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25 Ottobre 2025 - 16:42
Quanto pesa la storia quando si intreccia con il futuro? Al Circolo Golf Torino – La Mandria di Fiano lo sanno bene: un secolo di tradizione, un percorso disegnato negli anni ’50 e un orizzonte che guarda dritto al 2026. Secondo un’indiscrezione autorevole del portale Golfando, proprio qui si giocherà il prossimo Open d’Italia, tappa del DP World Tour con un montepremi da 3 milioni di dollari. Le date ci sono già, 25-28 giugno; manca ancora l’annuncio ufficiale di Fedegolf. Ma la traiettoria è tracciata, e non è un caso.
L’Open d’Italia 2026 dovrebbe approdare a La Mandria dal 25 al 28 giugno, per un appuntamento che consoliderebbe il rapporto tra il nostro Paese e il DP World Tour. Il montepremi annunciato sfiora quota 3 milioni di dollari: un segnale di ambizione, oltre che un richiamo forte per giocatori e sponsor. Al momento, Fedegolf non ha formalizzato la sede; l’anticipazione firmata Golfando, però, è ritenuta solida negli ambienti del golf.
Non sarebbe una prima volta: per La Mandria si tratterebbe del quarto Open d’Italia. Il precedente più lontano risale al 1999, quando sul green piemontese si impose lo scozzese Dean Robertson. Poi la doppietta 2013-2014, con i successi del francese Julien Quesne e del sudafricano Hennie Otto. È un terreno familiare anche per i fratelli Francesco ed Edoardo Molinari, “nati” golfisticamente proprio qui, a pochissimi chilometri dal Royal Park I Roveri, che ospitò l’Open dal 2009 al 2012. Tradizione, memoria, identità: tre parole che a Torino non sono slogan, ma sostanza.
La mappa che prende forma racconta una strategia di valorizzazione dei grandi teatri del golf italiano. Dopo Torino nel 2026, l’Open dovrebbe tornare nel 2027 a Guidonia Montecelio, lì dove l’Europa ha conquistato la Ryder Cup 2023. Nel 2028, tappa attesa al Golf Club Milano, nel cuore del Parco di Monza. È una rotazione che unisce simboli e continuità: capitalizzare l’eredità della Ryder Cup, distribuire l’evento fra Nord-Ovest, Centro e Lombardia, rafforzare il marchio Open d’Italia davanti al circuito internazionale.
La candidatura di La Mandria ha una sua logica sportiva e narrativa. Il percorso è tecnico, rodato da edizioni di alto profilo e da vincitori di spessore; la cornice è iconica, con un pubblico che sa riconoscere e sostenere il grande golf. In più, il legame con i Molinari aggiunge un valore simbolico non trascurabile: è un ponte tra la storia recente del nostro golf e le ambizioni del presente. In un calendario fitto del DP World Tour, offrire un appuntamento di giugno in un club così riconoscibile significa posizionarsi, non solo ospitare.
Se l’indiscrezione sarà confermata, Torino vivrà “tra meno di un anno” un banco di prova cruciale: organizzazione, afflusso, impatto mediatico. Il montepremi da 3 milioni di dollari garantisce campo di partecipazione competitivo; la vicinanza con altre sedi storiche del Nord rende l’evento un catalizzatore per l’intero movimento. E per l’Open, tornare dove ha già scritto pagine importanti è anche un modo per rilanciarsi con credibilità.

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