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San Francesco al Campo: il caso del polisportivo accende lo scontro politico

La minoranza accusa la maggioranza di gestire la struttura in modo dispendioso e poco trasparente, tra spese extra, carenze di personale e dubbi sulla sicurezza

San Francesco al campo

San Francesco al Campo, il caso del polisportivo accende lo scontro politico

A San Francesco al Campo torna a infiammarsi il dibattito sul centro polisportivo comunale, una struttura storica per la comunità e oggi al centro di una disputa politica che divide maggioranza e opposizione. Dopo l’addio dell’associazione Velodromo Francone, che fino allo scorso ottobre aveva in gestione l’impianto, le chiavi del complesso di via Ghetto sono tornate nelle mani del Comune. Ma la nuova fase di gestione pubblica sta sollevando interrogativi sempre più pressanti, soprattutto sul fronte economico e organizzativo.

A sollevare il caso è la lista di minoranza “San Francesco In Campo”, che denuncia un sensibile aumento dei costi a carico dell’Amministrazione comunale. Dopo la rinuncia dell’associazione, infatti, è stato necessario approvare una variazione di bilancio da 9 mila euro per coprire le utenze dei primi tre mesi di gestione diretta. Una cifra che, secondo la minoranza, si aggiunge a nuove spese per la manutenzione ordinaria e all’impiego dei cantonieri comunali, chiamati a occuparsi delle aree verdi, della pulizia e della sicurezza dell’impianto.

In passato, la “Francone” riceveva contributi pubblici tra i 12 e i 15 mila euro annui, ma garantiva in cambio la gestione completa della struttura, l’apertura e la chiusura giornaliera, la manutenzione, la presenza di personale e la promozione di eventi sportivi di livello nazionale e internazionale. Oggi, invece, con la gestione tornata al Comune, la situazione appare più frammentata e complessa.

Uno dei nodi principali riguarda la mancanza di personale fisso all’interno del centro polisportivo. In assenza di un gestore privato, gli impiegati comunali si alternano per aprire e chiudere gli spazi, ma la struttura resta priva di un presidio costante. Una condizione che, secondo l’opposizione, comporta rischi per la sicurezza e problemi di accoglienza. Chi frequenta l’impianto, infatti, si trova spesso senza punti di riferimento, senza assistenza in caso di guasti o emergenze, e senza una figura responsabile che garantisca il corretto utilizzo delle attrezzature e degli spazi.

La minoranza solleva anche questioni di legittimità gestionale, chiedendosi se il modello attuale sia conforme alle norme che regolano la sicurezza negli impianti sportivi comunali. L’assenza di personale qualificato, in particolare, viene indicata come un elemento di criticità che potrebbe rendere vulnerabile la gestione ordinaria e mettere a rischio l’incolumità degli utenti.

Un ulteriore elemento di tensione è rappresentato dall’organizzazione della Turin International Cyclocross, la gara di ciclocross di respiro internazionale in programma il 23 novembre proprio all’interno del polisportivo. L’evento, che negli anni scorsi ha richiamato atleti e pubblico da tutta Europa, non avrebbe ricevuto – stando alle accuse della minoranza – alcun contributo economico da parte del Comune, nonostante la sua rilevanza sportiva e promozionale per il territorio.

Secondo l’opposizione, la decisione di non sostenere l’evento rappresenterebbe una contraddizione rispetto agli impegni assunti in campagna elettorale, quando la maggioranza aveva promesso di rafforzare la collaborazione con le associazioni locali e di valorizzare le realtà sportive che animano la comunità. Ora, invece, l’impressione è quella di un disimpegno, aggravato dal progressivo aumento delle spese a carico del bilancio comunale.

Il centro polisportivo di via Ghetto, costruito per ospitare diverse discipline e punto di riferimento per l’attività sportiva locale, attraversa dunque un momento delicato. La chiusura del rapporto con la “Francone” – che per anni aveva gestito anche il celebre velodromo – ha lasciato un vuoto non solo gestionale, ma anche identitario. L’associazione, oltre a garantire la manutenzione, aveva trasformato la struttura in un polo sportivo riconosciuto a livello nazionale, sede di allenamenti, competizioni e iniziative giovanili.

Con la gestione tornata in mano pubblica, l’Amministrazione comunale si trova ora a dover conciliarne l’apertura al pubblico con i vincoli di bilancio, in un quadro di risorse limitate. La scelta di non affidare subito l’impianto a un nuovo gestore privato appare motivata dal desiderio di mantenere il controllo diretto sulla struttura, ma rischia di gravare sulle casse comunali e di limitare la fruibilità da parte dei cittadini.

Il tema è destinato a tornare in Consiglio comunale, dove si prevede un confronto acceso tra maggioranza e opposizione. Quest’ultima chiede trasparenza sui costi effettivi di gestione e sulle strategie future per garantire continuità e sicurezza.

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