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17 Settembre 2025 - 16:13
Alessandro Raso in Francia
C’è qualcosa di irresistibile nel leggere i post degli amministratori quando tornano da una gita, carichi di entusiasmo, illuminati, con quell’aria da studenti diligenti che hanno appena assistito ad una lezione magistrale. È il caso dell’assessore Alessandro Raso, che il 6 settembre racconta di essere stato a Chambéry, Francia, per parlare di sicurezza stradale, mobilità sostenibile e partecipazione. Tutte parole bellissime, messe una dietro l’altra come fossero praline: qualità urbana, maestre coinvolte, buone pratiche, tecnici comunali, associazioni dal nome impeccabile – Laboratorio Qualità Urbana e Partecipazione.
Ecco, già qui ci sarebbe da fermarsi. Perché se servono i francesi per insegnarci a mettere un po’ di asfalto in piano, allora qualcuno chiami la NASA per capire come far funzionare l'illuminazione pubblica. Ma andiamo avanti. L’assessore ci spiega che il Comune di Settimo, insieme ad altre città piemontesi, ha aderito al progetto Assieme, riguardante la sicurezza dei percorsi casa-scuola. In teoria, una cosa sacrosanta...
Il punto è che mentre l’assessore si emoziona di fronte alle piazze ordinate e alle piste ciclabili francesi, a Settimo i cittadini si arrangiano. E mica si arrangiano metaforicamente: si arrangiano davvero, nel senso che devono fare lo slalom tra i crateri dell’asfalto, spingere i passeggini su marciapiedi sbriciolati, aspettare autobus che arrivano quando vogliono e soprattutto cercare di non rompere le sospensioni dell’auto.
Perché questa è la realtà: da una parte i voli pindarici sulla “decennale esperienza francese” in tema di mobilità sostenibile, dall’altra i settimesi che ogni mattina vivono un’esperienza altrettanto decennale – quella di guidare sulle stesse buche da anni. Buone pratiche contro cattive strade: un duello impari, vinto a mani basse dal degrado quotidiano.
Poi ci sono le maestre. Già, perché l’assessore ha portato con sé anche “alcune delle nostre maestre”. Non si capisce se per spiegare loro come attraversare la strada o per insegnare ai francesi a gestire la ricreazione. La partecipazione, ci dice Raso, è la chiave del progetto: i tecnici, gli amministratori e soprattutto le insegnanti. Il sogno di un Paese dove ogni attraversamento pedonale è discusso collegialmente, con tanto di verbale e votazione finale.
La cosa più tenera, però, è l’ottimismo con cui l’assessore annuncia che nei prossimi mesi ci aggiornerà sui progetti che nasceranno da questa esperienza. Che poi è la formula preferita degli amministratori comunali: nei prossimi mesi, nei prossimi anni, stiamo lavorando per voi, vi aggiorneremo. È l’equivalente politico del le faremo sapere dei colloqui di lavoro. Tradotto: può darsi che non succeda niente, ma intanto lasciateci il tempo di fare altre foto ricordo all’estero.
Ed eccola, la contraddizione che fa sorridere amaro: mentre a Chambéry si discute di come rendere sicuri i percorsi scuola, a Settimo i cittadini si domandano quale officina scegliere per sostituire gli ammortizzatori. E mentre l’assessore racconta con orgoglio di “assorbire un po’ dell’esperienza francese”, i cittadini assorbono ogni giorno le vibrazioni del volante, pregando che la prossima buca non sia quella definitiva.
E non è che i cittadini non apprezzino gli sforzi. Apprezzano, eccome. Solo che ogni volta che vedono un amministratore in trasferta, si chiedono se non sarebbe stato più utile spedire un operaio comunale con una carriola di catrame.
Alla fine, la verità è semplice: Chambéry può insegnarci tutto quello che vuole, ma finché a Settimo le strade restano così, la mobilità sostenibile sarà soltanto quella dei pedoni da sostenere sì, ma fisicamente, per non cadere.
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