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Un pomeriggio di poesia con Egle Bolognesi sulla Terrazza dei Curiosi

La poetessa ha presentato a Settimo Torinese il suo ultimo libro edito da Impremix: versi e fotografie che trasformano l’ordinario in canto universale

Poesia e quotidianità sulla Terrazza dei Curiosi: Egle Bolognesi incanta Settimo Torinese

Poesia e quotidianità sulla Terrazza dei Curiosi: Egle Bolognesi incanta Settimo Torinese

Un pomeriggio di fine estate, delicato e lieve, ha accolto ieri sulla Terrazza dei Curiosi, in piazza del Comune a Settimo Torinese, il secondo appuntamento della rassegna letteraria autunnale. Un’iniziativa che, anno dopo anno, cresce in forza e in prestigio grazie all’impegno appassionato dell’Associazione Culturale Due Fiumi e della SOMS, due realtà che da tempo lavorano con costanza per offrire alla città spazi di incontro e di bellezza condivisa.

Alle 17 in punto, la terrazza si è trasformata in un piccolo salotto a cielo aperto: voci, sguardi, attese. Un pubblico numeroso, composto in gran parte da donne ma non solo, ha risposto con entusiasmo all’invito. E l’attesa è stata ripagata da un incontro intimo e intenso con la poetessa Egle Bolognesi, protagonista indiscussa del pomeriggio. Una voce limpida, capace di trasformare la semplicità del quotidiano in canto universale, in parole che sanno scavare e restituire senso anche ai gesti più comuni.

La poetessa ha presentato il suo ultimo libro, edito da IMPREMIX Edizioni di Torino, un’opera che colpisce non soltanto per la forza e la delicatezza dei versi, ma anche per l’originale intreccio con le fotografie dell’autrice. Ogni immagine diventa prolungamento naturale della parola scritta, come se le due lingue – quella visiva e quella poetica – si rincorressero per raccontare la stessa emozione. Ne nasce un volume che va oltre la semplice raccolta di testi: un diario intimo, visivo e poetico, in cui il lettore può immergersi e ritrovarsi.

Le poesie di Bolognesi affondano le radici nella vita quotidiana. Sono nate davanti a un lavello dopo una lunga giornata, pulendo fagiolini, riordinando la cucina, osservando un dettaglio domestico che a molti sfuggirebbe. Eppure, in quei piccoli atti si cela un mondo. Poi lo sguardo si apre, valica le mura domestiche e incontra la natura: i fiori che spuntano tra i cortili, le nuvole che si rincorrono in cielo, gli aquiloni sospinti dal vento sulle spiagge liguri. Sono immagini nitide e familiari, trasfigurate però dalla scrittura in qualcosa che consola, rassicura e restituisce serenità.

Durante la lettura, la poetessa ha scelto alcuni dei suoi testi più significativi, portando in primo piano la sua capacità rara: rendere straordinario l’ordinario. La sua poesia non alza mai la voce, non cerca clamori, ma si offre con discrezione, regalando quella serenità contagiosa che solo i versi autentici sanno trasmettere.

Il pubblico ha seguito con attenzione partecipe, lasciandosi cullare da parole che sembravano respirare insieme alla luce tenue del pomeriggio. La terrazza, raccolta e silenziosa, si è trasformata in uno spazio sospeso, in cui vite diverse si sono intrecciate attraverso le immagini evocate. Non un semplice incontro, ma un rito collettivo, un tempo condiviso che ha fatto della poesia un’esperienza viva.

La rassegna autunnale, che negli anni si è imposta come uno degli appuntamenti più raffinati del panorama culturale settimese, non si ferma qui. Giovedì 25 settembre sarà la volta della poetessa Imma Schiena, che presenterà il suo libro La pace è femmina. Un titolo che da solo racchiude un programma di speranza, un invito a ripensare il futuro attraverso lo sguardo e la parola delle donne, riportando al centro il valore del dialogo come strumento di costruzione collettiva.

Eventi come questo dimostrano quanto la cultura non sia mai un esercizio solitario, ma un tessuto che tiene insieme le persone. Grazie alla costanza e alla dedizione dell’Associazione Due Fiumi e della SOMS, una terrazza nel cuore di Settimo diventa luogo di poesia, di confronto, di crescita comune. Un piccolo miracolo che si rinnova a ogni incontro, capace di far sentire ciascuno parte di una comunità viva.

L’appuntamento con Egle Bolognesi ha lasciato al pubblico più di un ricordo: la sensazione leggera di respiro, di apertura, di bellezza. La prova concreta che la poesia, quando nasce dall’esperienza quotidiana, può davvero farsi nutrimento, un pane semplice e prezioso di cui tutti abbiamo bisogno.

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