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Freedom Flotilla in rotta per Gaza: a bordo anche un medico torinese

Nove barche partite da Catania e Otranto per rompere il blocco navale israeliano: la nave Conscience è un ospedale galleggiante carico di aiuti

La nave Conscience

La nave Conscience

Dopo il blocco della Global Sumid Flotilla, che ha visto anche il piemontese Abderrahmane Amajou tra i membri trattenuti e non ancora rimpatriati, una nuova missione umanitaria è diretta verso Gaza con l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele. A bordo di una delle imbarcazioni c’è anche un medico torinese, Francesco Prinetti, partito per portare assistenza e supporto sanitario alla popolazione civile.

La spedizione fa parte della Freedom Flotilla Coalition, rete internazionale che da 18 anni organizza missioni via mare per denunciare e contrastare l’assedio di Gaza, e della piattaforma Thousand Madleens. Questa nuova partenza segna un ulteriore capitolo nella lunga storia di imbarcazioni solidali dirette verso la Striscia.

Le barche sono nove, partite dai porti di Catania e Otranto tra il 25 e il 30 settembre, e trasportano medici, infermieri e giornalisti provenienti da diversi Paesi. Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, tra mercoledì e giovedì la flotta dovrebbe trovarsi al cospetto delle acque palestinesi, dopo un viaggio complesso e ad alto rischio.

A guidare la missione è la Conscience, una nave di 68 metri trasformata in ospedale galleggiante, equipaggiata con materiali sanitari, apparecchiature mediche e farmaci da banco che non riescono più a entrare a Gaza a causa del blocco israeliano. L’obiettivo è fornire cure di emergenza e rifornire le strutture sanitarie palestinesi ormai allo stremo dopo mesi di guerra e isolamento.



La presenza del medico torinese Francesco Preinetti sottolinea il contributo diretto del Piemonte alle operazioni umanitarie internazionali e la volontà di molti professionisti italiani di portare aiuto dove la crisi umanitaria è più grave.

La missione naviga in un clima di grande tensione, con l’attenzione della comunità internazionale puntata sul rischio di nuovi sequestri in mare e sulle condizioni di sicurezza dei volontari a bordo. Nonostante questo, l’equipaggio della Freedom Flotilla ha ribadito la determinazione a raggiungere le coste di Gaza e consegnare gli aiuti, nel rispetto del diritto umanitario internazionale.

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