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21 Settembre 2025 - 13:14
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Un intero palazzo scomparso. Così definisce la situazione Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale): “È come se un condominio intero di venti piani fosse sparito dal nostro orizzonte”. L’ultima tragedia, ieri sera, ha riguardato due ragazze travolte e uccise in provincia di Lecco.
Quasi la metà delle vittime, il 43%, è stata investita mentre attraversava regolarmente sulle strisce pedonali. Un dato che colpisce perché mostra come il rispetto delle regole, da solo, non basti a salvarsi. Molti pedoni perdono la vita mentre camminano sul margine delle strade, spesso prive di marciapiede, soprattutto di notte. Ma non mancano i casi in cui la morte arriva addirittura sui marciapiedi, travolti da veicoli fuori controllo.
Le cause, spiega Biserni, sono multiple e convergenti: “Abbiamo strade strutturalmente insicure, con segnaletica orizzontale e verticale inadeguata e illuminazione mancante o insufficiente in troppi tratti. A questo si aggiu
ngono i comportamenti dei conducenti: velocità eccessive, distrazione da cellulare ormai abitudinaria, e ancora alcol e stupefacenti che restano protagonisti”.
Giordano Biserni, presidente dell’Asaps
Non tutto, però, dipende dagli automobilisti. Anche i pedoni devono fare la loro parte: “È importante – ricorda Biserni – rendersi il più possibile visibili, soprattutto nelle ore notturne. Giubbotti riflettenti, torce, qualsiasi dispositivo che consenta di essere visti può salvare una vita”.
Il punto dolente resta però quello dei controlli. Secondo l’Asaps, le forze di polizia stradale sono lasciate senza strumenti e senza organici adeguati per fronteggiare un fenomeno ormai strutturale. “Le violazioni sono sistematiche, continue, poco contrastate. Non esistono regole della strada, non esiste nuovo Codice della strada se c’è una carestia di controlli”, accusa Biserni.
Il quadro che emerge è quello di una sorta di “guerra non dichiarata”, con le strade trasformate in campi minati dove ogni giorno si combatte senza tregua. “Questa guerra – denuncia ancora il presidente di Asaps – continua senza nessun cessate il fuoco, con un assoluto disprezzo per la vita umana”.
I numeri non lasciano spazio a interpretazioni: 289 pedoni morti in poco più di otto mesi equivalgono a una strage silenziosa. La metà di settembre non è ancora alle spalle e le statistiche già raccontano un bollettino che ricorda scenari di emergenza permanente.
L’Asaps chiede interventi sinergici: maggiore attenzione alla progettazione delle infrastrutture, illuminazione adeguata, segnaletica chiara e soprattutto un cambio di passo nei controlli e nelle sanzioni. Non basta invocare nuove regole, servono strumenti per far rispettare quelle esistenti.
Ogni vittima di incidente stradale è un nome, un volto, una storia. Ma dietro ai numeri, l’impressione è che la collettività abbia smesso di scandalizzarsi. Due morti al giorno non fanno più notizia, eppure il dato equivale a un disastro sociale permanente.
Il presidente dell’Asaps lo ripete con amarezza: “Non possiamo permettere che la strada resti un luogo di violenza quotidiana. Servono regole rispettate, controlli veri e un impegno comune per restituire dignità e sicurezza alla vita di chi cammina”.
Perché dietro ogni cifra c’è una vita cancellata. E un Paese che, mentre piange in silenzio, continua a camminare su strade che non perdonano.
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