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05 Giugno 2025 - 15:42
La sindaca Loredana Devietti
C’è chi punta tutto sull’eccesso di velocità e chi, invece, preferisce sanzionare con lentezza. Il Comune di Ciriè ha fatto la sua scelta: poco autovelox e molta, moltissima, burocrazia. Ma nonostante la prudenza, nel 2024 è riuscito a mettere in cassa 932.086,09 euro grazie alle violazioni al Codice della Strada. Un balzo di quasi 91 mila euro rispetto al 2023, quando gli incassi erano stati 841.225,85 euro.
Un risultato che in molti definirebbero “sobrio”, ma che lascia intendere una strategia ben precisa: meno corsa, più controllo.
Già, perché mentre in altri comuni l’autovelox è diventato il principe delle entrate straordinarie, a Ciriè il gettito da eccesso di velocità è rimasto... in terza. Nel 2024 si sono raccolti appena 7.884,23 euro dalle multe emesse dalla polizia locale per superamento dei limiti. La stragrande maggioranza dei soldi, 89.943,79 euro, arriva dalla quota spettante al Comune sulle infrazioni rilevate su strade di proprietà altrui, grazie a rilevazioni esterne, con la Città Metropolitana di Torino come beneficiaria dell’altra metà.
Quindi no, qui non si corre, né con l’auto né con il contatore delle sanzioni. Però si incassa, eccome. Il grosso arriva da violazioni “tradizionali”: sosta vietata, passaggi col rosso, mancanza di cintura, sorpassi azzardati, varchi elettronici e via verbaleggiando. E a quanto pare, a Ciriè nessuno può dirsi al sicuro. Anche perché la macchina amministrativa è ben oliata: i soldi vengono incassati e reinvestiti fino all’ultimo centesimo.
Lo certificano le carte inviate al Ministero dell’Interno, che raccontano come i 417.129,04 euro derivanti dalle infrazioni “normali” siano stati spesi fino all’ultimo centesimo: segnaletica, software per consultare le banche dati, parcheggi, varchi elettronici, gilet balistici, benzina per la polizia locale, canoni per ponti radio e perfino abbonamenti a polizialocale.com. Una lista degna di una start-up della sanzione.
E anche i (pochi) soldi dell’eccesso di velocità – 97.828,02 euro – sono stati impiegati con metodo chirurgico: interventi di asfaltatura, noleggio di dispositivi, utenze per i sistemi di rilevamento e un bel 162.802 euro per l’esternalizzazione delle fasi “meramente esecutive” delle multe. In parole povere: a far girare il sistema ci pensano anche aziende esterne, chiamate per gestire il flusso dei verbali come se fosse logistica da corriere espresso.
Insomma, Ciriè non si affida ai flash degli autovelox, ma nemmeno resta a guardare. Il modello è quello della sanzione diffusa, intelligente, orizzontale: meno velocità, più sorveglianza. E soprattutto più abbonamenti. Un Comune che preferisce l’abbonamento a Dejure piuttosto che l’incasso da autovelox. Che investe più in “accesso al sistema Telemaco” che in pattugliamenti. Un po’ come se per combattere il crimine si armassero gli agenti... di password.
Resta da vedere se anche nel 2025 il trend proseguirà così: niente incassi record, ma una pioggia costante di piccoli verbali ben distribuiti. Magari a Ciriè nessuno corre, ma di sicuro nessuno sfugge. E se altrove si punta tutto sull’autovelox, qui si gioca su ogni centimetro di strada, ogni zona a traffico limitato, ogni software installato.
Del resto, lo dice il proverbio: chi va piano, incassa sano. E con 932 mila euro all’anno, nessuno può dire che non funzioni.
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