con il sostegno del Comune, della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo. La protesta degli attivisti radicali, che avevano parlato di "iniziativa filo-putiniana" annunciando una contro-manifestazione, aveva innescato una polemica che aveva spinto i responsabili della struttura a imporre uno stop. Ora la data è confermata (il 12 novembre) e a cambiare è la sede: un circolo Arci chiamato 'La Poderosa'. Ma crescerà il numero delle voci dal palco: al giornalista Vincenzo Lorusso e allo stesso D'Orsi dovrebbero aggiungersi l'ex deputato Alessandro Di Battista e l'attore Moni Ovadia.

D'Orsi afferma che voleva essere della partita anche Alessandro Barbero, ma "con lui organizzeremo un altro incontro, sotto forma di pubblico dialogo con me". "Gramsci - aggiunge - scriveva che i censori sono innanzi tutto stupidi. E questo caso che mi riguarda lo conferma alla grande. La mia conferenza si sarebbe svolta tranquillamente (a parte qualche drappello di guastatori nazi-radical-ucraino, prevedibile), e avrei parlato a 50-100 persone. Ora, grazie ai miei censori, la conferenza si farà lo stesso, ma il pubblico sarà moltiplicato".

A gettare il sasso nello stagno, la scorsa settimana, era stata Europa Radicale, che dall'inizio della guerra in Ucraina non smette, dal Piemonte, di denunciare l'esistenza di quella che chiama "la peste putiniana": una quantità di eventi e iniziative culturali che in realtà portano avanti la propaganda del Cremlino. Torino, in base a un dossier confezionato dagli attivisti, risulta essere addirittura una delle città italiane più flagellate dal fenomeno.

Il primo a intervenire era stato Carlo Calenda: "Questa cosa è organizzata dall'Anppia (associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti - ndr) e siccome molti dirigenti sono del Pd, vorrei chiedere a Elly Schlein di intervenire e al sindaco Lo Russo di evitare questo schifo". L'Anppia aveva preso le distanze, spiegando che era stata una iniziativa della filiale torinese di cui non era a conoscenza e di cui non condivideva una virgola. Quindi era arrivato lo stop.

Ora in ambienti radicali si fa presente che la nuova sede del convegno non è un'istituzione pubblica e che nessuno ha intenzione di impedire alcunché. Sul versante opposto c'è chi indica nel sindaco di Torino il "censore" e lancia l'idea di investirlo con un mailbombing.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori