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Due milioni per Castellamonte, ma la ricostruzione del Canavese resta una corsa a ostacoli

Regione e Governo stanziano 35,5 milioni: oltre 350 interventi, Canavese a quota 5 milioni

Castellamonte guida la ricostruzione

Castellamonte guida la ricostruzione: due milioni per ripartire dopo l’alluvione

Tra il 16 e il 17 aprile l’acqua aveva travolto il Piemonte, lasciando dietro di sé strade spezzate, versanti ceduti e una lunga scia di emergenze. Oggi, a pochi mesi da quella notte di pioggia e paura, Castellamonte si prepara a diventare il cantiere simbolo della ripartenza: quasi due milioni di euro in arrivo per la messa in sicurezza del territorio. È la quota più alta dell’intero pacchetto da 35,5 milioni di euro destinato ai Comuni della Città metropolitana colpiti dall’alluvione. Un segnale concreto, che segna il passaggio dall’urgenza alla ricostruzione, con un’azione coordinata tra Governo e Regione Piemonte.

Il piano, frutto di settimane di confronto tra amministratori e tecnici, prevede oltre 350 interventi di somma urgenza, distribuiti su un territorio vasto e fragile. All’area del Canavese vanno oltre 5 milioni di euro, di cui quasi la metà concentrata proprio su Castellamonte. Qui le priorità sono chiare: ricostruire tratti di strada franati, consolidare i versanti, potenziare il sistema di drenaggio e difendere le aree abitate da nuove ondate di maltempo.

Il consigliere regionale Mauro Fava parla di “un lavoro puntuale e continuo per rispondere ai Comuni che hanno subito danni enormi”. Sottolinea che “gli uffici regionali stanno già lavorando per garantire anche la copertura delle opere di mitigazione del rischio, perché nessuno resti indietro”. A confermare la strategia integrata è l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi, che aggiunge: “Le risorse serviranno a restituire sicurezza ai cittadini e consentire ai Comuni di agire rapidamente. La seconda fase del piano, già avviata, riguarda la ricostruzione vera e propria e la prevenzione del rischio idrogeologico”.

Nel dettaglio, i cantieri toccano molti centri del territorio. A Forno, 25 mila euro finanzieranno la messa in sicurezza dei versanti lungo la strada di frazione Milani, colpita da frane. A Cintano, 115 mila euro serviranno per la ricostruzione del corpo stradale della provinciale verso Castelnuovo Nigra e la creazione di opere antierosive. A Pont Canavese, altri 27 mila euro andranno alla realizzazione di un vallo di protezione in via Ferrata. Borgiallo riceve 24.750 euro per il ripristino dei tratti di strada invasi dai detriti, mentre a Valprato Soana sono stati stanziati 115 mila euro per regimare i corsi d’acqua Arlens e Soana e rafforzare la scogliera di difesa lungo la viabilità principale. Ma il cuore dell’operazione resta Castellamonte, dove si concentreranno gli interventi più strutturali e complessi.

L’obiettivo non è solo ricostruire, ma rafforzare il territorio. Gli interventi previsti prevedono muri e scogliere in calcestruzzo armato, paratie di pali e opere di drenaggio capaci di prevenire nuovi cedimenti. Si punta su opere permanenti, più solide e pianificate in ottica di lungo periodo, in grado di trasformare l’emergenza in una nuova stagione di sicurezza diffusa.

Dopo mesi di attesa, i sindaci del Canavese possono finalmente chiudere la fase emergenziale. I finanziamenti permetteranno di riaprire strade, consolidare pendii e proteggere i centri abitati, ma anche di restituire fiducia a comunità che da aprile vivono tra cantieri e frane. Castellamonte, città della ceramica e ora simbolo della ricostruzione, diventa laboratorio di una nuova gestione del rischio, dove il confine tra prevenzione e risposta non può più essere rimandato.

La sfida sarà mantenere la continuità delle risorse e la rapidità delle procedure, evitando che i progetti restino impigliati tra burocrazie e carte. Perché la vera ricostruzione, quella che conta, non si misura in milioni ma nella capacità di trasformare la fragilità in protezione concreta. E in Piemonte, dopo l’acqua, questa è la prova più attesa.

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