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26 Settembre 2025 - 02:03
Carla Bruni (profilo instagram)
Carla Bruni, all’anagrafe Carla Gilberta Bruni Tedeschi, non è soltanto la donna che ha affiancato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy nel giorno forse più drammatico della sua parabola pubblica. È una figura che intreccia arte, glamour e radici italiane con un percorso politico e mediatico che l’ha portata al centro della scena internazionale.
Nata a Torino nel 1967, cresciuta in una famiglia di industriali e musicisti, ha trascorso buona parte della giovinezza nella villa di famiglia (villa Ceriana) a Castagneto Po, sulle colline di Chivasso. Una dimora divenuta simbolo di riservatezza ed eleganza, punto di riferimento per i Bruni Tedeschi e rifugio dagli eccessi della vita pubblica. Modella affermata negli anni Novanta, poi cantautrice con un repertorio intimista e sofisticato, Carla è entrata definitivamente nella storia nel 2008, quando ha sposato Sarkozy diventando Première dame di Francia. Una presenza al tempo stesso leggera e solida, capace di muoversi con naturalezza tra i salotti della moda e le cerimonie ufficiali dell’Eliseo.
Questi tratti biografici oggi tornano alla ribalta perché la sua comparsa a Parigi, davanti ai giudici il 25 settembre, accanto al marito processato e condannato, ha assunto un valore enorme.
La cronaca è impietosa: Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere nel cosiddetto caso “Libia”, il presunto finanziamento illecito proveniente dal regime di Muammar Gheddafi per la campagna presidenziale del 2007. Dopo oltre dieci anni di indagini, arresti, ritrattazioni e fughe di notizie, è arrivata la sentenza: cinque anni di carcere, con parte della pena da scontare davvero, e una multa da centomila euro. Mai prima d’ora un ex presidente francese aveva dovuto affrontare una condanna penale così pesante.
Le pene hanno colpito anche i suoi fedelissimi: Claude Guéant sei anni (con rinvio per motivi di salute), Brice Hortefeux due anni ai domiciliari con braccialetto elettronico. Sarkozy ha reagito parlando di “umiliazione nazionale”, ma ha aggiunto che affronterà la pena “a testa alta”, pronto persino a “dormire in carcere con la testa alta”. Ha annunciato appello immediato, giurando di “lottare fino all’ultimo respiro per dimostrare la mia innocenza”.
Accanto a lui, Carla Bruni ha recitato un ruolo tutt’altro che marginale. Sui social ha pubblicato due frasi rimbalzate ovunque: “L’amore è la risposta” e “L’odio non vincerà”. In allegato, una foto mano nella mano col marito, a testimoniare un’unione intatta. Poi il gesto che ha fatto discutere: ha sfilato la fodera antivento dal microfono di Mediapart e l’ha gettata a terra con un mezzo sorriso, a metà tra ironia e provocazione. Per qualcuno un atto di sfida, per altri una reazione nervosa, comunque un’immagine destinata a restare.
Mentre Sarkozy commentava la condanna, Carla osservava i cronisti con uno sguardo impenetrabile, quasi tagliente. Non la moglie dolente, ma una compagna pronta a difendere il suo uomo come un felino che non abbandona la preda. Non sorprende: a Belve, intervistata da Francesca Fagnani, aveva dichiarato che se Sarkozy si fosse innamorato di un’altra gli avrebbe “tagliato la gola, pronta poi a pagare in carcere”.
Quella durezza oggi sembra un tratto identitario. Eppure, la vita di Carla Bruni è fatta anche di contraddizioni. Dal luglio 2024 è indagata per subornazione di testimone e associazione a delinquere nell’inchiesta sulla ritrattazione di Ziad Takieddine, l’uomo che prima accusò Sarkozy di aver ricevuto fondi da Gheddafi e che nel 2020 cambiò versione. Gli inquirenti sospettano che quella retromarcia sia stata pilotata. L’ex modella è sottoposta a controllo giudiziario, con divieti di contatto con alcuni protagonisti (escluso il marito), ed è stata interrogata più volte. Non è stata condannata, ma la sua posizione resta delicata e continua a pesare sul racconto pubblico che la riguarda.
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Il rapporto con Sarkozy nasce nel 2007, durante una cena a casa del pubblicitario Jacques Séguéla. Carla ha ricordato più volte che fu un colpo di fulmine: “Eravamo in otto, io e lui seduti vicini. È stato immediato, istantaneo. In lui ho sentito qualcosa di protettivo, diverso da quello che avevo provato con gli artisti da cui ero attratta”. Da allora, nonostante crisi e gelosie, l’unione non si è spezzata.
Con i media, invece, Carla non ha mai avuto un rapporto semplice. Al G8 di Roma del 2009, per esempio, evitò di unirsi al gruppo delle “first ladies” guidate da Michelle Obama, preferendo sfilare da sola. Un atteggiamento che rafforzò la sua immagine di donna distante. Le accuse di snobismo l’hanno accompagnata a lungo: con lei, dicevano, la parola aveva trovato nuove vette. Figlia di una famiglia benestante, già corteggiata da Mick Jagger ed Eric Clapton, approdata a una carriera internazionale, non ha mai cercato di nascondere i propri privilegi.
Neppure da Première dame provò a mimetizzarsi. Quando il Nouvel Observateur rivelò che Sarkozy continuava a inviare sms all’ex moglie Cécilia, Carla reagì con durezza, accusando la testata di gossip e paragonandola alla stampa collaborazionista. Una frase che la costrinse a scusarsi pubblicamente. Da quel momento, il suo rapporto con i media è rimasto acceso e conflittuale, spesso fonte di imbarazzo anche per il marito.
Sarkozy, però, l’ha sempre sostenuta. Nelle sue memorie ha scritto che è stata “una Première dame eccezionale”. Ha ricordato, a titolo d’esempio, la visita in Inghilterra, quando i giornali britannici titolarono: “Francia 1 – Inghilterra 0”, colpiti dall’eleganza di Carla accanto alla regina.
Il loro sodalizio dura da quasi vent’anni. “Il primo uomo a farle dimenticare Jagger”, ha detto di lei il giornalista Marc Dolisi. E chi pensava che l’amore si sarebbe spento con il tramonto del potere politico si è dovuto ricredere.
Insomma, il 25 settembre non è stato soltanto il giorno della condanna di un ex presidente. È stato anche il giorno in cui Carla Bruni ha riaffermato se stessa: moglie, compagna, protagonista. Tra i flash dei fotografi, il brusio dei cronisti e la severità dell’aula, è rimasta l’immagine di una donna che non arretra. Con il marito travolto da una sentenza storica, lei ha scelto di rispondere con amore e sfida insieme. E mentre la Francia discute di colpe e assoluzioni, il mondo guarda anche a lei: la Première dame torinese che ha trasformato una sentenza in un dramma di coppia, fatto di fedeltà, orgoglio e resistenza.
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