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30 Ottobre 2025 - 19:35
 
												Ricavi record per Stellantis, eppure gli investitori fuggono: cosa sta succedendo?
Stellantis torna a crescere e chiude il terzo trimestre del 2025 con vendite e ricavi in aumento. Conti positivi che consentono di confermare le stime finanziarie per l’anno e di prevedere un miglioramento dei ricavi netti, del margine operativo rettificato e del flusso di cassa industriale netto.
L’amministratore delegato Antonio Filosa parla di “risultati incoraggianti con progressi e solide performance rispetto al 2024”, ma il titolo perde fino al 10% e chiude la giornata con un -8,8%. A spaventare il mercato, secondo gli analisti, sono gli oneri una tantum previsti e le incertezze sull’utile operativo che indica la redditività aziendale. Stellantis prevede infatti di dover “sostenere oneri” nella seconda metà dell’anno perché continua “ad apportare modifiche importanti e necessarie ai piani strategici e di prodotto, anche in risposta a sviluppi normativi, geopolitici, macroeconomici e ad altri fattori”.
Nel terzo trimestre Stellantis ha realizzato ricavi netti pari a 37,2 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto al 2024, trainati soprattutto dalla crescita in Nord America, Europa allargata e Medio Oriente e Africa, mentre il Sud America ha registrato un moderato calo. Le vendite consolidate ammontano a 1,3 milioni, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente (152.000 unità in più), incremento da attribuirsi soprattutto al miglioramento del 35% in Nord America, dove Stellantis ha da poco annunciato l’investimento da 13 miliardi di dollari con cinque nuovi veicoli e oltre 5.000 posti di lavoro. “Le nostre azioni stanno dando i primi risultati. Nel secondo semestre continueremo il lavoro iniziato nella prima metà dell’anno, per allineare meglio le nostre attività, sostenere una crescita di lungo termine, redditizia e sostenibile” sottolinea Filosa.

Stellantis ricalcola il possibile impatto dei dazi, precedentemente stimato a 1,5 miliardi. “La spesa tariffaria netta stimata per il 2025 ora dovrebbe essere di circa 1 miliardo di euro” spiega l’azienda che non prevede “un impatto significativo derivante dalle interruzioni della catena di approvvigionamento”. “Stiamo monitorando giorno per giorno su base quotidiana la situazione dei chip da Nexperia. C’è una war room nell’edificio dove mi trovo che ha questo come lavoro primario. E ogni giorno lanciamo azioni e progetti per rispondere a eventuali problemi. È una gestione giorno per giorno di quello che è un tema globale che riguarda tutto il settore” dice Filosa. Un primo segnale negativo però arriva da Melfi: lo stabilimento lucano si ferma venerdì proprio a causa della mancanza di componenti.
Filosa parla anche dei progressi sul fronte commerciale in merito ai prodotti – sono stati finora sei i lanci di nuovi modelli sui dieci previsti entro l’anno – anche se “la concorrenza è agguerrita” e i volumi sono in calo nei mercati francese, italiano e dei veicoli commerciali leggeri. Tra i dati negativi, la nuova flessione di Maserati, con i ricavi del trimestre scesi da 195 a 188 milioni e le vendite che passano da 8.600 unità a 5.900.
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