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Boom di truffe da investimento online in Piemont: spariti oltre 9 milioni di euro

Più di 200 denunce nell’anno, vittime soprattutto over 60. I truffatori usano immagini create con l’IA

Piemonte, boom di truffe

Piemonte, boom di truffe da investimento online: spariti oltre 9 milioni di euro

Un clic, una promessa di guadagni facili e i risparmi di una vita che scompaiono. È la nuova frontiera dell’inganno digitale, e in Piemonte sta diventando una vera emergenza. Oltre nove milioni di euro sottratti in un solo anno a cittadini finiti nella rete dei falsi investimenti online, spesso confezionati con una cura da sembrare autentici. Più di 200 denunce sono già arrivate agli uffici della Polizia postale, che parla di un fenomeno in forte crescita, ormai non più episodico ma strutturato.

Dietro quei numeri c’è la fragilità di famiglie e pensionati che si lasciano convincere da proposte d’investimento su piattaforme apparentemente sicure, spesso sponsorizzate da volti noti o da società con nomi rassicuranti. Il meccanismo è collaudato: un piccolo versamento iniziale, una prima “prova” di guadagno, poi l’escalation di richieste e promesse sempre più allettanti. Fino al silenzio improvviso. Il risultato, nella maggior parte dei casi, è una perdita totale dei fondi.

A pagare il prezzo più alto sono gli ultrasessantenni, più esposti al linguaggio persuasivo dei truffatori e spesso meno attrezzati a riconoscere le insidie digitali. È una vulnerabilità psicologica e tecnologica che i criminali conoscono bene. Si presentano come consulenti finanziari, offrono supporto personalizzato e inviano link a piattaforme sofisticate, che imitano fedelmente i siti delle banche o dei broker reali.

Ma l’aspetto più inquietante è l’evoluzione tecnologica delle truffe. La nuova arma è l’intelligenza artificiale: volti generati digitalmente, loghi perfettamente riprodotti, scenari realistici che rendono il falso indistinguibile dal vero. In molti casi, i truffatori si presentano in videochiamata con immagini AI che simulano consulenti di successo o dirigenti di società finanziarie inesistenti. L’effetto è potente: la vittima vede un volto, ascolta una voce, legge documenti ufficiali, e il sospetto svanisce.

Per la Polizia postale del Piemonte, si tratta di un cambio di passo nel crimine informatico. Non più il messaggio grossolano o l’email mal tradotta, ma una truffa costruita su misura, con strumenti digitali sofisticati e un approccio psicologico mirato. Gli investigatori stanno lavorando su più fronti: smascherare le organizzazioni dietro i siti fraudolenti, tracciare i flussi di denaro (che finiscono spesso in conti all’estero) e, soprattutto, prevenire. Perché l’unico antidoto efficace resta la consapevolezza.

Le campagne di sensibilizzazione, spiegano gli agenti, sono ormai parte integrante dell’attività quotidiana. L’obiettivo è insegnare ai cittadini a diffidare delle promesse di rendimenti rapidi, a controllare l’affidabilità dei siti e a non fornire mai dati personali o bancari a intermediari non verificabili. Ma nonostante gli sforzi, le segnalazioni non diminuiscono.

L’impressione, ammettono gli investigatori, è che la “truffa d’investimento 2.0” sia diventata un terreno fertile per le organizzazioni criminali internazionali, che operano con server e società di comodo in Paesi difficilmente raggiungibili dalle autorità italiane. I danni economici sono ingenti, ma quelli sociali lo sono ancora di più: sfiducia, isolamento, vergogna, soprattutto tra gli anziani che si rendono conto troppo tardi di essere stati raggirati.

Oltre ai numeri e alle denunce, resta una domanda che riguarda tutti: quanto siamo davvero pronti a riconoscere un inganno digitale in un mondo dove il falso può sembrare più vero del vero? L’illusione di un clic sicuro, oggi, può costare cara. E la consapevolezza, più che una virtù, diventa una forma di difesa civile.

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