Cerca

Eventi

La poesia che abbraccia Settimo: Casa Frida Kahlo sul palco con i suoi ragazzi

Tra musica e applausi, i giovani della comunità alloggio hanno presentato il frutto del loro laboratorio creativo guidato dal poeta Enrico Lazzarin. Un momento di autentica emozione che ha trasformato fragilità in forza e parole in cammino condiviso

Poesia in comunità: i ragazzi di Casa Frida Kahlo portano i loro versi sul palco

Poesia in comunità: i ragazzi di Casa Frida Kahlo portano i loro versi sul palco

Mercoledì 17 settembre Settimo Torinese ha vissuto un momento che difficilmente si dimentica. Non una celebrazione qualsiasi, ma un intreccio di emozioni, arte e partecipazione che ha dato voce a chi, troppo spesso, resta in silenzio. Durante una manifestazione che ha saputo fondere la leggerezza della musica con l’energia delle sfilate dei ragazzi, sul palco è salita anche la comunità alloggio Casa Frida Kahlo, accompagnata dagli educatori e guidata dal poeta Enrico Lazzarin.

L’atmosfera era quella delle grandi occasioni: un contesto vivace, festoso, scandito da canzoni, ritmi e applausi. In mezzo a quel brulichio di volti e sorrisi, i giovani ospiti di Casa Frida hanno trovato lo spazio per portare un dono prezioso: la loro parola. Non un’esibizione qualunque, ma il frutto di un percorso lungo e intenso, fatto di un laboratorio di poesia creativa che, da tempo, li vede protagonisti assoluti.

Non semplici esercizi scolastici, ma esperienze di scrittura collettiva in cui emozioni e fragilità hanno preso forma, trasformandosi in forza. Esperienze in cui il dolore diventa canto, la solitudine diventa racconto condiviso, e le storie personali si intrecciano in un’unica voce corale, capace di farsi comunità.

In questo spirito, sul palco è stata letta una poesia tratta dal libretto Passi di poesia, pubblicato appena un anno fa. Un volume che non è solo carta e inchiostro, ma che rappresenta un vero cammino collettivo. Ogni parola, un passo avanti; ogni verso, una conquista. È un libro che raccoglie voci giovani e fragili e le trasforma in un mosaico, in cui le singole tessere compongono un disegno più grande e più forte.

Il pubblico, inizialmente immerso nella dimensione della festa fatta di note e coreografie, ha cambiato registro. Ha ascoltato in silenzio, con attenzione e rispetto, quella voce diversa che saliva dal palco. Una voce che non cerca l’effetto o lo spettacolo, ma che porta in sé qualcosa di più raro: autenticità, verità, speranza. Ed è stato in quel momento che la poesia ha trovato il suo spazio, dimostrando che anche in una piazza in festa può esserci tempo per fermarsi e lasciarsi attraversare da parole che toccano l’anima.

La serata ha così superato i confini dell’intrattenimento. Non solo un evento, ma una testimonianza viva del potere della cultura come strumento educativo e comunitario. Casa Frida Kahlo, con il lavoro quotidiano delle educatrici e con l’impegno costante dei ragazzi, ha mostrato che la poesia non è un lusso per pochi, ma una possibilità concreta di crescita condivisa, di inclusione, di libertà.

In un tempo che corre veloce, in cui sembra non esserci spazio per l’ascolto, quelle parole hanno chiesto e ottenuto una pausa. Hanno invitato tutti a fermarsi per riconoscere la bellezza che nasce quando i giovani trovano il coraggio di raccontarsi e quando la comunità decide di sostenerli, trasformando la fragilità in una forma d’arte.

E forse il messaggio più grande della serata è stato proprio questo: che la poesia, con la sua semplicità e la sua forza, può aprire spiragli di luce anche nei luoghi più inattesi. Può farsi strada tra una canzone e un applauso, ricordando a tutti che l’inclusione non si predica soltanto, ma si pratica, con gesti concreti, con spazi di ascolto e con momenti come quello vissuto a Settimo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori