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Report inquinamento 2024: peggiorano i livelli di PM10 nel Torinese

Il rapporto 2024 di Arpa e Città metropolitana fotografa un Piemonte in transizione ambientale: limiti più severi entro il 2030 e una sfida ancora aperta sulla qualità dell’aria. Continua il calo del biossido d'azoto

Report inquinamento 2024: peggiorano i livelli di PM10 nel Torinese

Report inquinamento 2024: peggiorano i livelli di PM10 nel Torinese (foto archivio)

Il 2024 è stato un anno difficile per l’aria del torinese. Nel nuovo rapporto “Uno sguardo all’aria”, diffuso oggi dalla Città metropolitana di Torino in collaborazione con Arpa Piemonte, emerge un quadro di miglioramento per il biossido di azoto (NO₂) ma anche di peggioramento dei livelli di PM10, complice un inverno caratterizzato da condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti.

Durante i mesi più freddi, i valori di PM10 hanno superato le soglie consentite in un numero crescente di stazioni di rilevamento rispetto al 2023, mentre per il biossido di azoto il trend resta positivo, con il limite annuale superato solo nella stazione più critica dell’agglomerato torinese.

La relazione — consultabile sui siti istituzionali dei due enti — offre come di consueto una fotografia completa della qualità dell’aria nel territorio metropolitano, includendo oltre agli indicatori previsti per legge anche analisi su inquinanti non normati, come diossine, mercurio e ammoniaca, e un focus sul parco veicolare e sui consumi di combustibile nell’area torinese.

Il documento dedica inoltre un approfondimento alla Direttiva europea 2024/2881 “Per un’aria più pulita in Europa”, approvata il 14 ottobre 2024 dal Consiglio dell’Unione europea, che fissa nuovi limiti più stringenti da raggiungere entro il 2030. Le soglie saranno particolarmente severe per PM10, PM2,5 e NO₂, parametri su cui il Piemonte dovrà compiere un forte salto di qualità. In particolare, per il PM2,5 sarà necessario ridurre di circa la metà le concentrazioni medie annuali attuali.

Nessuna criticità invece per anidride solforosa, benzene, monossido di carbonio, piombo, arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene, mentre per l’ozono persistono le consuete difficoltà estive, legate ai picchi di calore e all’intensità della radiazione solare.

«I dati raccolti ed elaborati nel rapporto Uno sguardo all’aria evidenziano un costante miglioramento della qualità dell’aria, ma la strada verso livelli non più nocivi per la salute resta una salita impegnativa» ha dichiarato Alessandro Sicchiero, consigliere delegato all’Ambiente della Città metropolitana di Torino. «È fondamentale che tutte le amministrazioni e i cittadini siano consapevoli delle sfide che ci attendono e che queste possano essere affrontate solo attraverso un percorso di transizione ecologica equo e sostenibile».

Un concetto ribadito anche dal direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Barbero, che sottolinea come il monitoraggio costante rappresenti «una fotografia dettagliata dell’aria che respiriamo» e come gli sforzi messi in campo negli ultimi anni «stiano producendo risultati positivi, anche in annate meteorologicamente sfavorevoli alla dispersione». Tuttavia, aggiunge, «i passi avanti compiuti dovranno essere rafforzati per affrontare i limiti ancora più stringenti che la nuova normativa europea imporrà nei prossimi anni».

Il rapporto 2024 segna così un punto di equilibrio tra progressi consolidati e nuove sfide ambientali, mostrando un territorio che, pur avendo ridotto molte delle concentrazioni storicamente più critiche, deve ancora fare i conti con l’evidenza di un’emergenza strutturale legata alle emissioni da traffico, riscaldamento e combustione domestica.

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