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Claudia Buo: "Sulla farmacia comunale decisioni oscure, servono risposte"

Una questione che non riguarda solo la sanità di prossimità, ma il metodo con cui l’Amministrazione affronta – o evita – il confronto politico...

Claudia Buo: "Sulla farmacia comunale decisioni oscure, servono risposte"

Claudia Buo: "Sulla farmacia comunale decisioni oscure, servono risposte"

A pochi giorni dall’ultima seduta del Consiglio comunale di Chivasso, è rimasto senza risposta l’intervento in apertura di Claudia Buo, capogruppo di LiberaMente Democratici, sul tema dell’ottava farmacia cittadina. Una questione che non riguarda solo la sanità di prossimità, ma il metodo con cui l’Amministrazione affronta – o evita – il confronto politico.

Claudia Buo, partiamo dall’inizio. Perché ha deciso di intervenire in apertura del Consiglio comunale sull’ottava farmacia?

Perché qui non si parla solo dell’apertura di una farmacia, ma di come si governa una città, di trasparenza, di confronto democratico, di rispetto delle istituzioni. La mia è stata una presa di parola netta perché stiamo assistendo a un modo di procedere opaco, improvvisato e privo di condivisione, su un tema che tocca la salute pubblica. E quando si parla di servizi sanitari, la correttezza del metodo è importante quanto il merito della scelta.

A cosa si riferisce quando parla di "decisioni senza confronto"?

A una delibera di Giunta – la n. 29/2025 – che ha esercitato il diritto di prelazione sulla nuova farmacia, decidendo che sarà comunale, quindi a gestione pubblica. Si tratta di una scelta politica ed economica rilevante, presa in silenzio, senza alcuna discussione in Consiglio comunale. Il paradosso è che, di fronte alle critiche, alcuni esponenti della maggioranza ora negano persino di aver mai sostenuto l’idea della gestione pubblica, come se non sapessero cosa hanno votato. È un comportamento che mina la fiducia dei cittadini.

Ha parlato anche di una interrogazione scritta. A chi era rivolta?

L’interrogazione era rivolta espressamente al Sindaco Claudio Castello, perché è stato lui a rilasciare dichiarazioni pubbliche, in più interviste, affermando di aver avuto “rapporti interlocutori con Federfarma” e che la scelta era stata fatta sulla base di valutazioni. Ho chiesto trasparenza e chiarezza, ma mi è stato risposto dal dirigente, non dal Sindaco. Una risposta insufficiente e deludente, che non chiarisce nulla: nessuno studio, nessun documento, nessun confronto. Solo una formula generica: “valutazioni tecniche e politiche”.

Uno dei punti più discussi riguarda la nuova localizzazione della farmacia. Cosa è successo?

Nel 2012, con l’Amministrazione Ciuffreda – di cui facevo parte – l’area individuata era la Blatta, un quartiere popoloso e carente di servizi. Oggi quella zona è stata di fatto esclusa, altrimenti non si spiegherebbe la creazione del famoso “peduncolo” che guarda verso via Regis. Una scelta che sembra rispondere ad altri interessi. Se davvero vi fossero nuove esigenze – demografiche o di urbanizzazione – lo si sarebbe motivato con dati. Ma non c’è nulla. E il silenzio su questo punto è assordante.

E poi c’è quel famoso “lapsus” del sindaco...

Sì, il Sindaco prima dichiara alla stampa che la decisione è frutto di un’interlocuzione con Federfarma. Poi smentisce, chiedendo una rettifica e parlando di un lapsus. Ma un lapsus, come ho ricordato in consiglio, è per definizione un errore rivelatore, qualcosa che sfugge perché è più vicino alla verità di quanto si vorrebbe ammettere. In un contesto politico e amministrativo, non si può derubricare così una dichiarazione così specifica. Tanto più che le risposte fornite successivamente non hanno chiarito chi abbia realmente partecipato agli incontri riferiti dal Sindaco, cosa si sia deciso, e con quali criteri.

Qual è la vostra posizione di fondo? Siete contrari alla nuova farmacia?

Assolutamente no. Siamo sempre stati favorevoli all’apertura dell’ottava farmacia. È stato proprio il centrosinistra a prevederla nel 2012, con un iter trasparente e condiviso, e con una destinazione chiara: la Blatta. La differenza è che allora si voleva affidarla con un bando regionale, come per tutte le farmacie. Oggi si sceglie la gestione comunale diretta con la prelazione, senza confronto, senza studio di sostenibilità e senza fondi a bilancio. È questo il punto: non la farmacia in sé, ma il modo in cui ci si sta arrivando.

Alcuni consiglieri di maggioranza hanno usato parole forti, come “supercazzole politicanti” e “lobby”. Come risponde?

Con i fatti e la serietà. Mentre altri alzano i toni, insultano o banalizzano, noi ci basiamo su atti e documenti ufficiali.
Alcuni, come l’Assessore Debernardi, si sono avventurati in narrazioni fantasiose sui social, salvo poi smettere di scrivere non appena le contraddizioni diventavano troppo evidenti.
Chi non ha nulla da nascondere, risponde nel merito. Ma finché questo non accadrà, il sospetto che ci siano altri interessi in gioco non potrà che crescere. E quando la politica preferisce attaccare piuttosto che spiegare, è perché le risposte non ci sono.

Cosa chiedete adesso come gruppo consiliare?

Chiediamo un confronto politico vero, pubblico, in aula, con carte alla mano. Il Consiglio comunale è il luogo naturale delle decisioni. E rilanciamo la proposta originaria: una farmacia a servizio del quartiere Blatta, come previsto nel 2012. È lì che serviva allora, è lì che serve oggi.
Speravo sinceramente che dopo la mia comunicazione in aula, il Sindaco o la maggioranza avrebbero colto l’occasione per chiarire. Ma evidentemente gli ordini di scuderia sono quelli di tacere, condividere tutto internamente, e poi parlare solo quando tutto è stato scritto e approvato. Per evitare altri lapsus, forse.

In conclusione: cos’è in gioco in questa partita, secondo lei?

Governare bene significa essere trasparenti, coerenti, aperti al confronto. Se invece si evitano le domande, si scelgono scorciatoie, si raccontano mezze verità, la distanza tra cittadini e istituzioni aumenta. E quando parliamo di salute, fragilità e prossimità, non ci si può permettere ambiguità o opacità. I cittadini meritano rispetto. E il rispetto comincia sempre dalle risposte.

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