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A Nord della ferrovia la pazienza è finita. Castello & Co. incontrano i residenti. Al centro del confronto, Marsan e passerella

Dopo anni di silenzio, i residenti chiedono risposte: “Non per protestare, ma per proporre”

L'incontro tra i residenti del quartiere e l'amministrazione comunale di Chivasso

L'incontro tra i residenti del quartiere e l'amministrazione comunale di Chivasso

A nord della ferrovia, per anni, il silenzio. Poi, martedì sera, qualcosa finalmente sembra essere tornato a muoversi.

Nel quartiere – tra via Blatta e i Cappuccini – i cittadini si sono ritrovati faccia a faccia con l’Amministrazione Comunale per la prima volta dopo decenni di promesse, sopralluoghi e rimpalli.

È stato un incontro storico, organizzato dal Comitato Nord Ferrovia, nato appena quattro mesi fa ma già capace di smuovere un’inerzia lunga anni. Un comitato spontaneo, fatto di residenti comuni: genitori, pensionati, pendolari, gente che di solito non frequenta i consigli comunali ma vive ogni giorno le conseguenze di decisioni prese altrove.

A introdurre la serata è stato il coordinatore Andrea Rigoni, affiancato da Alessandro Francia e Raffaella Actis Dato. Davanti a un pubblico numeroso, Rigoni ha ricordato la genesi del gruppo: «Non siamo nati per contestare, ma per proporre. Per dire che questo quartiere esiste, e che non può continuare a essere trattato come un’appendice».

Aaccanto a lui il sindaco Claudio Castello, gli assessori Centin, Debernardi, Vitale, il presidente del Consiglio comunale Perfetto e il dirigente dell’Ufficio Tecnico Mascara. Un parterre completo, segno che la giunta ha capito l’importanza simbolica – e politica – di questo confronto. O, forse, segno che il vento delle elezioni 2027 inizia a soffiare. Ma tant'è.

I toni, fin dall’inizio, sono stati civili ma decisi. Nessun urlo, nessuna accusa gratuita, ma una determinazione palpabile. Il Comitato ha chiesto rispetto e risposte su tre questioni che, nel Nord Ferrovia, rappresentano altrettanti simboli di marginalità: la scuola Marsan, la passerella di via Caluso e la collocazione dell’ottava farmacia comunale.

Sindaco e assessori all'incontro nel quartiere di martedì 21 ottobre

La Marsan è l’immagine plastica di un quartiere dimenticato. Chiusa dal 2019 per la presenza di amianto, l’ex scuola è diventata un edificio fantasma, recintato e lasciato marcire tra le case. «Non possiamo più sopportare che resti così», ha detto Rigoni, annunciando la consegna ufficiale di una raccolta firme con cui i residenti chiedono demolizione, bonifica e riutilizzo dell’area.

L’idea del Comitato è chiara: trasformare l’edificio in un centro d’incontro per anziani, visto che l’unico oggi esistente si trova dall’altra parte della città, oltre la ferrovia, ed è di fatto irraggiungibile per molti residenti di una zona dove l’età media è alta.

«È una proposta di buon senso – ha sottolineato Rigoni – e anche coerente con quanto promesso nel programma elettorale della giunta Castello».

Dai presenti, più di uno ha ricordato come, negli ultimi anni, la Marsan sia finita al centro di voci contraddittorie: chi parlava di un dormitorio, chi di un centro sociale, chi di un semplice abbattimento. Il sindaco Castello ha ammesso che una decisione definitiva non c’è ancora, ma ha garantito che la priorità sarà «la sicurezza e la sostenibilità economica dell’intervento».
Una risposta che non ha del tutto convinto i presenti, ma che almeno ha aperto uno spiraglio di dialogo.

Secondo tema caldo, la passerella di via Caluso, croce e delizia dei pendolari che ogni giorno devono attraversare i binari per raggiungere la stazione. Dopo anni di richieste, RFI ha finalmente approvato il progetto per installare due ascensori, ma – denunciano i cittadini – mancano le date di fine lavori. E, soprattutto, incombe la chiusura del passaggio a raso, l’attraversamento diretto che collega il quartiere ai binari.

Per il Comitato, eliminarlo sarebbe un errore gravissimo: «Quel passaggio è vitale – ha spiegato Rigoni – perché decine di persone lo percorrono ogni mattina per andare al lavoro o a scuola. Chiuderlo senza un’alternativa sicura e accessibile sarebbe un colpo al cuore del quartiere».

La richiesta è chiara: un tavolo tecnico con RFI per trovare una soluzione che permetta di mantenere sia gli ascensori sia il passaggio a raso. «La sicurezza è importante, ma anche la vivibilità. Qui non vogliamo muri, vogliamo collegamenti».

Il terzo punto della serata riguarda la farmacia comunale, promessa da anni e attesa come un segno di attenzione verso un territorio che, a differenza del centro, non ha presidi sanitari di prossimità.

Dagli ultimi Consigli comunali, è emerso che l’ottava farmacia dovrebbe aprire a febbraio 2026, ma il nodo resta la posizione: via Bradac o via Blatta. Il Comitato chiede chiarezza e coinvolgimento: «Non basta aprire una farmacia, bisogna aprirla dove serve. Qui la distanza è una questione di salute, non di comodità».

Il confronto con l’amministrazione è proseguito per quasi due ore, tra domande, chiarimenti e qualche frecciata politica. Il presidente del Consiglio Perfetto ha sottolineato l’importanza del “dialogo diretto con i cittadini”, mentre l’assessore Centin ha promesso di «dare seguito alle segnalazioni più urgenti».

Ma la sensazione diffusa, tra i residenti, è che la distanza tra Palazzo Santa Chiara e il Nord Ferrovia resti ampia

La serata si è chiusa in un clima di partecipazione consapevole, con l’annuncio di una nuova iniziativa: sabato 25 ottobre si terrà la prima edizione di Puliamo il Mondo a Nord Ferrovia, un’iniziativa simbolica ma concreta. Dalle 10 alle 13, i volontari del Comitato e i cittadini si ritroveranno per pulire strade, marciapiedi e aree verdi. «Non per sostituirci al Comune, ma per mostrare che ci teniamo», hanno detto gli organizzatori.

Questo, in fondo, è il messaggio che attraversa tutta la serata: dove non arriva l’amministrazione, arrivano i cittadini.

Non con rabbia, ma con tenacia. Non con slogan, ma con proposte.

Perché, come ha ribadito Rigoni nel suo intervento conclusivo, «Chivasso non può essere divisa da una ferrovia. Se da questa parte mancano servizi, scuole, farmacia e collegamenti, allora non è solo un problema urbanistico: è una questione di dignità».

Il Comitato Nord Ferrovia, nel frattempo, annuncia nuovi incontri e promette di «continuare a segnalare, proporre, vigilare». 

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