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Cronaca
20 Settembre 2025 - 17:53
Un’altra tragedia della strada scuote il Cuneese. Questa mattina, lungo la statale 231 a Govone, ha perso la vita Giuseppe Bongiorno, motociclista astigiano di 41 anni. L’uomo, meccanico molto conosciuto nella sua città, si è scontrato con un camion. L’impatto è stato violentissimo e per lui non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti 118, carabinieri e vigili del fuoco, ma i soccorsi si sono rivelati inutili. La dinamica dell’incidente resta ancora al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno ricostruendo i minuti precedenti allo schianto per chiarire come sia avvenuto l’urto.
Quella di oggi non è un’eccezione, ma l’ennesimo episodio di una lunga scia nera che da settimane attraversa la Granda. Lunedì scorso era morto a Mondovì, sulla statale 28, il 24enne Andrea Collino, travolto da un’auto. Pochi giorni prima, lungo la stessa arteria, la vita di Paolo Gheza, imprenditore imperiese classe 1971, si era interrotta nello stesso tragico modo. All’inizio del mese, a Sambuco, aveva perso la vita il turista tedesco Holger Korn, 55 anni, sulla strada del colle della Maddalena. Quattro morti in moto in meno di un mese: una sequenza che impressiona e allarma.
I numeri restituiscono la fotografia di un’emergenza. Con la morte di Bongiorno, le vittime della strada in provincia di Cuneo dall’inizio del 2025 salgono a 29, ben 14 delle quali viaggiavano in moto. Nello stesso periodo del 2024 se ne contavano 25. Un incremento che non può essere ignorato. La Granda si conferma, ancora una volta, una delle province più colpite dal dramma degli incidenti stradali, in particolare quando coinvolgono motociclisti, esposti e vulnerabili rispetto a chi viaggia in auto o mezzi pesanti.
E la cronaca del pomeriggio conferma quanto le strade restino un terreno insidioso: tra Farigliano e Dogliani si è verificato un altro scontro frontale tra una moto e un’auto. Sul posto sono arrivati l’ambulanza medicalizzata di Dogliani e l’elisoccorso del 118. Il motociclista, un 32enne, è stato trasportato in condizioni gravissime al Cto di Torino. L’ennesimo episodio di una giornata segnata dal sangue sull’asfalto.
Mentre famiglie e comunità piangono le vittime, cresce l’urgenza di riflettere sulla sicurezza delle strade provinciali: manutenzione, controlli, prevenzione e campagne di sensibilizzazione sembrano non bastare. La sequenza di incidenti che ha funestato settembre ricorda, ancora una volta, che la strada resta il luogo dove troppo spesso si spezzano vite giovani, lasciando dietro di sé dolore e domande destinate a restare senza risposta.
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