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Riscaldamenti al via dal 15 ottobre: a Torino si riaccende, ma occhio alle regole

I sindaci e i condomini possono intervenire con ordinanze locali, ma non oltre i limiti nazionali. Dietro l'angolo ci sono multe salate

Riscaldamenti al via dal 15 ottobre: a Torino si riaccende, ma occhio alle regole

Da mercoledì 15 ottobre, in Piemonte si potrà finalmente riaccendere il riscaldamento. L’autorizzazione riguarda tutte le province classificate in Zona E, tra cui Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Biella, Novara, Vercelli e Verbania, e resterà valida fino al 15 aprile. È il segnale che l’autunno è ormai alle porte, anche se le regole restano rigide: orari, temperature e limiti precisi da rispettare per evitare multe fino a 3.000 euro, cui possono aggiungersi sanzioni comunali fino a 800 euro.

A ricordarlo è Assium, l’associazione degli utility manager, che invita i piemontesi — e in particolare i torinesi — a non farsi trovare impreparati. Le disposizioni nazionali prevedono un massimo di 14 ore di accensione al giorno, con termometri fermi a 20°C (22°C con tolleranza). Ma anche se la legge permette di scaldare casa, non significa che si possa farlo senza controllo. Gli orari consigliati sono quelli compresi tra le 5 e le 23, e ogni superamento dei limiti stabiliti comporta sanzioni.

L’accensione anticipata è riservata solo alle aree di montagna classificate in Zona F, come i comuni oltre i 1.000 metri della provincia di Cuneo, dove gli impianti possono restare in funzione senza restrizioni. Per il resto del Piemonte, da Torino a Biella, da Asti a Novara, la data del 15 ottobre segna l’inizio della stagione termica 2025-2026, che proseguirà fino alla metà di aprile, salvo ordinanze locali più restrittive o, in caso di freddo eccezionale, proroghe decise dai sindaci.

A Torino il Comune ha già richiamato amministratori e condomìni a rispettare i limiti di legge, ricordando che anche le assemblee condominiali possono deliberare regole interne diverse, purché non superino i vincoli nazionali. In caso di violazioni, gli ispettori comunali potranno disporre controlli sugli impianti centralizzati e segnalare gli abusi.

La temperatura interna massima è fissata a 20 gradi, con una tolleranza di due gradi, mentre per gli edifici industriali e artigianali il limite è 18 gradi. Una misura che punta a contenere i consumi e a evitare sprechi energetici in una fase in cui, nonostante l’abbassamento dei prezzi, la bolletta resta un peso per molte famiglie.

Eppure, qualche buona notizia arriva proprio dal fronte dei costi. I dati diffusi da Assium indicano un calo del 24% del prezzo del gas sui mercati all’ingrosso rispetto allo scorso anno. Il PSV, principale punto di riferimento per le forniture in Italia, ha registrato a ottobre una media di 0,328 euro/Smc, contro gli 0,432 dell’autunno 2024. Anche l’indice del GME (Gestore dei Mercati Energetici) mostra un ribasso analogo, attorno al 23%.

Per questo il presidente di Assium, Federico Bevilacqua, invita i piemontesi a valutare attentamente le condizioni dei propri contratti: «Questo è il momento opportuno per rivedere la fornitura e cercare offerte più convenienti. Il calo dei prezzi può tradursi in un risparmio concreto sulle spese per il riscaldamento».

In Piemonte, dove gli inverni restano tra i più rigidi d’Italia e il riscaldamento domestico rappresenta una voce di spesa importante, la possibilità di ottimizzare i consumi e contenere i costi è più che mai strategica. Secondo i dati regionali, l’80% dei consumi di gas si concentra proprio nei mesi invernali.

Tra i torinesi, l’attesa per l’accensione dei termosifoni si accompagna al consueto dilemma: comfort o risparmio? Molti condomìni stanno optando per una gestione più flessibile, con orari ridotti e temperature contenute, per evitare bollette troppo pesanti. Altri, invece, si affidano a sistemi di regolazione automatica o a valvole termostatiche intelligenti, che permettono di mantenere il calore solo dove serve.

Ma, al di là delle tecnologie e dei numeri, resta una consapevolezza condivisa: accendere il riscaldamento non significa solo scaldare la casa, ma gestire con responsabilità un bene sempre più prezioso. E in una regione come il Piemonte, dove la stagione fredda si fa sentire a lungo e con forza, rispettare le regole non è solo un dovere civico, ma un modo per tutelare l’ambiente e alleggerire le bollette.

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