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Gaza entra in Consiglio: la minoranza porta le bandiere e poi abbandona l’aula

A Borgaro il gesto simbolico diventa atto politico. Tensione in Consiglio sul conflitto in Medio Oriente e sulle scelte della maggioranza. “Vigileremo su ogni mancanza”.

Gaza entra in Consiglio: la minoranza porta le bandiere e poi abbandona l’aula

"Un gesto simbolico per non dimenticare", così è stato definito dal gruppo consiliare di minoranza “Uniti per Cambiare”, l’atto di consegnare ai capigruppo del Consiglio comunale di Borgaro Torinese due bandiere: quella della Palestina e quella della Pace.

Un gesto pacifico ma denso di significato, compiuto durante la seduta consiliare del 30 settembre, in un momento in cui, come spiega la capogruppo di minoranza Elisa Cibrario Romanin: “oltre 20.000 bambini sono stati uccisi a Gaza”.

Un atto che ha acceso il dibattito politico cittadino, svelando sensibilità e approcci differenti non solo al conflitto in Medio Oriente, ma anche al modo in cui le istituzioni locali scelgono di rappresentare questi temi.

L’iniziativa arriva al termine di settimane segnate da forti tensioni in Consiglio. Già il 9 settembre, la minoranza aveva contestato la scelta della capogruppo di maggioranza Roberta Di Siena di procedere con l’esposizione della bandiera palestinese al di fuori di un voto consiliare formale.

In quella stessa occasione, “Uniti per Cambiare” aveva proposto un gemellaggio con Gaza City, inteso come segno tangibile di impegno e solidarietà.

Secondo quanto riferito dal consigliere di minoranza Luigi Spinelli, il clima si è ulteriormente irrigidito durante il Consiglio del 30 settembre, in cui è stata presentata una mozione a tema “pace e dialogo tra i popoli”.

Il gruppo Uniti per Cambiare all'ultimo consiglio comunale, prima di abbandonare l'aula 

La minoranza, pur votando a favore, ha criticato apertamente la gestione politica del percorso: "È un tema etico e trasversale, che avrebbe meritato una discussione più aperta e condivisa", ha spiegato Spinelli. In particolare, è stata ritenuta inopportuna l’inclusione di simboli di partito nel testo, a fronte di una materia che tocca la coscienza collettiva prima ancora che le appartenenze politiche.

Il gesto simbolico , la consegna delle due bandiere , è stato accompagnato da un documento e da una scelta fortemente evocativa: le bandiere erano piegate a triangolo in segno di lutto per le migliaia di vittime del conflitto in corso.

Poco dopo, in segno di dissenso verso l’atteggiamento della maggioranza, che ha respinto l'ordine del giorno presentato dalla minoranza, un gesto giudicato da Spinelli come “chiuso e pregiudiziale”, il Gruppo "Uniti per Cambiare" ha abbandonato l’aula.

"La Palestina non è una bandiera da sventolare quando conviene - aveva affermato Cibrario Romanin - è il volto di un popolo che resiste, che soffre e che merita giustizia".

I consiglieri Cibrario Romanin, Spinelli e Stievano ribadiscono poi che non è il gesto in sé a essere contestato, quanto la mancanza di coerenza e l’assenza di un passaggio istituzionale trasparente. 

I consiglieri di minoranza, commentano il loro gesto di distribuzione delle bandiere: "Questa iniziativa non vuole essere un atto politico divisivo, ma un richiamo etico e umano. Un invito alla riflessione, alla responsabilità e alla costruzione di una cultura della pace che parta dai territori, dalle istituzioni locali, dalle persone. Con questo gesto, ribadiamo che la pace non è un concetto astratto né una parola da pronunciare solo nei momenti di crisi. È una responsabilità concreta, quotidiana, che ci chiama a prendere posizione contro ogni forma di ingiustizia e violenza".

Ma le tensioni non si limitano al solo tema internazionale. Luigi Spinelli, a nome del gruppo Uniti per Cambiare ha lamentato le numerose questioni locali rimaste irrisolte: dalla sicurezza nelle scuole, alla manutenzione stradale, fino ai tempi di risposta dell’amministrazione alle interrogazioni e istanze dei consiglieri.

"Abbiamo protocollato richieste su temi che vanno avanti da un anno, ma le risposte non arrivano - racconta Spinelli - a volte rispondono i tecnici, in modo evasivo. Ma chi ha la responsabilità politica dovrebbe garantire trasparenza e chiarezza. Il nostro compito è vigilare: non ci fermeremo".

Il gruppo annuncia quindi la volontà di proseguire l’azione di monitoraggio, e se necessario, segnalare la mancanza di risposte agli enti superiori e agli organismi di vigilanza, nel rispetto delle regole democratiche.

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