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Ora solare 2025: stanotte si cambia

Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre, le 3 diventano le 2: avremo un’ora in più

Ora solare 2025: stanotte si cambia, tra praticità, abitudini e un’Europa ancora indecisa

Stanotte, tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, le lancette dell’orologio torneranno indietro di un’ora. Alle 3 del mattino, ufficialmente, saranno di nuovo le 2. È il ritorno dell’ora solare, il passaggio che segna l’inizio della stagione fredda e l’abbandono dell’ora legale, in vigore dal marzo scorso.

Un cambiamento apparentemente banale — un’ora in più di sonno — che in realtà racchiude un complesso intreccio di storia, economia, energia e biologia umana. Con l’ora solare, le giornate sembreranno accorciarsi: al mattino la luce arriverà prima, ma la sera il buio calerà più in fretta. È un rito che si ripete da oltre un secolo e che ogni anno riapre il dibattito su pro e contro del doppio orario.

L’idea di spostare le lancette per risparmiare energia non è moderna. Risale al 1784, quando Benjamin Franklin — con ironia più che con serietà — suggerì ai parigini di alzarsi prima per sfruttare meglio la luce del sole.
Fu però durante la Prima guerra mondiale che il concetto si trasformò in politica energetica: nel 1916, il Regno Unito introdusse ufficialmente l’ora legale per ridurre i consumi di carbone. L’Italia seguì poco dopo, e da allora il sistema si è evoluto, sospeso e ripristinato più volte, fino alla forma attuale, stabilita a livello europeo.

L’obiettivo originario dell’ora legale era ridurre i consumi elettrici, spostando un’ora di luce naturale alle ore serali. Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel 2024 il passaggio all’ora legale ha consentito un risparmio di circa 90 milioni di euro e 180 milioni di kWh di energia, equivalenti al consumo medio annuo di 67 mila famiglie.

Tuttavia, con l’aumento dell’efficienza energetica e l’uso di lampadine a basso consumo, il vantaggio economico si è ridotto nel tempo. Il vero risparmio resta più evidente nei mesi primaverili ed estivi, mentre nei mesi freddi la differenza diventa marginale.

Il ritorno all’ora solare incide anche sul ritmo circadiano, l’orologio biologico che regola sonno, fame, umore e concentrazione.
Per la maggior parte delle persone, il cambio d’orario rappresenta un piccolo sollievo: si dorme un’ora in più e ci si sveglia con maggiore luce naturale. Ma per altri, soprattutto bambini e anziani, può causare per qualche giorno disturbi del sonno, irritabilità o calo dell’attenzione.
Gli esperti suggeriscono di anticipare gradualmente l’ora di andare a dormire nei giorni precedenti, per ridurre l’effetto del cambio sul metabolismo e sulla secrezione di melatonina, l’ormone che regola il sonno.

Dal 2018 il Parlamento europeo discute se abolire il cambio d’ora, lasciando agli Stati membri la scelta tra ora solare o legale permanente.
L’ipotesi di uniformare il tempo su tutto l’anno ha acceso il confronto: i Paesi del Nord Europa, dove la variazione stagionale di luce è più marcata, sono in maggioranza contrari, mentre quelli mediterranei, come Italia, Spagna e Grecia, sarebbero favorevoli al mantenimento dell’ora legale fissa, che garantirebbe più luce la sera e una vita sociale più attiva.
La decisione definitiva, però, è stata più volte rinviata. Per ora, dunque, il vecchio rito delle lancette continua, scandendo due volte l’anno la nostra abitudine al tempo che cambia.

Questa notte, dunque, dormiremo un’ora in più, e domani il sole sorgerà prima ma tramonterà anche più presto.
Chi si alza presto ne guadagnerà in luce naturale; chi ama le giornate lunghe, invece, sentirà subito la nostalgia delle sere d’estate.
L’ora solare resterà in vigore fino all’ultima domenica di marzo 2026, quando torneremo di nuovo a spostare in avanti le lancette per accogliere la primavera.

E mentre molti italiani approfitteranno del cambio per riposare un po’ di più, stanotte, tra le 3 e le 2, il Paese intero compirà simbolicamente un piccolo passo indietro nel tempo: un’ora in più sotto le coperte, ma anche un’ora in meno di luce verso l’inverno.

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