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Piemonte, dissesto idrogeologico: 25 milioni di euro per 13 nuovi interventi di messa in sicurezza

Cirio: “Ogni euro speso in prevenzione è un investimento sulla vita dei cittadini”. Gabusi: “Focus su rii e torrenti minori, spesso i più pericolosi”

Piemonte, dissesto idrogeologico

Piemonte, dissesto idrogeologico: 25 milioni di euro per 13 nuovi interventi di messa in sicurezza

Il Piemonte rafforza la sua difesa contro il dissesto idrogeologico. Con l’approvazione del programma regionale 2025 di difesa del suolo, la Regione dà il via a un piano di 13 nuovi interventi di messa in sicurezza, per un investimento complessivo di oltre 25 milioni di euro.

Il provvedimento, elaborato dalla Direzione Opere pubbliche e Difesa del suolo della Regione Piemonte in collaborazione con Comuni e Province, ha ottenuto il via libera dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e permetterà di avviare le procedure operative per l’apertura dei cantieri su tutto il territorio regionale.

Gli interventi riguardano opere di mitigazione del rischio idrogeologico, con priorità alle aree più esposte a frane, allagamenti e smottamenti. Si tratta di interventi concreti su versanti, argini, scarpate e sistemi di drenaggio, per consolidare il territorio e ridurre la vulnerabilità di centri abitati e infrastrutture.

In provincia di Torino sono previsti cinque interventi – a Volvera, None, Almese, Rubiana e Foglizzo – per un valore complessivo di 9,56 milioni di euro. In provincia di Cuneo, due cantieri a Ormea e San Michele Mondovì assorbiranno 7,52 milioni, mentre la provincia di Alessandria vedrà quattro progetti nei Comuni di Cabella Ligure, Berzano di Tortona, Pontestura e Sarezzano per 2,65 milioni. A completare il quadro, un intervento a Villadossola (Verbano-Cusio-Ossola) da 3,87 milioni e uno a Portula, nel Biellese, da 1,42 milioni di euro.

Un piano articolato che si inserisce in una strategia di lungo periodo avviata dopo le grandi alluvioni del 1994 e del 2000, tragici eventi che segnarono profondamente il territorio piemontese e diedero il via a una nuova cultura della prevenzione. Se allora l’attenzione era rivolta ai grandi corsi d’acqua come il Po, il Tanaro o il Sesia, oggi il focus si sposta sui bacini minori, spesso responsabili di allagamenti improvvisi e di danni diffusi a centri abitati, ponti e infrastrutture locali.

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha sottolineato il valore strategico del piano: «Ringrazio il ministro Gilberto Pichetto Fratin per la collaborazione con cui ha accolto la nostra programmazione regionale. Questi interventi non sono solo opere pubbliche: sono azioni che proteggono le nostre comunità, le nostre case e il nostro futuro. Ogni euro investito nella prevenzione del dissesto idrogeologico è un investimento nella sicurezza dei cittadini piemontesi».

La prevenzione, infatti, rimane il nodo cruciale di una regione che convive da decenni con un’elevata fragilità idrogeologica. Secondo i dati ISPRA, oltre il 90% dei Comuni piemontesi presenta almeno un’area a rischio frana o alluvione, con circa 600 mila abitanti potenzialmente esposti.

L’assessore regionale alle Opere pubbliche, alla Difesa del suolo e alla Protezione civile, Marco Gabusi, ha evidenziato come questo piano rappresenti un passo avanti importante nella gestione dei rischi: «Il programma 2025 ci consente di agire in modo puntuale sui rii e sui torrenti minori, che negli ultimi anni sono stati la causa principale degli eventi più critici. Mettiamo in sicurezza aree abitate e infrastrutture con un lavoro lungo e complesso, ma che procede con continuità e risultati concreti».

Il piano, oltre a garantire la protezione diretta di interi centri abitati, ha un impatto positivo anche sul fronte economico e ambientale. Ogni intervento di consolidamento del suolo riduce i costi futuri legati ai danni da emergenze e favorisce una pianificazione più sostenibile del territorio. Le opere previste comprendono il rafforzamento di argini, la stabilizzazione di pendii instabili, la realizzazione di opere di drenaggio e regimentazione delle acque, nonché la manutenzione di opere già esistenti.

Particolare attenzione sarà riservata ai territori montani e collinari, dove l’erosione e i movimenti franosi si stanno intensificando a causa dei cambiamenti climatici. L’aumento delle precipitazioni brevi ma violente, unito alla progressiva impermeabilizzazione dei suoli, sta infatti moltiplicando i rischi anche in aree un tempo considerate marginali.

Il piano 2025 del Piemonte rappresenta dunque una risposta pragmatica e lungimirante, che unisce la dimensione ingegneristica alla visione politica di lungo periodo. Il coordinamento tra Regione, Comuni, Ministero e Protezione civile è pensato per garantire la massima rapidità nelle procedure, evitando i ritardi che in passato hanno frenato l’apertura dei cantieri.

Sul piano amministrativo, l’intesa raggiunta con il Ministero dell’Ambiente consente di sbloccare i fondi immediatamente e di avviare le gare d’appalto già entro la fine del 2025. Gli interventi saranno seguiti da un monitoraggio costante per verificare l’efficacia delle opere e l’impatto sul territorio, con particolare attenzione alla sicurezza delle aree abitate e delle infrastrutture critiche.

Il Piemonte si conferma così tra le regioni italiane più attive nella prevenzione del dissesto idrogeologico, un campo in cui la costanza e la programmazione sono le armi più efficaci. Come ricordano Cirio e Gabusi, “la sicurezza del territorio non si costruisce con gli annunci, ma con i cantieri”. E i cantieri, dopo l’approvazione del piano, sono pronti a partire.

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