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Settembre da incubo per gli automobilisti di Caselle: oltre mezzo milione di euro di sanzioni! C'è da piangere sul serio...

Oltre 560 mila euro di entrate in 30 giorni: il bilancio comunale ringrazia, i cittadini no. Tra autovelox e verbali stradali, la Polizia Locale macina numeri da capogiro

Settembre da incubo per gli automobilisti di Caselle: oltre mezzo milione di euro di sanzioni! C'è da piangere sul serio...

Settembre da incubo per gli automobilisti di Caselle: oltre mezzo milione di euro di sanzioni! C'è da piangere sul serio...

Quanto può incassare un Comune in un mese? A Caselle Torinese la risposta è amara: oltre mezzo milione di euro. È quanto emerge dalla determina n. 632 del 21 ottobre 2025, firmata dal comandante della Polizia Locale Alessandro Teppa, che fotografa il bilancio delle sanzioni stradali del mese di settembre. Numeri che fanno tremare i cittadini e sorridere il Municipio.

In trenta giorni il Settore Vigilanza ha “accertato” entrate per 563.320,97 euro. Una cifra monstre che comprende tutto: dalle contravvenzioni classiche alle multe rilevate dagli autovelox. Solo questi ultimi — gli occhi elettronici piazzati sulle ex SP2 e SP13 — hanno fruttato quasi 183 mila euro, a cui si sommano 38 mila euro di spese di gestione. Il resto, circa 342 mila euro, arriva da infrazioni “manuali”, cioè elevate dagli agenti sul territorio.

Per capirci: in un solo mese Caselle ha incassato quanto molti Comuni simili raccolgono in un anno. Nel bilancio 2025-2027 le somme vengono ripartite in modo chirurgico: 430 mila euro a carico delle famiglie, 133 mila dalle imprese. Tutto confluisce nei capitoli di bilancio con denominazioni che suonano tecniche, ma che raccontano una realtà molto concreta: “Proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione irregolarità e illeciti – aeroporto”. Un eufemismo per dire: multe.

Il Comune difende la legittimità dell’operazione parlando di “sicurezza stradale” e di “contabilità armonizzata”, come impone il D.Lgs. 118/2011. Ma il risultato è chiaro: mezzo milione di euro al mese che entrano nelle casse comunali, in larga parte a spese degli automobilisti.

C’è poi la questione morale: quando la sicurezza diventa business, chi tutela davvero i cittadini? Gli autovelox, nati per salvare vite, sembrano sempre più strumenti di bilancio. E Caselle — con i suoi numeri da record — ne è l’esempio perfetto.

In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni passa anche dai segnali stradali, Caselle Torinese rischia di diventare il simbolo di una nuova fiscalità municipale: invisibile, automatica e… puntuale al millisecondo.

E se si guarda al recente passato, non è che i numeri siano poi tanti diversi... Purtroppo.

E infatti i numeri non mentono. E quelli degli autovelox di Caselle Torinese, piazzati strategicamente nei pressi dell’aeroporto Sandro Pertini, fanno impressione. Tra il 2021 e il 2024 il Comune ha incassato complessivamente oltre 6 milioni e mezzo di euro in sanzioni al Codice della Strada. In media, più di un milione e mezzo all’anno. E al centro di questa pioggia di multe ci sono sempre loro: i due occhi elettronici puntati sulla ex SP2 e sulla ex SP13, in entrambi i sensi di marcia. Installati nel 2018, oggi sono più che mai attivi. E redditizi.

Altro che deterrente. Gli autovelox casellesi sono diventati un vero e proprio bancomat municipale. Solo nei mesi di ottobre e novembre 2022 hanno fruttato 701.160 euro. Sì, avete letto bene: più di 700 mila euro in 60 giorni. Una media di 11.700 euro al giorno. E non è andata tanto diversamente negli altri anni: nel 2022 il Comune ha incassato 1 milione e 839 mila euro, nel 2023 1 milione e 675 mila, e nel 2024 ha toccato nuovamente quota 1 milione e 844 mila euro. Un trend che non accenna a diminuire.

