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Alleanza europea a difesa del riso, Lollobrigida lancia la sfida da Vercelli

Apre Risò 2025: l’Italia guida la filiera ma l’Oriente incombe. I produttori chiedono regole di reciprocità e standard comuni per tutelare qualità e lavoro

Alleanza europea a difesa del riso, Lollobrigida lancia la sfida da Vercelli

Il Ministro Lollobrigida

Nasce l'Alleanza europea per la difesa del riso di qualità e per la tutela di un comparto che solo in Italia vale 514 milioni di euro, in crescita del 30% sul decennio. A lanciarla è il ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante la giornata inaugurale di Risò, il festival del riso, che fino a domenica prossima si svolgerà a Vercelli. Non una città a caso: se l'Italia è leader in Europa nel settore, il solo Piemonte rappresenta il 55% della produzione nazionale, e la maggior parte di questa percentuale è concentrata proprio nel Vercellese.

Il ministro ha parlato dell'alleanza dal palcoscenico del teatro Civico, dove si sono radunati gli otto Paesi europei produttori di riso (più Malta). La proposta è di varare un coordinamento tra nazioni interessate alla difesa del prodotto, in modo che i governi convincano la Commissione a cambiare indirizzo e a tutelare maggiormente un comparto minacciato oggi dal riso a dazio zero proveniente da Stati extracomunitari, primi su tutti Cambogia e Myanmar. Si parla di riso sfuso, ma la nuova minaccia è anche il riso confezionato e pronto alla vendita. Si prevede che le importazioni dell'Ue da Paesi terzi raggiungeranno 1,5 milioni di tonnellate, principalmente da India e Pakistan e dai Paesi EBA ("Everything But Arms") - principalmente Myanmar e Cambogia - che beneficiano di una tariffa doganale preferenziale (dazi zero) su tutti i tipi di riso e per tutte le fasi di lavorazione. Ciononostante, in alcuni Paesi esportatori si verificano casi di violazioni dei diritti umani, ad esempio sfruttamento del lavoro minorile, o di utilizzo di principi attivi vietati nell'Ue o applicati in quantità superiori ai limiti normativi dell'Unione stessa. Ad esempio, elevati livelli di triciclazolo). Avversari commerciali e produttivi nel resto del mondo, secondo Lollobrigida, "per i quali - ha aggiunto il ministro - dobbiamo pretendere il rispetto delle regole di reciprocità che tutelino i nostri produttori, il nostro mondo del lavoro e il nostro modi di vivere. C'è una sfiducia consolidata nella Commissione Europea, probabilmente è colpa della burocrazia". L'idea è di una Ente Risi europeo che lavora contro il rischio di invasione di prodotti di bassa qualità. "Un riso che sfrutta il lavoro minorile non è un buon riso", ha aggiunto il ministro.

riso

Nel convegno si è parlato del futuro della filiera con gli altri Stati produttori di riso. Dopo l'Italia, che detiene il 30% della superficie europea seminata a cereale, c'è la Spagna con il 21,9%, il 7% della Francia e il 6,7% del Portogallo. La superficie coltivata a riso nei Paesi dell'UE è di circa 401.000 ettari, con una produzione stimata di 1,5 milioni di tonnellate. Ministri e segretari esteri hanno raccontato di produzioni d'eccellenza come il riso della Camargue, chiedendo allo stesso tempo strategie comuni per difenderle, come una piattaforma per lo scambio di informazioni o l'etichettatura d'origine obbligatoria.

"La filiera - ha aggiunto Natalia Bobba, presidente di Ente Risi - sta attraversando problemi gravissimi ed è in gioco la risicoltura italiana, ma anche il lavoro dei nostri agricoltori e le industrie di trasformazione. Detenere il primato a livello europeo comporta una grande responsabilità, ma siamo sicuri che il Governo non si tirerà indietro per affrontare le questioni più urgenti del comparto. Dobbiamo pretendere che i prodotti importati arrivino con gli stessi standard di qualità, perché il nostro settore vuole competere con una concorrenza sana e leale. E l'unione fa la forza"

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