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Cronaca
15 Ottobre 2025 - 10:24
Attivista aggredito durante una protesta contro la multinazionale Ahold Delhaize
Un nuovo episodio di violenza contro gli attivisti scuote il mondo delle proteste animaliste in Europa. Un membro di Animal Equality, l’organizzazione internazionale che da anni denuncia le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi, è stato aggredito ad Amsterdam mentre manifestava pacificamente davanti alla sede della De Nederlandsche Bank (DNB), la banca centrale dei Paesi Bassi.
L’attacco è avvenuto nella giornata di ieri, in concomitanza con la conferenza “Ewpn Annual ‘All Together’ Conference & Awards”, ospitata proprio nella sede della DNB. L’attivista stava protestando con un megafono per chiedere alla banca di prendere posizione contro la crudeltà sugli animali, quando un partecipante all’evento si è avvicinato e lo ha strattonato nel tentativo di togliergli l’apparecchio dalle mani.
Animal Equality ha definito l’episodio “un gesto inaccettabile”, sottolineando che l’attivista stava esercitando il diritto di manifestare pacificamente. La protesta rientra in una più ampia campagna internazionale contro Ahold Delhaize, la multinazionale olandese della grande distribuzione, accusata di non aver mantenuto l’impegno assunto nel 2016 di eliminare le gabbie per galline e scrofe all’interno della propria filiera produttiva.
Il nome di Frans Muller, amministratore delegato e presidente di Ahold Delhaize, è al centro della polemica. Muller ricopre infatti anche il ruolo di vicepresidente del consiglio di amministrazione della DNB, motivo per cui le proteste di Animal Equality si sono estese anche alla banca. Secondo l’organizzazione, la presenza del manager in un ruolo istituzionale così rilevante mina la reputazione dell’istituto finanziario, che viene così associato a una politica aziendale ritenuta non etica.
Sono ormai sei settimane che gli attivisti di Animal Equality protestano quotidianamente davanti agli uffici della multinazionale nei Paesi Bassi, chiedendo un impegno concreto e verificabile per porre fine all’uso delle gabbie negli allevamenti della filiera Ahold Delhaize. Le manifestazioni hanno interessato anche altre sedi legate al gruppo e al suo management, nel tentativo di spingere le istituzioni olandesi a intervenire pubblicamente.
La richiesta dell’organizzazione è duplice: da un lato, che la DNB rimuova Frans Muller dal proprio consiglio se non si dissocia dalla politica aziendale contestata; dall’altro, che Ahold Delhaize adotti finalmente un piano chiaro e vincolante per eliminare ogni forma di allevamento in gabbia nei propri mercati globali, dagli Stati Uniti all’Europa.
Animal Equality ricorda che nel 2016 la multinazionale aveva promesso pubblicamente di abbandonare l’uso delle gabbie nella produzione di uova e carne di maiale entro pochi anni. Tuttavia, dieci anni dopo, le nuove immagini raccolte dall’associazione mostrano animali ancora confinati in spazi ristretti e privi di libertà di movimento, in particolare negli Stati Uniti, dove il gruppo gestisce marchi noti come Food Lion, Stop & Shop e Giant.
La contraddizione è evidente: nei Paesi Bassi, l’uso di gabbie per galline e scrofe è vietato dal 2008, mentre negli Stati Uniti la stessa azienda continua a tollerare pratiche che in Europa sarebbero illegali. Una disparità che, secondo Animal Equality, “mette in discussione la coerenza etica e la credibilità internazionale del gruppo”.
In un comunicato ufficiale, Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, ha dichiarato: «La violenza nei confronti degli attivisti che protestano legittimamente e pacificamente non è ammissibile. Frans Muller non può più tirarsi indietro davanti a un impegno ufficiale assunto oltre dieci anni fa e mai mantenuto. DNB può scegliere di schierarsi dalla parte giusta chiedendo a Muller di dire basta alle gabbie, o in caso contrario rimuoverlo dal suo ruolo».
Cupi ha poi aggiunto che “senza un cambio di passo, le conseguenze continueranno a ricadere su milioni di animali costretti a vivere e morire in condizioni di sofferenza”, e che “il momento di agire è adesso”.
Il caso ha riacceso il dibattito sulle responsabilità etiche delle grandi multinazionali del cibo, spesso accusate di presentare piani ambientali e di benessere animale solo sulla carta. Nel frattempo, le manifestazioni di Animal Equality proseguiranno davanti alla DNB e alle sedi Ahold Delhaize “fino a quando — assicurano gli attivisti — non arriveranno impegni concreti e verificabili”.
Dietro le proteste non c’è solo la denuncia del mancato rispetto di una promessa, ma una questione più ampia: quella del benessere animale come criterio di trasparenza e sostenibilità nella filiera alimentare globale. In un’Europa sempre più sensibile al tema, episodi come quello di Amsterdam mostrano quanto il confronto tra profitto e diritti degli animali sia tutt’altro che risolto.
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