Tutto regolare? La domanda non è peregrina. Anche perché a sollevarla non sono solo automobilisti stanchi di vedere la buca ignorata e il radar puntuale. Ma anche due consiglieri comunali, Andrea Fontana e Roberto Turletto, che in una recente interrogazione hanno chiesto lumi al sindaco Giuseppe Marsaglia: gli autovelox posizionati nei pressi dello scalo aeroportuale sono realmente omologati, approvati, tarati e a norma di legge?

Perché la giurisprudenza, da un po’ di tempo, è cambiata. La Cassazione ha stabilito che le multe emesse con apparecchi solo “approvati” ma non “omologati” possono essere considerate nulle. E se ciò fosse vero anche a Caselle, si aprirebbe un buco nelle casse comunali, più che una semplice crepa. Quanti verbali potrebbero essere contestati? Quanti annullati?

Nell’interrogazione si legge chiaro: “Negli ultimi tempi sono emersi diversi casi nei Comuni limitrofi legati alla mancata omologazione degli autovelox, con sanzioni annullate e inevitabili ricadute per le amministrazioni”.

Autovelox

Ma torniamo ai dati. Perché se è vero che la legge può fare il suo corso, è altrettanto vero che le entrate da sanzioni rappresentano ormai una voce strutturale del bilancio comunale. Una voce da oltre 1,8 milioni l’anno. E che viene ripartita secondo quanto previsto dall’articolo 208 del Codice della Strada:

  • il 25% per segnaletica stradale e mezzi di rilevamento (lettera a)

  • il 25% per il potenziamento dei controlli e la dotazione della Polizia Locale (lettera b)

  • il restante 50% per manutenzione stradale, sicurezza e previdenza del personale (lettera c)

Nel 2024, ad esempio, su 1,84 milioni di euro:

  • 461 mila euro sono andati alla segnaletica e agli impianti

  • 461 mila euro al potenziamento dei controlli

  • 922 mila euro alla manutenzione e alla sicurezza della viabilità

Numeri che si ripetono, con leggere variazioni, anche nel 2023 e nel 2022. Con un picco proprio nel 2022, in cui solo la voce manutenzione ha superato il milione di euro.

E non è finita. Il Comune, nella determina pubblicata qualche mese fa, ha spiegato che il servizio è affidato alla ditta Area Riscossioni, che si occupa sia del controllo velocità che della postalizzazione delle multe e della gestione amministrativa delle sanzioni. Un pacchetto completo, chiavi in mano, per far funzionare la macchina delle multe senza intoppi.

Ma a ben vedere, dietro la facciata amministrativa si cela un’interrogativo più ampio: a cosa serve davvero un autovelox? A migliorare la sicurezza o a fare cassa?
Sulla ex SP2 e sulla ex SP13, i limiti sono fissati a 70 km/h, e la sanzione scatta a 76 km/h. Numeri che, per chi arriva da Torino o da San Maurizio Canavese e percorre la “direttissima” per l’aeroporto, rischiano di essere superati anche solo per una distrazione. Una frenata mancata. Un sorpasso. Un’accelerazione leggera.

E allora la domanda è: sono davvero così pericolose queste strade da giustificare migliaia di multe all’anno?
Oppure si tratta solo di un modo (piuttosto efficace) per fare entrare risorse fresche nelle casse comunali?

Certo, il Codice della Strada parla chiaro, e il rispetto dei limiti è obbligatorio. Ma la sensazione, diffusa tra molti automobilisti, è che a Caselle si stia giocando una partita a senso unico. Dove la sicurezza viene spesso evocata, ma raramente dimostrata con dati reali su incidenti evitati o comportamenti corretti. Dove l’autovelox diventa più un simbolo fiscale che uno strumento di prevenzione.

I dispositivi intanto restano al loro posto. Invisibili e silenziosi, ma sempre attivi. Una trappola digitale pronta a scattare ogni volta che il tachimetro supera di qualche chilometro l’asticella. E ogni scatto è un clic che vale, in media, 80 euro. Migliaia di clic ogni mese. Milioni ogni anno. Una miniera d’oro, scavata nel cuore dell’hinterland torinese.

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