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06 Novembre 2025 - 10:10
Notti di petardi e schiamazzi a Leini: cresce la rabbia dei residenti
Notte dopo notte, piazza Primo Maggio a Leini si trasforma in un palcoscenico di rumori, scoppi e grida che rimbalzano tra i palazzi. Da settimane i residenti convivono con petardi esplosi a ogni ora, schiamazzi e atti vandalici che rendono impossibile il riposo. Un clima di esasperazione crescente, che ha trovato eco sui social e in numerose segnalazioni al Comune e alle forze dell’ordine.
«Piazza 1° Maggio… terra di nessuno, in mano a un gruppo di teppisti che devastano tutto», scrive un abitante sul gruppo Facebook “Sei di Leinì se…”. Il tono è comune a molti altri messaggi: si parla di bombe carta, di vetri che tremano e di una sensazione di abbandono che ha finito per incrinare la fiducia dei cittadini. Le serate — raccontano — si trasformano in un susseguirsi di scoppi e risate sguaiate, con gruppi di minorenni che si radunano in piazza e tra le vie limitrofe, tra linguaggio offensivo, bottiglie abbandonate e cassonetti rovesciati.
Una residente ricorda l’ultimo episodio: «Qualche sera fa mia figlia ha chiamato il 112 per segnalare alcuni ragazzini che, nei pressi della banca, svuotavano i bidoni e facevano i vandali. I Carabinieri sono arrivati, li hanno ammoniti e fatti ripulire. Ma dopo un’ora erano di nuovo lì». Parole che condensano il senso di impotenza di chi assiste a comportamenti sempre più sfrontati, spesso consumati sotto le finestre di chi al mattino deve andare al lavoro.

Le segnalazioni si sono moltiplicate. In Comune è arrivata una pioggia di messaggi e richieste di intervento. Alcuni cittadini propongono di potenziare la videosorveglianza, convinti che la presenza di telecamere possa scoraggiare i gruppi più turbolenti. Altri chiedono una presenza più costante delle pattuglie, almeno nei fine settimana, quando gli episodi si ripetono con maggiore frequenza. Non manca, però, chi invita alla prudenza: “non serve militarizzare la piazza”, sostengono alcuni residenti, “ma far capire a quei ragazzi che la libertà non è fare rumore sotto le finestre degli altri”.
Nel frattempo, le forze dell’ordine proseguono con interventi mirati, soprattutto nelle ore serali. Secondo quanto trapelato, l’obiettivo è ristabilire un minimo di ordine senza inasprire il conflitto tra giovani e adulti. La linea è quella della fermezza unita alla prevenzione, con controlli visibili e segnalazioni raccolte direttamente dagli agenti sul territorio.
Dietro il malessere di piazza Primo Maggio si nasconde una questione più ampia, comune a molte realtà urbane: la convivenza tra generazioni in spazi pubblici sempre più contesi. Da un lato c’è la richiesta di svago e socialità dei più giovani; dall’altro, il diritto al riposo e alla sicurezza di chi abita in zona. La sfida per l’amministrazione comunale è trovare un equilibrio tra tolleranza e regole, evitando che la piazza diventi un simbolo di degrado.
Le istituzioni locali, secondo quanto riferiscono fonti municipali, stanno valutando un piano d’azione che includa una maggiore collaborazione con le famiglie e un rafforzamento della vigilanza urbana. In discussione c’è anche la possibilità di promuovere progetti educativi e di aggregazione che offrano alternative ai ritrovi notturni senza controllo.
Il caso di Leini racconta una fatica sociale che va oltre il rumore dei petardi. È la storia di una comunità che si interroga su come vivere i propri spazi pubblici, su quanto il disordine debba essere tollerato e su come reagire quando il confine tra libertà e disturbo viene superato. Piazza Primo Maggio, da luogo d’incontro, è diventata un terreno di tensione, un simbolo di disagio urbano che richiede una risposta condivisa.
Alla base, forse, non c’è solo la mancanza di regole, ma una frattura generazionale: ragazzi che cercano visibilità, adulti che chiedono silenzio, autorità che cercano un punto di mediazione. In mezzo, una città che non vuole rinunciare né alla vivibilità né alla vitalità.
Il futuro della piazza dipenderà dalla capacità di unire le forze: Comune, Carabinieri, cittadini e famiglie. Servirà una strategia che non si limiti alle multe o agli appelli, ma ricostruisca il senso di appartenenza a un luogo comune. Perché la vera sicurezza, a Leini come altrove, nasce quando la comunità si riconosce nelle stesse regole e negli stessi spazi.
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