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Lo scuolabus di Chivasso cambia "il giro", i genitori protestano

Il percorso parte dall’ospedale e tocca la periferia est prima del centro: le famiglie chiedono chiarimenti

Autista di scuolabus

Autista di scuolabus accusato di abusi: una rete di manipolazioni e silenzi (foto archivio)

Una rotta diversa, stessi chilometri, più domande. Dopo le prime settimane di scuola, la riorganizzazione del servizio di scuolabus che serve la zona di corso Galileo Ferraris e collega alla “Marconi” di viale Matteotti sta accendendo la discussione tra le famiglie: perché cambiare orari e direzione di marcia se il conteggio dei km resta uguale? E perché continuare a usare autobus a gasolio in tempi di politiche ambientali e blocchi del traffico?

Prima: la corsa iniziava da via Ajma con destinazione viale Matteotti. Ora: il mezzo parte dall’Ospedale, raggiunge la periferia Est e solo dopo rientra verso il centro. Distanza complessiva: invariata, spiegano gli uffici, perché in precedenza il primo tratto veniva effettuato “a vuoto”. Il risultato percepito dalle famiglie, però, non è neutro: la sequenza delle fermate e i nuovi orari incidono sulla routine di molti, soprattutto in ingresso e uscita, quando dieci minuti in più o in meno possono cambiare un’organizzazione domestica già serrata.

Dagli uffici di palazzo Santa Chiara si parla di una rimodulazione calibrata “al numero delle richieste” e alle “diverse esigenze” emerse con l’avvio dell’anno scolastico. Una giustificazione che, sul piano tecnico, punta a ottimizzare i carichi e distribuire meglio il servizio lungo l’asse Ospedale–periferia Est–centro. Resta il nodo dell’impatto concreto su tempi di percorrenza e puntualità alle campanelle.

Le principali richieste di chiarimento riguardano: criteri di priorità adottati nel disegnare la nuova sequenza delle fermate; tempi reali porta-a-porta rispetto al precedente tracciato; eventuali alternative per chi abita nell’area di corso Galileo Ferraris e in via Ajma. Sul piano comunicativo, i genitori chiedono che siano pubblicati dati chiave (occupazione media dei mezzi, puntualità, tempi di attesa) per capire se il cambio garantisca davvero un servizio migliore.

C’è poi un tema che travalica l’orario: in una stagione di politiche ambientali e periodici blocchi del traffico, le famiglie si chiedono perché il servizio continui a utilizzare autobus a gasolio. La transizione a mezzi meno inquinanti (ibridi o elettrici) è un capitolo costoso e complesso, ma la domanda è legittima: quale calendario di rinnovo del parco mezzi ha in mente l’amministrazione? E come si concilia con gli obiettivi di qualità dell’aria?

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