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Verso l’occupazione al liceo Einstein di Torino: gli studenti si mobilitano dopo gli scontri con la polizia

Il collettivo annuncia assemblea e presidio: “Dobbiamo attrezzarci perché quanto accaduto non si ripeta”. Ieri le tensioni con Gioventù Nazionale, l’intervento della polizia e il lancio di uova contro la sede di Fratelli d’Italia

Verso l’occupazione al liceo Einstein di Torino: gli studenti si mobilitano dopo gli scontri con la polizia

Verso l’occupazione al liceo Einstein di Torino: gli studenti si mobilitano dopo gli scontri con la polizia

Il giorno dopo gli scontri davanti al liceo Einstein di via Bologna, a Torino, la tensione non si placa. Gli studenti del collettivo Einstein hanno convocato per questo pomeriggio, alle ore 14, un’assemblea straordinaria aperta a tutta la scuola, preludio a una possibile occupazione dell’istituto.

Lo slogan che da ieri circola sui social è chiaro e diretto: “Occupiamoci della scuola”. L’obiettivo, spiegano gli studenti, è discutere insieme di quanto accaduto e decidere come reagire. «Quello che è accaduto ieri non è accettabile e ora si deciderà tutti insieme cosa fare. Dobbiamo attrezzarci perché non accada più», hanno scritto in un comunicato diffuso online.

L’invito, rivolto a tutta la comunità studentesca, è quello di «attivarsi, confrontarsi e usare i propri spazi per costruire qualcosa di concreto». Gli studenti invitano i partecipanti a portare sacchi a pelo e materassini, segno evidente della volontà di rimanere all’interno della scuola anche durante la notte, trasformando la protesta in una mobilitazione permanente.

L’iniziativa arriva a poche ore dai violenti momenti di ieri mattina, quando un volantinaggio organizzato dai militanti di Gioventù Nazionale “Gabriele D’Annunzio”, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, è degenerato in un parapiglia tra studenti, militanti e forze dell’ordine.

Secondo la ricostruzione, alcuni ragazzi del collettivo avrebbero contestato la presenza dei giovani di destra davanti all’istituto, accusandoli di provocazione. Ne è seguito un intervento della Digos e della polizia in tenuta antisommossa, che ha allontanato i manifestanti e fermato un minorenne di 16 anni, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il ragazzo, ammanettato e portato in questura, è stato poi denunciato e affidato ai genitori.

Gli studenti, indignati per l’arresto, hanno reagito organizzando nell’arco della giornata un presidio spontaneo in piazza Castello, a cui hanno partecipato un centinaio di giovani. La manifestazione è poi sfociata in un corteo che ha raggiunto via Martorelli 26, sede cittadina di Fratelli d’Italia e del Fuan, dove alcuni manifestanti hanno lanciato uova e acceso fumogeni. Sul posto erano presenti due camionette della polizia e agenti in assetto antisommossa.

Gli episodi di ieri hanno scatenato un’ondata di reazioni politiche. Da destra, Fratelli d’Italia ha parlato di “violenza politica intollerabile”. Il consigliere di FdI Raffaele Marascio ha definito quanto accaduto «un atto di gravità inaudita: studenti aggrediti e insultati solo per aver provato a esprimere le proprie idee». L’eurodeputato Giovanni Crosetto ha aggiunto: «È intollerabile che nel 2025 ci siano ancora ambienti che pensano di poter imporre le proprie idee con la forza. Le scuole dovrebbero essere luoghi di confronto, non di intimidazione».

Dal fronte opposto, le forze di sinistra hanno invece puntato il dito contro l’intervento della polizia. La consigliera regionale Nadia Conticelli (Pd) ha definito «inaccettabili e non dignitose per lo Stato le immagini della polizia con i manganelli davanti a una scuola», chiedendo chiarimenti al governo e alla Regione.
Sulla stessa linea Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, che ha accusato l’esecutivo di “fare distinguo sulle violenze su base politica”: «Quando vengono spaccate vetrine si condanna, ma quando si caricano studenti e si portano in questura minorenni, tutti tacciono».

Durissime anche le parole di Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, che ha parlato di «vergognoso comportamento delle forze dell’ordine, sempre pronte a menare le mani e arrestare studenti».
Dalla sinistra extra-parlamentare, Potere al Popolo e gli studenti di Osa hanno espresso solidarietà ai ragazzi del collettivo Einstein, chiedendo la liberazione immediata del minorenne fermato e accusando la polizia di «difendere i fascisti» e di «reprimere chi si oppone».

Le tensioni di ieri, dunque, hanno avuto una doppia eco: politica e sociale. Da un lato la condanna di Fratelli d’Italia e dei suoi rappresentanti per quella che viene descritta come un’aggressione ideologica contro Gioventù Nazionale; dall’altro, l’indignazione di una parte della sinistra che accusa le forze dell’ordine di aver usato la forza contro studenti minorenni.

Il collettivo Einstein, che da mesi denuncia un clima di tensione crescente intorno alla scuola, ribadisce la propria versione: «Non è stato limitato il diritto di espressione — hanno scritto — ma abbiamo esercitato a nostra volta il nostro diritto a dissentire. Non resteremo indifferenti».

Il caso è ora al centro dell’attenzione cittadina e potrebbe avere ulteriori sviluppi nelle prossime ore. L’assemblea convocata per oggi pomeriggio deciderà se procedere con l’occupazione dell’istituto, trasformando l’Einstein nel simbolo di una nuova protesta studentesca.

Una protesta che arriva in un momento di forte polarizzazione politica nelle scuole torinesi, dove si moltiplicano episodi di contrapposizione tra collettivi e movimenti giovanili di partito.
E se da una parte il governo promette tolleranza zero contro la violenza, dall’altra le organizzazioni studentesche rivendicano il diritto di difendere la scuola come spazio libero di confronto e dissenso.

Torino, ancora una volta, torna a essere lo specchio delle tensioni che attraversano il Paese: tra giovani che cercano voce e istituzioni che devono garantire ordine, sicurezza e libertà di espressione.

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