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27 Ottobre 2025 - 08:43
il cavalcavia di via Parini
Sotto il cavalcavia di via Parini, nel territorio di Brandizzo, a pochi passi dal confine con Volpiano, continuano a comparire nuovi rifiuti abbandonati. L’ultimo “regalo” consiste in materiali di scarto e potenzialmente pericolosi, depositati come se nulla fosse.
Una cittadina ha segnalato l’episodio nel gruppo “Sei di Brandizzo se”: “Tornando a casa, nuovo regalo sotto il cavalcavia di via Parini. Bisogna intervenire, sta diventando una discarica di materiali pericolosi.”
Ciò che un tempo era un semplice passaggio stradale sta diventando una discarica a cielo aperto. L’abbandono riguarda non solo sacchetti domestici, ma anche resti di lavori edili, vecchi mobili e residui pericolosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
“Il luogo è risultato essere di competenza di RFI – commenta una cittadina – Ho inoltrato questa segnalazione agli uffici competenti, nonostante non sia pervenuta attraverso i canali ufficiali, considerata l’importanza dell’oggetto.”
Purtroppo, non si tratta di un caso isolato. Negli ultimi anni, l’abbandono dell’eternit — materiale contenente amianto, altamente cancerogeno — è diventato una vera emergenza ambientale. Da Brandizzo a Verolengo, da Rondissone a Chivasso e non solo, si moltiplicano i punti in cui vengono scaricati materiali pericolosi, trasformando cavalcavia, stradine e campi in microdiscariche abusive.
Secondo i dati, in Italia esistono decine di migliaia di siti contaminati da amianto, mentre le discariche autorizzate sono pochissime. Questo spiega perché molti preferiscano abbandonare il materiale invece di smaltirlo correttamente. Non si tratta solo di un problema delle grandi città: anche i piccoli paesi pagano il prezzo più alto.
L’Eternit si presenta con lastre grigie, ondulate, dalla superficie ruvida con piccole fibre visibili. Se lo si trova, non va mai toccato: va segnalato subito al Comune o all’ARPA, che provvederanno alla rimozione in sicurezza.
Lo smaltimento regolare ha costi elevati e richiede ditte specializzate; chi vuole liberarsene rapidamente preferisce abbandonarlo, mettendo a rischio la salute pubblica e l’ambiente.
A Brandizzo, lungo il Malone, negli anni scorsi sono state segnalate più volte situazioni di degrado e abbandono di materiali da costruzione. Anche a Verolengo, i residenti hanno documentato lastre sospette lasciate nelle campagne. Tutto questo accade in silenzio, lontano dai riflettori, ma a pochi passi dalle case. E chissà quanti altri casi restano ancora nascosti.
C’è un aspetto ancora più inquietante: l’abitudine. Ci si passa accanto, si abbassa lo sguardo, si pensa “qualcuno se ne occuperà”. Ma dietro quei pezzi di cemento e quelle lastre grigie si nasconde un rischio invisibile che può toccare chiunque: adulti, bambini, animali.
Il risultato? Ogni frammento di Eternit rotto può liberare fibre microscopiche che il vento disperde nell’aria. È un pericolo silenzioso, lento, ma reale. Eppure, l’attenzione cala, come se il problema non ci appartenesse più. O, forse, perché si pensa che “tanto non è così pericoloso”… visto che nessuno sembra muoversi davvero.
La situazione è ormai fuori controllo e richiede un intervento urgente da parte delle autorità competenti. È necessario non solo ripulire l’area, ma anche intensificare i controlli e installare sistemi di videosorveglianza per scoraggiare chi continua a trasformare gli spazi pubblici in discariche private. Molti cittadini ignorano i rischi dell’amianto e non sanno che il suo smaltimento può essere gestito dai servizi comunali o regionali dedicati.
Il caso di via Parini è l’ultimo segnale di un fenomeno diffuso. Ogni paese dovrebbe sentirsi coinvolto, perché l’amianto non conosce confini. Finché resterà ignorato, continuerà a rappresentare un pericolo silenzioso per tutti.
Intanto cresce la preoccupazione tra i residenti, stanchi di assistere a un degrado che mina il decoro urbano e mette a rischio la sicurezza di tutti.

Il cavalcavia di via Parini
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