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Nord Ferrovia, la discarica di auto vecchie che il Comune di Chivasso ignora

Il quartiere denuncia degrado, marciapiedi impraticabili e carcasse abbandonate. Il 21 ottobre l’incontro con l'amministrazione comunale: attese risposte

Nord Ferrovia, la discarica di auto vecchie che Chivasso ignora

Nord Ferrovia, la discarica di auto vecchie che il Comune di Chivasso ignora

A Chivasso si parla di città green, di sostenibilità, di abbattimento delle barriere architettoniche. Si parla di futuro radioso, di transizione ecologica, di piani e di delibere. Poi basta attraversare la ferrovia, arrivare in via Montegrappa, e scoprire che c’è un’altra città. Quella che inciampa. Quella che non entra nelle foto ufficiali. Quella che vive ogni giorno tra erbacce, buche e carcasse di auto abbandonate trasformate in discariche improvvisate.

Il Comitato Spontaneo Nord Ferrovia, nato il 25 giugno, lo dice chiaro: «A parole inclusivi, nei fatti abbandonati». Non è uno slogan, ma la fotografia della realtà. Qui i marciapiedi non esistono, e dove ci sono sono impraticabili. Ci si arrampica su gradini rotti, si schiva l’asfalto che si sbriciola, si cammina tra sterpaglie e cemento sfondato. Le persone anziane, i disabili, chi spinge un passeggino non può passare. Deve scendere in strada, con i camion che sfrecciano a pochi centimetri.

Le immagini raccolte dal Comitato parlano da sole: una vecchia Fiat 4 sventrata, un furgoncino rosso divorato dalla ruggine e riempito di rifiuti, plastica, secchi, ferraglia. Intorno vegetazione alta, mozziconi, pezzi di cemento. Tutto questo nel cuore di un quartiere popolato, a due passi dal centro. E nessuno che intervenga. Nessuno che si accorga che lì, nella città che dovrebbe essere accessibile e sostenibile, c’è una discarica di auto vecchie a cielo aperto.

Il Comitato, coordinato da Andrea Rigoni con il supporto di Alessandro Francia e Raffaella Actis Dato non è nato per urlare. È nato per proporre, per chiedere un confronto con l’amministrazione comunale. “Non per protestare, ma per proporre”, ripetono. E di proposte ne hanno: la riqualificazione dell’ex scuola Marsan, la realizzazione degli ascensori sulla passerella di via Caluso, l’apertura di una farmacia di quartiere. Tre richieste semplici, ma simboliche. Tre ferite aperte che raccontano l’abbandono di un pezzo di città.

Il post pubblicato in questi giorni dal Comitato è un atto d’accusa preciso: “A Nord della ferrovia la realtà è ben diversa. Auto e carcasse da rimuovere, percorsi pedonali inesistenti, marciapiedi impraticabili, camion che sfrecciano. Chiediamo un intervento urgente prima che la situazione degeneri”. Non parole di circostanza, ma un grido civile, scritto da chi ogni giorno vive quei disagi.

E ora qualcosa si muove. Il 21 ottobre alle 18, in piazzetta Melvin Jones (via Bradac), ci sarà un incontro pubblico tra il Comitato e l’Amministrazione comunale. Un confronto atteso, finalmente. L’occasione per parlare della scuola materna Marsan, degli ascensori della passerella di via Caluso e della nuova farmacia. E forse anche della situazione di via Montegrappa, diventata il simbolo di tutto ciò che non funziona.

A rappresentare il Comune ci sarà l’assessore all’Ambiente e all’Arredo Urbano Fabrizio Debernardi, che dovrà rispondere di questo degrado. Perché il problema non è solo estetico. È di sicurezza, di accessibilità, di dignità. E riguarda direttamente le competenze del suo assessorato. Il Comitato lo sa e lo aspetta. Perché non bastano le promesse, servono fatti.

Chi passa in via Montegrappa oggi trova una fotografia precisa della città: da un lato i manifesti della “Chivasso green”, dall’altro i marciapiedi che finiscono nel nulla. Da un lato le delibere, dall’altro i dislivelli che fermano le carrozzine. Da un lato i progetti di “arredo urbano”, dall’altro l’asfalto crepato e le auto sventrate che marciscono da anni.

Il quartiere Nord Ferrovia non è la periferia. È città. È parte viva di Chivasso. Solo che da troppo tempo vive oltre la linea dei binari, in quella zona grigia dove la manutenzione arriva tardi o non arriva affatto.

C’è chi parla di “partecipazione civica” come di un concetto astratto. Qui, invece, è concreta. Il Comitato è nato dal basso, senza sigle, senza bandiere, senza finanziamenti. Solo cittadini che hanno deciso di non aspettare più.

Ora la palla è all’Amministrazione. Il 21 ottobre non potrà limitarsi a un incontro simbolico. Servono impegni precisi, date, interventi. Perché l’inerzia, qui, non è più un’opzione. Ogni giorno che passa un gradino si sbriciola di più, un’auto marcisce un po’ oltre, un pezzo di fiducia si consuma.

E allora la domanda resta sospesa: davvero Chivasso vuole essere una città “green e inclusiva”? O vuole solo sembrarlo? Perché tra il dire e il fare, a Nord della ferrovia, non c’è di mezzo il mare. C’è via Montegrappa.

La discarica di auto vecchie e i marciapiedi di via Montegrappa

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