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Un’onda gigante scuote la Via Lattea: la scoperta rivoluzionaria dei ricercatori Inaf

Un'onda gigantesca nel disco della Via Lattea: i dati di Gaia e lo studio Inaf svelano deformazioni e moti stellari su scala mai vista, con possibili origini in antiche collisioni o connessioni all'onda di Radcliffe

Un’onda gigante scuote la Via Lattea

Un’onda gigante scuote la Via Lattea: la scoperta rivoluzionaria dei ricercatori Inaf

La Via Lattea non è una struttura statica e immobile, ma un organismo dinamico, in continuo movimento. A confermarlo arriva oggi una scoperta che potrebbe cambiare il modo in cui comprendiamo la nostra galassia. Un team guidato da Eloisa Poggio, astrofisica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Torino, ha individuato una grande onda che attraversa il disco galattico, deformandolo e modificando i movimenti delle stelle su scale mai osservate prima.

Lo studio, pubblicato su Astronomy and Astrophysics, si basa sui dati raccolti dal telescopio spaziale Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), la missione che da anni mappa con precisione senza precedenti la posizione e i moti di miliardi di stelle della nostra galassia.

Secondo l’analisi, questa onda colossale si propaga dal centro della Via Lattea verso l’esterno, agitando il movimento stellare in un’area che si estende tra i 30 e i 65 mila anni luce dal centro galattico. Per avere un’idea delle proporzioni, la Via Lattea ha un diametro complessivo di circa 100 mila anni luce: significa che l’onda interessa una porzione enorme, praticamente un terzo della galassia.

«La parte intrigante – spiega Poggio – non è solo l’aspetto visivo della struttura ondulatoria nello spazio tridimensionale, ma anche il suo comportamento ondulatorio quando analizziamo i movimenti delle stelle al suo interno».

La scoperta è stata resa possibile dallo studio delle stelle giganti giovani e delle cefeidi, corpi celesti che variano ciclicamente la loro luminosità in modo prevedibile e che, grazie a questa caratteristica, vengono utilizzati come “candele standard” dagli astronomi per calcolare distanze e movimenti su grandi scale. Proprio l’analisi dei loro moti ha permesso di riconoscere la firma di un’oscillazione di proporzioni mai viste prima.

La nostra conoscenza della dinamica galattica ha radici lontane. Da circa un secolo sappiamo che le stelle orbitano attorno al centro della galassia; dagli anni Cinquanta, invece, è noto che il disco della Via Lattea non è perfettamente piatto, ma deformato. Più recentemente, nel 2020, i dati di Gaia avevano mostrato che il disco stesso oscilla, un po’ come fa una trottola. Ora però la scoperta di questa onda gigante aggiunge un tassello inedito: non si tratta solo di oscillazioni locali, ma di una perturbazione che investe una porzione vastissima del disco.

L’origine rimane avvolta nel mistero. Una delle ipotesi principali è che la nostra galassia abbia avuto in passato una collisione con una galassia nana, evento capace di generare un “terremoto cosmico” i cui effetti si riverberano ancora oggi. Altri studiosi ipotizzano un legame con la cosiddetta onda di Radcliffe, una struttura ondulatoria su scala minore, situata a circa 500 anni luce dal Sole e lunga oltre 9 mila anni luce, che rappresenta il più grande complesso di nubi molecolari noto nelle vicinanze del nostro sistema solare.

Se le due onde fossero collegate, si potrebbe delineare un quadro coerente in cui la Via Lattea non è un disco rigido ma una struttura viva, continuamente modellata da interazioni interne ed esterne. Gaia, che continuerà a raccogliere dati fino al 2026, potrà fornire nuove informazioni cruciali. L’atteso prossimo rilascio di dati, previsto per dicembre 2026, potrebbe offrire dettagli in grado di svelare definitivamente l’origine di questa gigantesca perturbazione.

La portata di questa scoperta è duplice. Da un lato arricchisce la nostra comprensione della storia evolutiva della galassia, mostrando come collisioni e interazioni abbiano plasmato la sua struttura. Dall’altro apre nuove prospettive sulla dinamica stellare, fornendo modelli più complessi ma anche più realistici della vita della Via Lattea.

È un promemoria affascinante: ciò che ai nostri occhi appare immutabile e statico nel cielo stellato è in realtà il risultato di un equilibrio delicato, in continua trasformazione. Le stelle, i sistemi planetari e forse persino la storia della vita sulla Terra sono influenzati da questi grandi movimenti cosmici, silenziosi e invisibili su scala umana, ma fondamentali nella scala dei milioni di anni.

La ricerca guidata dall’Inaf conferma inoltre il ruolo centrale dell’Italia nell’astrofisica contemporanea. Attraverso la partecipazione a missioni europee come Gaia e l’attività di istituti come l’Inaf di Torino, il nostro Paese contribuisce in modo significativo a scoperte che ridisegnano le mappe del cosmo.

In attesa dei nuovi dati di Gaia, gli scienziati continuano a lavorare su modelli numerici e simulazioni per capire meglio l’ampiezza e le conseguenze dell’onda. L’enigma resta aperto, ma un fatto è certo: la Via Lattea è molto più dinamica e complessa di quanto avessimo immaginato.

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