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Scossa di terremoto nella notte in Canavese. È il secondo episodio in un mese nella stessa area

Epicentro a sei chilometri di profondità, evento non avvertito dalla popolazione ma secondo episodio in un mese

Scossa di terremoto

Scossa di terremoto nella notte in Canavese. È il secondo episodio in un mese nella stessa area

Una lieve scossa di terremoto di magnitudo 1.3 è stata registrata nella notte tra sabato 8 e domenica 9 novembre a Carema, piccolo comune dell’alto Canavese, al confine con la Valle d’Aosta. Il sisma è stato localizzato alle 3.50 ora italiana dalla sala sismica di Roma dell’Ingv, con coordinate geografiche 45.5973 di latitudine e 7.8507 di longitudine, a una profondità di sei chilometri.

Si è trattato di un evento di bassa intensità, che non è stato avvertito dalla popolazione e non ha provocato alcun danno. Complice l’orario notturno e la posizione dell’epicentro — localizzato in una zona collinare a pochi chilometri dal confine valdostano — la scossa è passata praticamente inosservata.

Nel raggio di dieci chilometri dall’epicentro rientrano diversi comuni del territorio canavesano: Quincinetto, Settimo Vittone, Tavagnasco, Nomaglio, Quassolo, Andrate e Borgofranco d’Ivrea, oltre naturalmente a Carema, distante solo tre chilometri dal punto esatto della rilevazione.

Secondo i tecnici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il sisma rientra nella normale attività sismica dell’area alpina nord-occidentale, caratterizzata da frequenti scosse di lieve entità dovute ai movimenti tettonici della placca euroasiatica e africana, che proprio lungo l’arco alpino trovano uno dei principali punti di contatto.

Non si tratta infatti del primo episodio registrato nella zona: una scossa analoga, di magnitudo 1.2, era già stata segnalata il 10 ottobre scorso, sempre con epicentro a Carema e a una profondità simile. Anche in quel caso l’evento non aveva causato alcun danno né era stato percepito dai residenti.

Gli esperti spiegano che questi micro-terremoti, pur non costituendo un pericolo, rappresentano un fenomeno naturale di rilascio di energia che contribuisce a mantenere in equilibrio le tensioni sotterranee. In Piemonte, e in particolare nelle aree montane al confine con la Valle d’Aosta, l’attività sismica è considerata moderata, con scosse di lieve entità distribuite durante l’anno, raramente superiori al terzo grado della scala Richter.

La Protezione civile regionale e i vigili del fuoco non hanno ricevuto segnalazioni né richieste di intervento. L’evento, come sempre in questi casi, è stato automaticamente registrato dalle reti di monitoraggio dell’Ingv e inserito nel catalogo sismico nazionale.

Nel territorio canavesano, gli strumenti rilevano mediamente una decina di scosse all’anno, quasi tutte di magnitudo inferiore a 2.0. Queste leggere vibrazioni del terreno non vengono avvertite ma confermano che la zona resta sismicamente attiva, anche se a livelli di bassa pericolosità.

Negli ultimi anni, l’Ingv ha potenziato la rete di sensori in Piemonte per monitorare con maggiore precisione anche i micro-eventi. Grazie a una tecnologia più sensibile e a un sistema di comunicazione immediato, ogni scossa viene localizzata con margini di errore sempre più ridotti.

Il territorio tra Carema e Borgofranco d’Ivrea si trova in una fascia di transizione geologica, dove la crosta terrestre risente ancora degli antichi movimenti che, milioni di anni fa, diedero origine alle Alpi. Piccoli assestamenti come quello della notte scorsa rientrano pienamente nei parametri normali di attività del settore occidentale alpino, e non sono collegati ad alcuna sequenza sismica preoccupante.

L’episodio non ha dunque destato allarme, ma ha comunque riacceso l’attenzione su un tema spesso sottovalutato: la necessità di mantenere sempre alta la prevenzione sismica, anche nelle aree dove le scosse sono di lieve entità. Gli esperti ricordano che la conoscenza e la vigilanza restano gli strumenti principali per garantire sicurezza, soprattutto nei territori montani dove il patrimonio edilizio è più datato.

A Carema, intanto, la domenica si è aperta senza alcun segno visibile dell’evento. Nessuna chiamata ai soccorsi, nessun risveglio improvviso: solo un puntino registrato sui grafici dell’Ingv, che testimonia il costante respiro della terra sotto il Canavese.

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