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Torino chiede aiuto agli influencer per promuovere il rispetto

Approvata in Consiglio la mozione del Pd per una città più inclusiva: social, scuole e quartieri al centro del piano

Torino chiede aiuto

Torino chiede aiuto agli influencer per promuovere il rispetto

Torino sceglie di parlare ai giovani con il loro stesso linguaggio. Dopo i recenti episodi di tensione al liceo Einstein e le polemiche seguite ai volantini contro la cosiddetta “cultura maranza”, il Consiglio comunale ha approvato una mozione sul disagio giovanile che punta a un approccio nuovo: usare la forza comunicativa dei social network e dei volti più noti tra gli influencer e gli sportivi per promuovere convivenza, rispetto e inclusione.

L’idea, firmata dai consiglieri democratici Abdullahi Ahmed, Ludovica Cioria e Lorenza Patriarca, è quella di costruire un piano integrato che metta insieme educazione, cultura e cittadinanza attiva, partendo dal riconoscimento di un disagio che, soprattutto tra gli adolescenti, si esprime ormai in forme sempre più visibili. Un disagio che spesso trova sfogo nei comportamenti aggressivi online, nelle tensioni tra gruppi o nell’isolamento sociale.

Il progetto prevede di coinvolgere figure di riferimento amate dai ragazzi, come Khaby Lame, il tiktoker più seguito d’Italia, e altri volti dello sport e dello spettacolo, che potrebbero diventare ambasciatori di una nuova narrazione urbana. Campagne di comunicazione mirate, realizzate con linguaggi semplici e diretti, avrebbero l’obiettivo di trasmettere messaggi positivi su convivenza, rispetto reciproco e senso di comunità.

A dare forza alla proposta è anche la volontà di riscattare l’immagine della zona Nord di Torino, troppo spesso associata a cronache di degrado o marginalità. Qui, spiegano i promotori, la rete dei centri culturali, delle associazioni e delle realtà sportive rappresenta una risorsa fondamentale per ripensare il modo in cui la città si racconta. Si punta a trasformare il palco virtuale dei social in un luogo reale di incontro, dove la creatività e la partecipazione giovanile possano diventare strumenti di coesione.

L’assessora alle Periferie Carlotta Salerno ha espresso la disponibilità a lavorare per concretizzare la mozione, in collaborazione con l’assessorato allo Sport di Domenico Carretta. L’obiettivo è dare forma a un progetto condiviso, capace di unire politiche educative e azioni sul territorio, con un approccio capillare e continuativo.

Il documento approvato in aula prevede anche la creazione di un tavolo permanente sull’orientamento scolastico, che metta in relazione istituzioni, famiglie e scuole per monitorare le esigenze degli studenti, in particolare quelli di seconda generazione. Un confronto costante per migliorare l’offerta formativa e contrastare la dispersione scolastica, che continua a rappresentare un problema significativo soprattutto nelle periferie.

Grande attenzione viene riservata al ruolo delle scuole come presìdi di legalità. La mozione immagina di estendere i Patti Educativi di Comunità, permettendo agli istituti di aprire anche nei weekend come spazi di socialità e formazione. Gli edifici scolastici diventerebbero così luoghi di incontro, dove mediatori culturali, educatori e associazioni locali collaborano per creare una rete di sostegno ai giovani.

Un altro tassello del piano riguarda la mappatura dei doposcuola cittadini: l’idea è quella di creare una piattaforma digitale, accessibile anche tramite QR code, che permetta alle famiglie di orientarsi tra le diverse opportunità offerte da enti, parrocchie e volontariato. Un modo concreto per rendere più accessibile un servizio che oggi risulta frammentato e poco conosciuto.

Sul versante sportivo, si punta a replicare il modello del Balon Mundial del Cecchi Point, il torneo di calcio multiculturale diventato simbolo di inclusione, in altri quartieri della città. Lo sport viene così riconosciuto come strumento di integrazione e coesione sociale, capace di unire giovani di origini diverse intorno a un obiettivo comune.

Per la maggioranza, la mozione rappresenta un passo necessario verso una Torino più solidale e moderna. Una città che, invece di reprimere, prova a intercettare il disagio giovanile e a trasformarlo in partecipazione. Perché, come sottolineano i promotori, non si può lasciare ai modelli negativi il monopolio della comunicazione.

Il voto arriva in un momento delicato per la città, scossa da episodi che hanno riportato al centro il tema della gioventù e della marginalità urbana. Dalle tensioni davanti all’Einstein alle notti di Halloween finite in violenza, emerge un quadro complesso, in cui i social non sono più solo un luogo di svago ma anche di scontro e isolamento.

La sfida che Torino si pone è quella di riempire quel vuoto con messaggi positivi, dando ai giovani strumenti per esprimersi, confrontarsi e sentirsi parte di una comunità. La mozione non è che un punto di partenza, ma segna la volontà politica di guardare al futuro con una visione diversa: una città che non si limita a punire chi sbaglia, ma che prova a costruire occasioni di crescita condivisa.

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