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Cronaca
03 Novembre 2025 - 12:08
Coppia sorpresa a fare sesso in chiesa dal parroco: “Serve rispetto per i luoghi sacri”
Una porta socchiusa, il silenzio di una chiesa di periferia e un gesto che travalica il limite del rispetto. È accaduto a Salsasio di Carmagnola, dove il parroco don Iosif Patrascan ha sorpreso due giovani mentre consumavano un rapporto sessuale all’interno del luogo di culto. L’episodio, avvenuto lunedì 27 ottobre, ha scosso la comunità locale e riacceso l’allarme su sicurezza e decoro nei dintorni della chiesa di via Novara 102, già teatro di atti vandalici e comportamenti irrispettosi.
Secondo quanto ricostruito, la coppia – una “giovane di origine straniera”, come riportato nelle note della parrocchia – avrebbe iniziato con effusioni sul sagrato per poi appartarsi all’interno, vicino alla statua della Madonna e del Sacro Cuore. Il gesto, compiuto in pieno giorno, è stato notato dal sacerdote che, accortosi della scena, ha immediatamente interrotto l’atto e dato l’allarme. Le telecamere di sorveglianza presenti sul posto hanno ripreso parte della sequenza: le immagini sono ora al vaglio dei Carabinieri, che stanno lavorando per identificare i responsabili. Don Patrascan ha sporto denuncia formale, informando nel contempo gli organismi parrocchiali e la diocesi.
Per la comunità di Salsasio, che da mesi segnala episodi di disturbo, si tratta di un punto di non ritorno. “Non è il primo caso di inciviltà che siamo costretti a subire”, si legge nella nota diffusa dalla parrocchia. “Attorno alla nostra chiesa si sono verificati comportamenti che dimostrano un disprezzo crescente verso i luoghi sacri e verso la comunità cristiana”.

Già la scorsa estate, ignoti avevano danneggiato il porticato davanti agli uffici parrocchiali, sradicando le telecamere e rubando parte dell’impianto di illuminazione. In diverse occasioni, fedeli e volontari hanno denunciato muri imbrattati, rifiuti abbandonati, bottiglie rotte e perfino persone che compiono bisogni fisiologici sul sagrato. Alcuni anziani hanno riferito di essere stati importunati mentre partecipavano alle celebrazioni serali. La chiesa nuova di Salsasio, con il suo ampio sagrato, è diventata un punto di ritrovo non controllato, dove la linea tra aggregazione e degrado sembra essersi assottigliata.
Il parroco, noto per il suo impegno pastorale e sociale, parla di “un clima difficile”, aggravato dal fatto che l’area è spesso poco illuminata e isolata nelle ore serali. “Serve più presenza – ha spiegato – ma anche un recupero di senso civico. La chiesa è un luogo di accoglienza e di preghiera, non un rifugio per chi non rispetta”.
L’episodio, pur nella sua gravità, si inserisce in una dinamica più ampia: quella della fragilità delle periferie urbane, dove la mancanza di presidi e la scarsa attenzione al decoro pubblico finiscono per alimentare episodi di degrado. La comunità di Salsasio, che conta diverse centinaia di famiglie, si è subito mobilitata, chiedendo al Comune e alle forze dell’ordine un rafforzamento dei controlli. “Non si tratta solo di punire – sottolineano alcuni parrocchiani – ma di prevenire. Quando un luogo sacro diventa teatro di simili gesti, significa che la misura è colma”.
Sul fronte religioso, la risposta della parrocchia sarà anche spirituale. Venerdì 7 novembre è prevista una liturgia riparatoria con adorazione eucaristica e confessioni dalle 17 alle 17.50, seguite dalla Santa Messa alle 18. Un momento di riflessione collettiva per “ricucire la ferita morale e comunitaria”, come scrive il Consiglio Pastorale. L’iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza, non solo ai fedeli, con l’intento di trasformare l’indignazione in occasione di coesione.
Intanto, l’indagine dei Carabinieri procede. Le immagini delle telecamere potrebbero rivelarsi decisive per chiarire identità e responsabilità. Da fonti vicine alla parrocchia, sembra che i due giovani si siano introdotti nel luogo di culto approfittando di una porta laterale non chiusa a chiave. Una leggerezza che sarà probabilmente corretta nei prossimi giorni, anche con un rafforzamento della sicurezza interna.
L’episodio di Carmagnola non è isolato. Negli ultimi anni, diversi parroci piemontesi hanno denunciato atti di vandalismo, furti e profanazioni nei pressi di chiese e oratori. Una tendenza che interroga le istituzioni locali e il tessuto sociale, soprattutto in contesti dove la presenza comunitaria si è indebolita. Secondo gli esperti di sociologia urbana, i luoghi di culto rappresentano spesso “le ultime isole di presidio” in quartieri dove mancano punti di aggregazione e vigilanza costante.
A Salsasio, la ferita è ancora aperta. Non tanto per il danno materiale, quanto per il senso di violazione che l’episodio ha lasciato. Un gesto compiuto in un luogo di preghiera tocca corde profonde, smuove la memoria collettiva e mette in discussione il rispetto reciproco. Da qui la scelta del parroco di non limitarsi alla denuncia ma di rilanciare con un messaggio di riconciliazione e responsabilità.
La vicenda, pur circoscritta, diventa così simbolo di un disagio più ampio. Mentre le indagini seguono il loro corso, la comunità si interroga su come restituire dignità e sicurezza ai propri spazi. L’appello che sale da Salsasio è chiaro: proteggere un luogo sacro significa proteggere il tessuto civile che lo circonda. E questo, oggi più che mai, è un compito che riguarda tutti.
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