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Torino, scontro sulla Russia: il convegno che non si farà

Annullato 'Russofilia, russofobia, verità' al Polo del ’900. Europa Radicale denuncia l'evento: “Una bestemmia contro la memoria di Bruno Segre”. D’Orsi replica: “Mi hanno zittito in nome della democrazia”

Torino

La locandina dell'evento organizzato dallo storico torinese Angelo D'Orsi.

Era stato presentato come un convegno “per comprendere la Russia” ma, secondo Europa Radicale, dietro quella apparente neutralità si celava l’ennesima operazione di propaganda del Cremlino. A Torino, nel cuore del Polo del ’900, luogo simbolo della memoria antifascista, avrebbe dovuto svolgersi il 12 novembre un incontro - 'Russofilia, russofobia, verità' - con la partecipazione del giornalista Vincenzo Lorusso e dello storico Angelo d’Orsi, già docente dell’Università di Torino. 

A denunciare l’iniziativa sono stati Igor Boni, coordinatore di Europa Radicale, e Samuele Moccia, dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, che avevano annunciato una manifestazione di protesta per mercoledì 12 novembre. Saremo davanti al Polo del ’900 a manifestare il nostro sdegno per le posizioni a sostegno dei crimini di guerra che si stanno compiendo in Ucraina”, avevano dichiarato. Ci saremo perché la guerra ibrida di Mosca e la sua propaganda infame, con i megafoni di propagandisti come Vincenzo Lorusso e Angelo d’Orsi, deve essere denunciata in ogni momento”, si leggeva nel proclama diffuso dai Radicali.

Igor Boni, coordinatore di Europa Radicale,

Torino, ricordano i Radicali, è una delle città italiane più esposte alla disinformazione proveniente dal Cremlino: “Lo abbiamo denunciato e continuiamo a farlo con il dossier La peste putiniana. Ci saremo con le bandiere ucraine, quelle degli aggrediti dagli invasori assassini russi”.

Un passaggio della loro dichiarazione colpisce in modo particolare: “Che questo evento sia promosso dalla Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA) è letteralmente una bestemmia, un insulto nei confronti di Bruno Segre, che dell’associazione è stato presidente. Un insulto alla sua storia, all’antifascismo e alla Resistenza», sostengono i Radicali”.

Parole che hanno avuto un effetto immediato: l’evento è stato cancellato. A confermarlo, tra gli altri, anche il post su X dell’eurodeputata Pina Picierno, che ringrazia il sindaco Stefano Lo Russo e il Polo del ’900 per la decisione. 

Igor Boni ha inoltre ricordato che “Abbiamo contribuito a lanciare l’allarme per primi e siamo felici che sia stato raccolto da altre associazioni e da membri delle istituzioni, come Pina Picierno, che denuncia con costanza la propaganda e la disinformazione che arrivano da Mosca. Il passo che deve fare ora il nostro Paese è attuare il Regolamento Europeo che vieta la propaganda russa nell’UE, in particolare i prodotti provenienti da RT e Sputnik, emittenti che possiamo definire la “mano armata” nella guerra ibrida del Cremlino”.

Ma la richiesta dei Radicali va oltre i confini nazionali: Europa Radicale chiede all’Unione Europea di rendere vincolante per tutti gli Stati membri il divieto di diffusione dei media di Stato russi, di creare un osservatorio europeo permanente contro la disinformazione e di avviare campagne di alfabetizzazione digitale finanziate direttamente da Bruxelles. “L’Europa deve difendersi con gli strumenti della verità - ha dichiarato Boni - perché la propaganda non si combatte con la censura, ma con la trasparenza, l’informazione libera e l’educazione critica dei cittadini”.

Il messaggio si chiude con un ringraziamento e un monito: “Grazie Pina Picierno, grazie Europa Radicale, grazie Carlo Calenda e grazie agli amici della FIAP Federazione Italiana Associazioni Partigiane, che ogni giorno ci dimostrano cosa significa davvero essere antifascisti: scegliere la verità, la libertà e la dignità contro ogni forma di propaganda autoritaria”.

A fronte della cancellazione, Angelo d’Orsi ha replicato con un lungo articolo sulla testata online La Città Futura, denunciando quella che definisce “una censura in nome della democrazia”. Lo storico torinese ha espresso amarezza per quello che considera un segnale allarmante per la libertà del dibattito culturale.

Angelo D'Orsi, storico della filosofia e giornalista italiano, già docente universitario (Immagine da 'La Città Futura').

“La mia conferenza 'Russofobia, russofilia, verità', prevista il 12 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900, è stata inopinatamente annullata”, scrive d’Orsi. “L’accusa che spiega l’annullamento è la stessa che ha impedito al direttore d’orchestra russo Gergiev e al baritono Abdrazaov di esibirsi: quella di fare “propaganda”. E quindi, senza neppure aspettare che io tenga la mia conferenza, vengo poco democraticamente silenziato in nome della democrazia, di cui l’Occidente sarebbe il faro, mentre la Russia di Putin affoga nell’autocrazia”.

Lo storico ripercorre nel testo la propria carriera accademica, le collaborazioni e l’impegno civile, ricordando di aver dedicato la vita alla cultura torinese: “Sono un “terrone” (salernitano) e vivo a Torino dal 1957, dove ho studiato e insegnato per oltre quarant’anni. Non avrei mai, e dico mai, potuto immaginare che venisse annullata una mia conferenza nella mia città”.

Il reporter Vincenzo Lorusso.

D’Orsi spiega che durante l’evento era previsto anche “un collegamento dal Donbass con il giornalista Vincenzo Lorusso, autore del recente volumetto De russophobia’, quindi persona informata e qualificata per parlare”. “Il cuore dell’incontro -ribadisce - era però la mia conferenza, e non il collegamento, che rappresentava solo un di più”.

Lo storico individua la scintilla dell’annullamento in un comunicato diffuso, a suo dire, da una ignota associazione ucraina e da una sigla legata al Partito Radicale”, cui sarebbe seguita la presa di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: “La ben nota Pina Picierno - scrive d’Orsi - ha chiesto, anzi ingiunto, al sindaco di Torino di far annullare l’evento. Così è avvenuto. E io l’ho saputo da un post gongolante della stessa signora, prima ancora che gli organizzatori me lo comunicassero”.

Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo.

D’Orsi formula quindi una serie di richieste pubbliche:Mi aspetto che la ministra dell’Università venga al mio fianco e mi faccia tenere la conferenza. Mi aspetto che il sindaco di Torino dichiari di non essere intervenuto per bloccarla. Mi aspetto che l’ANPPIA nazionale e la direzione del Polo del ’900 mi chiedano scusa. Mi aspetto un gesto di solidarietà dal mondo accademico e intellettuale, almeno cittadino”.

Ma il suo tono si fa infine rassegnato: “Temo che nessuno di questi atti avverrà. Perciò chiedo alle testate giornalistiche e ai programmi televisivi con cui ho collaborato di pubblicare questa mia o di darmi spazio per esporre pubblicamente le mie ragioni. Che ad uno storico di professione, un accademico “togato”, venga impedito di tenere una conferenza pubblica è un fatto inaccettabile, di cui sarebbe vergognoso tacere o colpevole sottovalutare”.

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