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30 Ottobre 2025 - 18:52
Tensione ieri sera, mercoledì 29 ottobre, in Consiglio comunale a Venaria. Alcuni rappresentanti del Goia, l’associazione di ambulanti guidata da Giancarlo Nardozzi, al termine del dibattito sulle interrogazioni hanno fatto irruzione in sala, interrompendo i lavori e inveendo contro il consigliere comunale Andrea Accorsi. Il motivo? Semplice: lo accusano di essere il responsabile dell’annullamento della festa di Halloween in via Mensa, prevista per domani, venerdì 31 ottobre. Quella festa, organizzata dagli ambulanti del Goia e annunciata come un momento di socialità per famiglie e commercianti, è stata cancellata all’ultimo momento dal Comune dopo giorni di polemiche.
Gli ambulanti, visibilmente esasperati, hanno esposto cartelli e volantini con la scritta “Consigliere Accorsi, i suoi atti fanno perdere incassi e dignità”, scandendo a voce alta “Vergogna! Vergogna! Vergogna!”. Un gesto plateale che ha costretto il presidente del Consiglio a sospendere temporaneamente la seduta, mentre i manifestanti si avvicinavano ai banchi dei consiglieri per rivolgere le loro accuse direttamente ad Accorsi. La scena, concitata, ha trasformato l’aula in un’arena dove rabbia, frustrazione e incomprensione si sono mescolate in pochi minuti di caos.
A calmare la situazione sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale e alcuni consiglieri, mentre gli ambulanti venivano invitati a uscire. Ma il segno politico della serata è rimasto.
La protesta del Goia non nasce nel vuoto: è il culmine di una vicenda che da settimane agita il commercio venariese, dividendo associazioni di categoria e spaccando la politica locale.
Tutto parte da un’interrogazione consiliare depositata il 12 ottobre dai consiglieri Andrea Accorsi e Andrea Dei, del gruppo civico Venaria al Centro – La Tua Lista Civica.
Il documento, indirizzato al sindaco Fabio Giulivi e all’assessora al Commercio Monica Federico, chiedeva chiarimenti sul mercato straordinario del 31 ottobre organizzato a tema Halloween.
L’obiettivo era verificare se l’evento rispettasse il Regolamento comunale sul commercio su aree pubbliche, che all’articolo 32 impone il preavviso di 60 giorni per le manifestazioni straordinarie e la convocazione della Commissione di mercato.
Accorsi e Dei non contestavano il tema o la festa in sé, ma il metodo: due mercati a distanza di 24 ore – quello straordinario del 31 ottobre e il mercato rionale tradizionale del 1° novembre – avrebbero potuto, a loro dire, penalizzare gli operatori abituali e snaturare il carattere “eccezionale” dei mercati straordinari, che stavano diventando, con frequenza mensile, una consuetudine. Da qui la richiesta di “trasparenza, rispetto delle regole e tutela della dignità degli operatori”.
Una posizione tecnica e regolamentare, che però il Goia ha interpretato come un atto politico contro di sé medesimo. Secondo Nardozzi, il consigliere Accorsi – su pressione dell’Anva Confesercenti, altra associazione di ambulanti – avrebbe di fatto spinto il Comune a bloccare l’iniziativa.
Nardozzi, nei giorni scorsi, aveva ringraziato pubblicamente il sindaco Giulivi e l’assessora Federico per la disponibilità e la “sensibilità” dimostrate, ma aveva anche lanciato un attacco durissimo contro Accorsi.
La vicenda ha così assunto toni sempre più aspri. L’amministrazione comunale, dopo aver inizialmente concesso l’autorizzazione in deroga al Goia, avrebbe fatto marcia indietro a seguito delle proteste di Confesercenti e delle osservazioni sollevate dai consiglieri di Venaria al Centro. Un cambio di rotta che ha alimentato la convinzione, tra gli ambulanti del Goia, di essere vittime di un boicottaggio politico.
Ma la realtà appare più complessa e meno complottistica.
A darne una chiave di lettura più ampia è Barbara Virga, consigliere comunale di maggioranza: Virga non difende l’irruzione, che definisce “una reazione scomposta”, ma spiega il contesto: “L’assessora al Commercio Monica Federico ci ha chiarito che il Comune aveva concesso il mercato in deroga, ma che poi, a seguito delle proteste di Confesercenti, ha deciso di tornare sui propri passi. La mia domanda è semplice: quando mai un’interrogazione ferma un provvedimento, se quel provvedimento è legittimo e fattibile? Il problema vero, a mio avviso, è un altro: la mancanza di programmazione. Tutto è stato fatto di fretta, senza rispettare i 60 giorni previsti dal Regolamento. E come al solito, la fretta genera confusione e scaricabarile.”
Parole che mettono a fuoco il nodo politico della serata. Il Goia si scaglia contro Accorsi perché è il volto visibile dell’interrogazione, ma il problema tecnico risiede altrove, nell’organizzazione tardiva di un evento non compatibile con i tempi regolamentari. Il Comune, stretto tra l’urgenza di sostenere il commercio locale e la necessità di rispettare le norme, si è trovato nell’ennesima impasse burocratica da cui è uscito nel modo più prevedibile: sospendendo tutto.
Da qui la protesta di piazza travasata in aula. Un grido di rabbia che fotografa una frattura più profonda: quella tra gli ambulanti “storici” dei mercati rionali e gli operatori dei mercati straordinari, tra Confesercenti e Goia, tra chi invoca regole e chi chiede elasticità. Semplicemente per lavorare.
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