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San Mauro, il Comune sbaglia e la gara d'appalto salta. I cittadini pagano

Un click sbagliato sulla piattaforma telematica genera una procedura fantasma. L’amministrazione costretta a pagare per una gara mai partita

San Mauro, il Comune sbaglia e la gara d'appalto salta. I cittadini pagano

San Mauro, il Comune sbaglia e la gara d'appalto salta. I cittadini pagano

Un errore materiale commesso negli uffici del Comune di San Mauro Torinese è costato l’annullamento di una gara d’appalto pubblica e il pagamento, comunque dovuto, della tassa ANAC. L’episodio è emerso da una determina dirigenziale del Comune, la n. 795, apparsa negli scorsi giorni sull'albo pretorio. Il documento riguarda i lavori di manutenzione straordinaria degli edifici comunali e scolastici, già approvati dalla Giunta comunale nei mesi scorsi.

La determina racconta una vicenda che ha dell’assurdo. Dopo l’approvazione del progetto e la predisposizione della gara per l’affidamento dei lavori, l’ufficio tecnico comunale – precisamente il Settore Pianificazione e Gestione del Territorio, Ufficio Manutenzione e Viabilità – ha caricato la procedura sulla piattaforma telematica Traspare, quella utilizzata per gestire in via digitale tutti gli appalti pubblici.

Durante questa fase, però, qualcosa è andato storto. Nel documento si legge che «per mero errore materiale nella gestione del caricamento gara sulla piattaforma e-procurement TRASPARE veniva creata una procedura errata che ha portato alla generazione del CIG B7259A51D3, prontamente annullato».
In parole semplici, gli uffici comunali hanno caricato per sbaglio una gara fasulla, creando un codice identificativo di gara (CIG) inesatto. Accortisi dell’errore, hanno annullato la procedura.

Ma non è finita qui. Perché, nonostante la gara non sia mai partita, il Comune deve comunque pagare la tassa all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che impone un contributo per ogni procedura registrata. E così, nella stessa determina, si legge che l’amministrazione comunale «ritiene opportuno assumere l’impegno di spesa per l’importo di € 250,00 relativo al pagamento tassa ANAC della gara d’appalto annullata di cui CIG B7259A51D3».

La somma può sembrare minima, ma è il segno di un cortocircuito amministrativo: un errore interno che genera una spesa inutile per la collettività. E, soprattutto, mette in luce l’inefficienza burocratica di un apparato che non riesce a garantire precisione e controllo.

I lavori in questione erano già stati affidati in precedenza, con una diversa procedura corretta, ma l’errore di caricamento ha creato un doppione amministrativo e costretto il Comune a sanare la pratica. Tutto per un click sbagliato, che ha prodotto una gara “fantasma” e un pagamento reale.

La vicenda mostra un volto meno visibile della burocrazia comunale: quello fatto di errori procedurali che si trasformano in costi e ritardi, spesso senza che nessuno se ne accorga. È lo stesso atto amministrativo a parlare chiaro: non c’è dolo, non c’è irregolarità, ma un errore materiale interno agli uffici. E come spesso accade, a pagare non sono i funzionari, ma il Comune stesso.

L’impegno di spesa è stato caricato sul capitolo di bilancio dedicato alla manutenzione straordinaria degli edifici comunali, riducendo di fatto i fondi disponibili per gli interventi sul territorio. Nella determina, il dirigente Alessandro Visentin e il responsabile unico del progetto Fabrizio Maritano certificano la regolarità amministrativa dell’atto, specificando che «non vi sono altri riflessi diretti e indiretti sulla situazione economico-finanziaria del Comune». Una formula che chiude la vicenda, ma non ne cancella l’imbarazzo.

È l’ennesimo episodio che mette a nudo le fragilità di un sistema amministrativo dove la digitalizzazione, invece di semplificare, spesso moltiplica gli errori. Un codice sbagliato, un file caricato nella sezione errata, un doppio inserimento di dati: basta poco per far saltare una procedura complessa, con conseguenze economiche e d’immagine per l’ente.

Nel caso di San Mauro, la storia si chiude con un versamento da 250 euro all’ANAC e un atto di rettifica. Ma resta la domanda di fondo: se basta un errore di caricamento per mandare in tilt una gara d’appalto, quanto è solido davvero la amministrativa del Comune?

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