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06 Novembre 2025 - 10:35
Il parco Spurgazzi si rifà il look: a Caluso ottantaquattro alberi sotto le cure del Comune
A Caluso la sicurezza si misura anche in altezza. È quella degli alberi che ombreggiano le piazze, costeggiano le scuole, accompagnano i viali e raccontano — in silenzio — la storia di una comunità. Ottantaquattro di loro saranno sottoposti a interventi urgenti di manutenzione, dopo i sopralluoghi condotti dall’ufficio tecnico comunale. Non si tratta di un semplice lavoro di giardinaggio, ma di una vera e propria operazione di prevenzione: ridurre i rischi, salvaguardare ciò che può essere preservato e intervenire laddove la natura mostra segni di cedimento.
Al centro di tutto, ancora una volta, il parco Spurgazzi, cuore verde ed emotivo della città. Qui la manutenzione diventa una prova di equilibrio tra tutela e sicurezza, un gesto di responsabilità verso un patrimonio che unisce valore naturalistico e memoria storica.
Gli accertamenti condotti nelle scorse settimane hanno individuato una serie di criticità diffuse sul territorio comunale. Le priorità d’intervento riguardano 84 alberi che presentano problemi di stabilità o di secchezza dei rami. In particolare, le aree più sensibili si trovano attorno a piazza Mario Actis Perinetti, nella zona del mercato, davanti all’istituto professionale “Carlo Ubertini”, alla scuola dell’infanzia Tronzano di via Mattirolo, in via Trieste, di fronte alla sede del Consorzio del canale, e ancora in via Martiri d’Italia, nei pressi della stazione ferroviaria, sulla pista pedonale che conduce al cimitero, in via Duca degli Abruzzi nella frazione di Arè, e infine nell’area dell’ex scuola primaria di Rodallo, oggi in vendita.
Non si tratta di tagli indiscriminati. L’obiettivo è intervenire con potature di sicurezza, rimozione dei rami secchi e ridimensionamenti mirati, senza alterare l’identità dei luoghi. La linea è chiara: conservare ciò che è sano, mettere in sicurezza ciò che è fragile.
Per il parco Spurgazzi, simbolo della città, è stato redatto uno studio fitostatico a cura dell’agronomo forestale Davide Baridon, che ha analizzato uno per uno gli esemplari presenti. Il responso non lascia spazio a rinvii: occorrono potature di riequilibratura e rimonda del secco su piante di diverse specie. L’incarico operativo è stato affidato alla ditta Airaudi & C. di Robassomero, per una spesa complessiva di circa 17 mila euro.
Non si parla di un restyling estetico, ma di una chirurgia del verde. Ogni taglio, ogni intervento, è calibrato per preservare la stabilità e prevenire cedimenti, soprattutto in un’area come quella del parco, molto frequentata e attraversata quotidianamente da famiglie e studenti.
La storia recente ricorda che non sempre la manutenzione può evitare scelte dolorose. Solo un anno fa, infatti, il Comune era stato costretto ad abbattere due platani secolari del parco Spurgazzi, giudicati pericolosamente instabili dagli esperti. Una decisione che aveva suscitato dispiacere, ma che oggi viene riletta come un atto di prudenza necessario. «La prevenzione — sottolineano dal Comune — non è un eccesso di zelo, ma l’unico modo per garantire la sicurezza senza perdere il nostro patrimonio naturale».
Negli anni precedenti, gli interventi di manutenzione avevano già interessato 111 piante tra capoluogo e frazioni, compresa la grande sequoia sempreverde del parco, un vero monumento vivente. Alta circa 30 metri e con oltre due secoli di vita stimata, è oggi sottoposta a tutela speciale: danneggiarla comporterebbe una sanzione tra 5 mila e 100 mila euro. Attorno a lei, un giardino all’inglese che richiede cura costante, dove ogni pianta è stata censita, catalogata e dotata di una targhetta identificativa che racconta la specie e la storia del luogo.
Il parco Spurgazzi, ampliato alla fine del Settecento, resta un tassello identitario per i calusiesi. È un luogo in cui la bellezza si intreccia con la memoria, e dove la manutenzione non è soltanto un dovere tecnico ma un atto di custodia collettiva. Dopo l’abbattimento dei due platani, restano circa ottanta alberi: tigli, querce, cedri e la sequoia, che continua a dominare il panorama come un simbolo di resilienza e continuità storica.
Il nuovo piano di interventi riflette una visione di sostenibilità urbana che non cede all’emergenza, ma pianifica nel tempo. La gestione del verde è ormai una componente cruciale della sicurezza pubblica, al pari delle infrastrutture e dell’illuminazione. Un ramo non potato, un albero trascurato, possono trasformarsi in pericolo. Per questo la manutenzione non può essere un episodio isolato: serve continuità, monitoraggio e programmazione.
A Caluso, il tema ha assunto negli ultimi anni un significato anche culturale. Il verde non è solo decoro, ma bene comune. Lo sanno bene i tecnici e gli amministratori, che hanno scelto di procedere per gradi, senza “fare pulizia” ma “fare manutenzione”, distinguendo ciò che può essere salvato da ciò che rappresenta un rischio.
Gli interventi in programma non avranno la visibilità di una nuova piazza o di un restauro monumentale, ma toccheranno uno dei nervi più sensibili della città: la convivenza tra natura e sicurezza. È un lavoro paziente, fatto di controlli, potature e decisioni spesso impopolari, ma che restituisce la misura della responsabilità pubblica.
Il verde urbano, a Caluso come altrove, non è solo un elemento estetico: è parte della qualità della vita, del microclima, della salute collettiva. Proteggerlo significa coltivare una cultura della prevenzione, accettando che la sostenibilità non nasce da interventi eclatanti ma da scelte costanti, misurate, consapevoli.
E forse è proprio questo il messaggio che arriva dal parco Spurgazzi e dai suoi viali: la sicurezza non è un limite, ma un modo per proteggere ciò che resta. Come un giardiniere che conosce il tempo delle stagioni, anche una città deve imparare a curare, non solo a tagliare, a preservare con lentezza ciò che la storia le ha affidato.
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