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03 Ottobre 2025 - 09:34
Accoltellamento al bar di Torino
Roberto Ventrella ha 86 anni ed è il più anziano della Flotilla per Gaza. Gioielliere napoletano, trasferito da oltre trent’anni in Svizzera, ha deciso di salire sulla nave Mango con un equipaggio svizzero per partecipare alla missione umanitaria diretta verso la Striscia. Nelle ultime ore la Mango è stata intercettata dalla marina israeliana a circa cento miglia da Gaza. «Ci puntano addosso fari potentissimi, ci stanno studiando barca per barca» aveva raccontato poco prima dell’abbordaggio.
Le notizie arrivate ai figli Asad e Luisa hanno confermato che l’equipaggio sta bene. La Farnesina ha informato che il gruppo sarà condotto al porto di Ashdod: da lì ai passeggeri verrà proposta la firma per un’espulsione immediata con rientro in Italia oppure, in alternativa, un trattenimento con passaggio davanti a un magistrato. È la prassi seguita in questi casi, ma per la famiglia restano ore di forte tensione.
Luisa racconta di aver seguito la diretta dell’intercettazione senza staccarsi dalla televisione. «Papà era tranquillo», dice, «quando hanno puntato gli idranti ha perfino scherzato: ci hanno lavato la barca». Una battuta che riflette il temperamento di un uomo abituato a non tirarsi indietro. Anche Asad ha parlato di apprensione ma pure di orgoglio: suo padre si è preparato a lungo, con allenamenti fisici e dieta, determinato a dare un segnale non solo politico ma anche familiare. «Lo faccio anche per i miei nipoti», aveva dichiarato prima di partire.
Dietro questo impegno c’è la storia di un uomo che non ha mai nascosto le proprie posizioni a favore della causa palestinese. In Svizzera, dove si è reinventato consulente nel settore dell’alta orologeria, ha sempre mantenuto un profilo battagliero. Lunghe camminate nei boschi, bagni nei laghi ghiacciati, allenamenti mirati: un percorso che gli ha consentito di affrontare questa sfida nonostante l’età anagrafica. «La paura? È naturale, ma inutile», aveva spiegato pochi giorni fa.
Napoli intanto segue con ansia e orgoglio. La famiglia, che porta avanti l’attività orafa, non si sorprende della scelta del padre: conoscono il suo spirito ribelle, la volontà di trasformare un atto personale in gesto collettivo. Un video registrato a bordo della Mango racconta il suo stato d’animo: «È tutto così bello intorno a noi in questo mare, che quasi mi sento in colpa. Ma poi penso che la bellezza può diventare forza, e con questa forza si può ricostruire la giustizia».
Ora i prossimi passaggi saranno decisivi: lo sbarco al porto, la scelta tra espulsione e trattenimento, la gestione diplomatica del caso. Quel che resta certo è l’immagine potente di un anziano artigiano che ha deciso di sfidare il mare e la politica internazionale per difendere un principio, lasciando alla sua famiglia e a chi lo segue un segno indelebile di tenacia e convinzione.
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