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Anche a Castiglione la Palestina arriva in Consiglio comunale. Il sindaco Lovera: “Condanniamo il genocidio, ma...”

Due mozioni su guerre e Palestina sono state discusse durante l'ultimo Consiglio. La mozione su Gaza è stata bocciata perché “troppo politica”. Ma cosa non lo è?

Anche a Castiglione la Palestina arriva in Consiglio comunale. Il sindaco Lovera: “Condanniamo il genocidio, ma...”

Anche a Castiglione la Palestina arriva in Consiglio comunale. Il sindaco Lovera: “Condanniamo il genocidio, ma...” (foto: il sindaco Lovera)

Due mozioni, temi simili, un solo obiettivo: condannare le guerre in atto e prestare attenzione a livello comunale, ma non solo, agli acquisti di merci provenienti da alcune aree del mondo. Tra i vari punti, di questo si è discusso il 29 settembre a Castiglione Torinese, durante la prima seduta del Consiglio comunale dopo la pausa estiva.

Il documento riprende una mozione già presentata prima delle vacanze: condannare tutti i conflitti in atto e porre l'attenzione dei "piani alti" della politica (Città Metropolitana, Regione, ma non solo) sull'importanza del tema. Ma con un distinguo importante: il genocidio in atto in Palestina, che – come dichiarato dalla minoranza di centrosinistra – non sarebbe una guerra "come le altre", ma «una potenza mondiale (Israele, ndr) contro un popolo che ha poco o nulla».

La prima mozione, presentata dalla maggioranza, è stata illustrata dal capogruppo Stradella: «Abbiamo ripreso la mozione della scorsa seduta, accogliendo con favore i suggerimenti del gruppo di minoranza, specificando quali sono i conflitti attualmente in corso nel mondo: ce ne sono almeno 56, e coinvolgono 92 Paesi. Alcuni non hanno molto spazio mediatico».

Sudan, Eritrea, Etiopia, Congo, ma anche Yemen e quelli più noti: Donbass e conflitto israelo-palestinese. «La nostra mozione si basa sulla nostra Costituzione e su quanto espresso dall'ONU», ha aggiunto il consigliere, richiamando implicitamente l'articolo 11 della carta approvata dalla Costituente all'indomani del secondo conflitto mondiale: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

La mozione ha incontrato il favore unanime di tutta la politica castiglionese. Ma... Con un grosso "ma". Il secondo documento presentato, giudicato troppo divisivo.

Il consigliere Reymondet

«Abbiamo apprezzato l'incontro dell'amministrazione con la sensibilità della minoranza – ha illustrato Reymondet, dall'opposizione –, ma sulla questione della Palestina avremmo un occhio di riguardo: non è una guerra "come le altre". Così come Hamas è un'organizzazione terroristica, e non un esercito regolare. Ma è in atto uno sterminio e una deportazione pianificata. I governi, a mio avviso, sono latitanti. Dobbiamo fare qualcosa».

Diversa è stata, in questo caso, la posizione della maggioranza. «Condanniamo le atrocità in atto in Palestina – ha risposto il sindaco Lovera e lo definiamo "genocidio" come fa l'ONU. Ma le argomentazioni della mozione sono fortemente partitiche, e vanno contro l'impegno della nostra amministrazione di non approvare mozioni di origine "politica". Votiamo contro, anche se non abbiamo nessun problema nel condannare le atrocità e il genocidio in atto a Gaza».

Quello che ne esce è quindi un provvedimento "monco", simile a quello approvato a Gassino Torinese. In quel caso, il documento presentato dalla maggioranza a guida centrodestra e 5 Stelle non citava la parola "genocidio", e il centrosinistra l'aveva bollata come troppo generica – pur approvandola, come successo a Castiglione, per ribadire la cruciale condanna verso i conflitti in atto. Ed è qui che nasce la questione più spinosa: davvero è possibile distinguere tra mozioni “politiche” e mozioni “non politiche”?

Il sindaco Lovera

Partiti e liste civiche: tutto è politica

In realtà, ogni atto approvato da un Consiglio comunale, anche nelle realtà più piccole e con amministrazioni civiche, è inevitabilmente un atto politico. Decidere di asfaltare una strada, costruire una scuola, aumentare un’aliquota o approvare un regolamento: tutto è politica, perché incide sulla vita collettiva e assume una precisa valenza amministrativa e sociale. Quando poi i temi riguardano la pace, i conflitti internazionali, i diritti umani, il confine tra “locale” e “globale” si assottiglia fino a sparire.

Dire che una mozione sulla Palestina sia “troppo politica” significa dimenticare che l’impegno istituzionale non vive in una bolla. Anche un piccolo Comune, approvando un documento di condanna, contribuisce a dare voce a una sensibilità diffusa, a collegarsi a una rete più ampia di enti locali che in Italia e in Europa hanno scelto di pronunciarsi. Non si tratta di sterile ideologia, ma della capacità – o della volontà – di assumersi una responsabilità civile di fronte a tragedie che non possono lasciare indifferenti.

In fondo, proprio nelle ultime settimane, il Piemonte ha visto mobilitazioni ampie e perlopiù pacifiche sul tema della Palestina. A Torino, migliaia di studenti e cittadini sono scesi in piazza e hanno chiesto con forza alle istituzioni di prendere posizione, non con generiche dichiarazioni, ma con gesti concreti di solidarietà e denuncia. Nel capoluogo, come in molti comuni della cintura, la società civile ha mostrato che i temi internazionali entrano prepotentemente nell’agenda quotidiana, spingendo amministratori e consiglieri ad affrontarli.

Il dibattito di Castiglione non è quindi una parentesi isolata, ma un tassello dentro un quadro più grande, dove le comunità locali si misurano con questioni che travalicano i confini comunali. In questo senso, parlare di mozioni “politiche” da respingere appare contraddittorio: perché anche il silenzio, anche la scelta di non pronunciarsi, è già una scelta politica. E lascia alla storia il compito di giudicare chi ha scelto di dire una parola e chi, invece, di tacerla.

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