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19 Settembre 2025 - 16:47
Allarme crisi industriale in Piemonte: la Regione deve agire subito
Il Piemonte sta affrontando una crisi industriale senza precedenti, con decine di aziende coinvolte in chiusure, riduzioni del personale e delocalizzazioni che minacciano il tessuto produttivo e sociale della regione. A lanciare l’allarme è Laura Pompeo, Consigliera regionale del Partito Democratico, che nelle ultime settimane ha presentato una serie di interrogazioni in Consiglio regionale per sollecitare interventi urgenti su più fronti, dall’automotive alla chimica, dalla grande distribuzione al commercio locale.
La situazione più delicata è quella dello stabilimento Dana di Rivoli, dove oltre 200 lavoratori vivono in un clima di forte incertezza. Nonostante il tavolo ministeriale convocato a gennaio, non sono emersi risultati concreti e l’azienda non ha ancora presentato un piano industriale credibile. “È inaccettabile che si continui a tergiversare – sottolinea Pompeo – mentre il futuro di intere famiglie è appeso a un filo”.
Il caso Dana non è isolato. Sempre a Rivoli, Magna International ha annunciato 50 esuberi su 90 dipendenti, con il rischio di delocalizzazione delle attività all’estero. La perdita di know-how e competenze specializzate rappresenta un danno irreparabile per il territorio. Per Pompeo è necessario attivare subito gli strumenti previsti dalla legge regionale 32/2023, compresa la convocazione di tavoli di crisi e la promozione di contratti di solidarietà.
Altre vertenze preoccupanti riguardano Orbassano, dove la chiusura dello stabilimento Algo Group ha lasciato 26 lavoratori senza prospettive in un’area già segnata da altre crisi aziendali come AFS e AV-El, e Andezeno, dove la storica Candis S.p.A. è stata dichiarata fallita, lasciando circa 20 dipendenti senza lavoro e con spettanze arretrate non pagate.
Recenti sviluppi coinvolgono anche settori ad alta tecnologia: Cerence, leader nelle tecnologie vocali per l’automotive, ha annunciato un piano di ridimensionamento che impatta pesantemente sul sito torinese, mentre Magneti Marelli sta affrontando una fase di ristrutturazione con tagli significativi e il rischio concreto di delocalizzazioni. Anche Elantas di Trofarello, con 68 dipendenti, rischia chiusure a causa della delocalizzazione della produzione, senza che siano state proposte alternative occupazionali.
Secondo Pompeo, questi episodi rappresentano solo una parte delle difficoltà affrontate dal sistema industriale piemontese negli ultimi anni. “Serve finalmente un piano di reindustrializzazione dei nostri territori – spiega – che sappia coinvolgere nuovi investitori, coordinare istituzioni e parti sociali e utilizzare al meglio le misure gestite da Finpiemonte per il recupero dei siti produttivi in crisi. La Regione non può più limitarsi a osservare, serve una regia politica forte e lungimirante.”
Il messaggio della consigliera del PD è chiaro: occorrono azioni concrete e coordinate, tempestive e capaci di tutelare il lavoro, le imprese e le comunità. La crisi, sottolinea Pompeo, non riguarda solo le grandi aziende ma anche i piccoli e medi imprenditori che rappresentano la spina dorsale dell’economia locale.
“Se non si interviene con determinazione – conclude – rischiamo che il Piemonte perda un patrimonio di competenze, professionalità e capacità produttiva che ha costruito nel corso di decenni. La salvaguardia dell’industria e del lavoro non è solo una questione economica, ma un dovere sociale verso le famiglie, le comunità e il futuro dei nostri territori.”
La crisi diffusa, che investe settori strategici come l’automotive, la chimica e l’innovazione tecnologica, richiede quindi una risposta immediata e coordinata. L’interrogazione di Laura Pompeo rappresenta un appello alla responsabilità politica, un invito a trasformare la preoccupazione in azioni concrete prima che le chiusure e i licenziamenti compromettano irreversibilmente la struttura industriale e sociale del Piemonte.
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