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Cronaca

Vaude, maxi fotovoltaico: al via gli espropri su un'area pari a 36 campi da calcio

Gli espropri verranno eseguiti tra San Benigno, Lombardore e Leinì.

A Strambino maxi impianto fotovoltaico nell’ex cava di Crotte

foto archivio

C’è una data che segna un cambio di passo: lo scorso 27 agosto. Da quel giorno, il progetto del grande impianto fotovoltaico nelle Vaude — al confine tra San Benigno, Lombardore e con opere di connessione che toccano anche Leinì — è uscito dal limbo delle carte per entrare nella fase più concreta e delicata: gli espropri. Un tassello che riaccende il confronto tra chi vede in quell’energia un investimento sul futuro e chi teme un nuovo colpo alla terra agricola.

Un impianto da 18,49 MW distribuito su 24 ettari, l’equivalente di quasi 36 campi da calcio: sono questi i numeri che da anni alimentano il dibattito nelle Vaude. A guidare il progetto è Ecopiedmont, individuata come soggetto responsabile ed esecutore dell’opera. La realizzazione richiede non solo la posa dei pannelli, ma anche le opere di connessione alla rete elettrica, estese fino al territorio comunale di Leinì.

Con determinazione del 27 agosto, la Città metropolitana di Torino ha delegato a Ecopiedmont l’esercizio dei poteri espropriativi, l’occupazione temporanea e l’imposizione di servitù sulle aree interessate dall’impianto e dalle infrastrutture di rete. Il provvedimento richiama il Piano Particellare e definisce gli indennizzi: 11.337 euro complessivi, di cui 1.619,69 per l’occupazione temporanea e 9.718,08 per l’asservimento. Importi contenuti, riferiti a superfici considerate marginali.

La partita non è mai stata semplice. Ambientalisti e agricoltori — con Coldiretti Lombardore in prima linea — hanno contestato nel tempo il consumo di suolo agricolo. Una critica ripresa da alcuni esponenti della politica regionale. Sul fronte istituzionale locale, la Giunta di Lombardore, guidata dal sindaco Rocco Barbetta, lo scorso anno ha ribadito la propria contrarietà, arrivando a chiedere compensazioni per oltre 300 mila euro. Anche l’amministrazione di San Benigno ha sempre espresso una posizione politica netta: sì al fotovoltaico, ma su tetti e superfici non agricole, evitando il consumo di suolo.

Il sindaco Rocco Barbetta



Accanto agli espropri, il fascicolo delle compensazioni. A San Benigno sono state concordate fasce alberate di circa quattro metri, pensate per mitigare l’impatto visivo dei pannelli e creare habitat utili per fauna e avifauna. Un dettaglio non secondario: queste barriere verdi saranno mantenute anche tra vent’anni, quando l’impianto verrà smantellato. Sul fronte energetico locale, l’azienda metterà a disposizione del Comune circa 150 mila euro per acquistare un impianto fotovoltaico da 80 kW con accumulo fino a 20 kW, da installare sugli edifici scolastici. Nel pacchetto rientra inoltre la revisione della rete escursionistica Val Malone – Vauda, un tassello di valorizzazione territoriale che guarda al turismo di prossimità.

La domanda di fondo resta la stessa che attraversa molti territori italiani: come conciliare l’urgenza della transizione energetica con la tutela della terra coltivata. Le Vaude non fanno eccezione. Il progetto porta con sé benefici tangibili — dalle opere verdi alle ricadute per le scuole — ma riapre la discussione sulla corretta collocazione degli impianti: a terra o su superfici già impermeabilizzate, come capannoni, parcheggi, coperture pubbliche e private. Una dialettica che, se ben governata, può trasformarsi in un laboratorio di buone pratiche, capace di tenere insieme sicurezza energetica, paesaggio e agricoltura.

Con la delega agli espropri, la macchina amministrativa entra nella fase operativa: occupazioni temporanee, costituzione di servitù e cantierizzazione delle opere di connessione. Sullo sfondo resta la richiesta di compensazioni più consistenti avanzata da Lombardore e la posizione di principio della Giunta di San Benigno. La direzione è tracciata, ma la sostenibilità di un impianto si misura anche nella sua accettabilità sociale: ascolto, trasparenza e monitoraggi ambientali saranno la cartina di tornasole del cantiere che sta per aprirsi nelle Vaude.

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