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29 Settembre 2025 - 13:16
Piscina, beach-volley e club house: a Caluso un progetto da 600mila euro
Un’area che per anni è rimasta in stato di degrado potrebbe tornare a essere un polo sportivo e ricreativo. Sul tavolo della sindaca Maria Rosa Cena è arrivata la proposta di investimento della società sportiva dilettantistica Nuoto Caluso – ex Libertas – che ha messo nero su bianco un progetto da 600mila euro per la riqualificazione degli impianti di Arè, oggi ridotti a skate park abbandonato, campetti inutilizzati e una casetta del custode ormai chiusa.
La giunta comunale ha pubblicato un avviso per manifestazioni d’interesse, atto obbligato dalla normativa sui partenariati pubblico-privati e sulla gestione del patrimonio comunale, che impone procedure trasparenti e aperte alla concorrenza. La scadenza è fissata tra due mesi, tempo considerato congruo vista la non eccessiva complessità del progetto.
La società Nuoto Caluso non è un nome nuovo per il territorio: da anni gestisce, in convenzione con il Comune, la piscina coperta, garantendo corsi e attività agonistiche durante la settimana. L’idea di ampliare spazi e offerta appare quindi un passo coerente con la sua storia e con l’esperienza maturata. La proposta depositata prevede la realizzazione di una piscina scoperta, un campo da beach-volley, una club house con bar e servizi, e nuovi spazi per la sosta delle auto.
Il piano, se accolto, segnerebbe una svolta concreta dopo anni di attese e progetti mai decollati. Solo un anno fa sembrava vicina la realizzazione di un campo da padel con servizi annessi, operazione che avrebbe dovuto contare su un finanziamento regionale da 500mila euro e su un contributo comunale di 150mila. L’amministrazione aveva già speso 45mila euro per il progetto di fattibilità affidato all’ingegnere Alessandro Scalzi e all’architetto Giovanni Roluti, ma l’iter si è arenato.
Ancora prima, il centro sportivo di Arè era stato escluso da una missione del Pnrr che avrebbe dovuto trasformare l’area in un impianto di livello superiore, ispirato a modelli come lo Sporting Club di Montecarlo. La progettazione, firmata dall’architetto Ferruccio Favaron di Lecco, prevedeva un restyling da 4 milioni di euro: piscina scoperta, quattro campi da tennis coperti, un campo da beach-volley con tribunetta, una nuova viabilità, 153 posti auto circondati da alberi, arredo urbano, recinzioni e verde curato. Persino la vecchia casetta in legno del custode sarebbe dovuta diventare una club house con bar, tavola calda e terrazza coperta. Un piano ambizioso, mai concretizzato.
Oggi il quadro è diverso. Le risorse sono più contenute, ma la proposta appare più realistica e immediatamente cantierabile. I 600mila euro previsti da Nuoto Caluso non bastano a rivoluzionare l’area, ma possono riportarla in funzione e restituirla a cittadini e sportivi. È un approccio pragmatico, che punta a trasformare spazi dismessi in strutture utili e sostenibili, evitando l’ennesima cattedrale nel deserto.
Il centro sportivo di Arè, in effetti, porta addosso i segni di anni di abbandono: il campo da calcio invaso dalle erbacce, tribune arrugginite, recinzioni logore, l’ex skate park ridotto a simbolo di degrado. Riattivare il complesso significherebbe non solo restituire ai giovani luoghi dove fare sport, ma anche riqualificare un’area periferica che oggi pesa come una ferita aperta nella comunità.
L’amministrazione comunale guarda con interesse alla proposta, pur lasciando la porta aperta ad altre manifestazioni d’interesse. La procedura pubblica, infatti, garantirà trasparenza e parità di trattamento, offrendo la possibilità ad altri operatori di presentare progetti alternativi. Ma l’esperienza e la solidità di Nuoto Caluso – che già gestisce un’infrastruttura cruciale come la piscina coperta – rappresentano un elemento che potrebbe favorirne la candidatura.
L’investimento privato, in un quadro di risorse pubbliche sempre più limitate, diventa la chiave per ridare vita a impianti che, altrimenti, rischierebbero di restare inutilizzati. È la logica del partenariato pubblico-privato: unire competenze e finanziamenti per rilanciare spazi collettivi senza gravare interamente sui bilanci comunali.
Il sogno di un mega centro sportivo da 4 milioni di euro è sfumato, ma oggi la comunità di Caluso potrebbe tornare a sognare in piccolo, con un progetto concreto che riporta l’acqua nelle vasche, i ragazzi nei campi da gioco e la vita in un complesso da troppo tempo dimenticato.
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