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24 Settembre 2025 - 17:31
E' calato il silenzio sull'ottava farmacia a Chivasso. Il caso torna in Consiglio. Che sta succedendo?
L’attesa dura da oltre dieci anni. Era il 2012 quando la Giunta guidata dall’allora sindaco Libero Ciuffreda, di centrosinistra, deliberò l’istituzione della sede farmaceutica n.8 del Comune di Chivasso.
Una farmacia pensata per servire il quartiere Blatta, a nord della ferrovia, dove la popolazione chiedeva da tempo un presidio di prossimità.
Da allora, però, nulla è cambiato.
La sede è rimasta sulla carta, inserita nella pianta organica comunale ma mai resa operativa.
Intanto il quartiere è cresciuto, le famiglie sono aumentate e con loro la domanda di servizi sanitari.
Oggi, dopo oltre un decennio di promesse mancate, il tema è tornato con forza d'attualità per le scelte dell'amministrazione del sindaco Claudio Castello oggetto, tra le altre cose, anche dell'ultima interrogazione della consigliera comunale Claudia Buo del gruppo LiberaMente Democratici, che sarà discussa nel prossimo Consiglio.
La storia dell'ottava farmacia di Chivasso, così come è comunemente ribattezzata, è emblematica delle lentezze e delle contraddizioni della politica locale.
Nel 2012 l’istituzione della sede fu salutata come una conquista per i residenti del quadrante nord, tradizionalmente meno servito rispetto al centro e ad altre zone della città. Ma alla delibera non seguirono atti concreti. Nessun bando, nessuna apertura.
L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Castello, di centrosinistra, nel frattempo ha avviato la revisione biennale della pianta organica delle farmacie.
Con la delibera n.271 del 24 dicembre 2024, la Giunta ha ridefinito i confini della sede n.8, frazionando le zone n.1 e n.6 per adeguarle alla crescita demografica e urbanistica. Poi, il 6 febbraio 2025, un nuovo passaggio: con la delibera n.29 l’Esecutivo ha esercitato il diritto di prelazione previsto dall’articolo 9 della legge 475/1968, riservando al Comune di Chivasso la titolarità della farmacia. Una scelta che di fatto ha escluso l’ipotesi di affidarla a privati, ma che ha lasciato irrisolte tutte le altre domande: chi la gestirà, con quali risorse e soprattutto quando aprirà.
È su questi punti che si concentra l’ultima interrogazione di Claudia Buo, che accusa la maggioranza di immobilismo e scarsa trasparenza.
Claudia Buo: da tempo ha a cuore il tema dell'ottava farmacia a nord della città
Nel documento la consigliera ricostruisce l’intero iter e sottolinea come, nonostante i proclami, a oggi non esista un cronoprogramma definito. «La cittadinanza attende da oltre dieci anni l’attivazione effettiva di questo servizio, che rappresenta un presidio sanitario importante per il quadrante nord della città», scrive Buo.
Le domande al sindaco sono precise: quali siano i tempi previsti per l’apertura effettiva della farmacia comunale n.8, quale modalità di gestione intenda adottare l’Amministrazione tra gestione diretta, azienda speciale, affidamento in house o gara pubblica, se siano state predisposte analisi economico-finanziarie in grado di garantire equilibrio gestionale e tutela dell’interesse pubblico, quali siano gli adempimenti ancora mancanti e i passaggi amministrativi previsti fino all’avvio del servizio, come sarà garantita la massima trasparenza nei confronti della cittadinanza e, infine, se l’Amministrazione abbia davvero la volontà concreta di aprire la farmacia comunale o se invece abbia mutato orientamento e intenda lasciarne decadere l’attivazione.
Un passaggio dell’interrogazione riguarda l’ambiguità terminologica tra “istituzione” e “revisione”.
Buo ricorda infatti che la sede era già stata istituita nel 2012, e che gli atti più recenti non hanno fatto altro che ridefinirne i confini territoriali e attribuirne la titolarità al Comune. Non si è quindi creata una nuova farmacia, ma si è intervenuti su una realtà che esisteva già, almeno sulla carta. Una distinzione non solo lessicale: parlare di “istituzione” nel 2024 o nel 2025 rischia di generare confusione e di far credere che la procedura sia stata avviata ex novo, quando invece i cittadini attendono da anni il passo successivo, quello decisivo, l’apertura.
La vicenda della farmacia n.8 è già stata terreno di scontro politico negli scorsi mesi. Liberamente Democratici da tempo denuncia le modalità con cui la Giunta ha assunto le proprie decisioni, accusando l’Amministrazione di scarsa trasparenza e di mancanza di confronto con la cittadinanza e sottolineando i rischi economici di una gestione diretta da parte del Comune, senza uno studio di sostenibilità che garantisca la tenuta dei conti.
La maggioranza, dal canto suo, ha sempre difeso la scelta come un atto dovuto per rispondere alla crescita demografica della città e per garantire un servizio essenziale. Ma i tempi continuano ad allungarsi e le risposte concrete non arrivano.
Il malcontento tra i residenti del quartiere Blatta è palpabile. La raccolta firme consegnata in Comune a luglio e proposta dallo stesso gruppo consiliare, con oltre 350 adesioni, avviata nel quartiere Blatta qualche tempo fa dimostra una domanda forte e condivisa.
Non si tratta di una battaglia politica, ma di un bisogno reale: per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi, per le famiglie che chiedono servizi a portata di mano, per tutti coloro che non vogliono più sentirsi cittadini di serie B.
La zona nord è carente di presidi sanitari e una farmacia non è solo un punto vendita di medicinali, ma anche un luogo di consulenza, di prevenzione e di supporto quotidiano alla salute. In altre parole, un tassello fondamentale del welfare di prossimità.
Un nodo centrale riguarda la gestione della nuova farmacia. Con la delibera di febbraio il Comune si è riservato la titolarità della sede, esercitando la prelazione prevista dalla legge. Questo significa che la farmacia sarà pubblica.
Ma in che forma?
Le ipotesi sul tavolo sono diverse: una gestione diretta da parte del Comune, la creazione di un’azienda speciale, l’affidamento a una società in house oppure una successiva gara pubblica per individuare un soggetto esterno. Ognuna di queste strade comporta vantaggi e rischi.
La gestione diretta garantirebbe il controllo pubblico, ma richiederebbe al Comune competenze e risorse importanti. L’affidamento a un soggetto esterno ridurrebbe i rischi, ma potrebbe indebolire la finalità sociale del servizio. In ogni caso, senza un piano economico-finanziario dettagliato, ogni scelta rischia di trasformarsi in un salto nel buio.
«Non risultano ancora rese pubbliche analisi di sostenibilità economica né un cronoprogramma chiaro per l’apertura», scrive Buo nell'interrogazione, sottolineando come la mancanza di trasparenza rischi di logorare ulteriormente il rapporto tra Amministrazione e cittadini.
Il prossimo Consiglio comunale sarà quindi un banco di prova importante. L'ennesimo. Ma sarà quello definitivo per sgomberare il campo dalle tante ombre che aleggiano sull'ottava farmacia? Chissà...
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